
Dal 2 dicembre a al 6 gennaio prossimi il Teate Winter Festival porterà il jazz, in tutte le possibili declinazioni, nella città di Chieti. Le declinazioni come la fotografia che ne rende immortali alcuni momenti, al riversamento nei momenti di vita quotidiana tra locali commerciali, ristoranti, pub… fino all'insegnamento in aula.

Di questo e degli ospiti di questa manifestazione ne abbiamo parlato con Michele Di Toro. Non avremmo potuto avere miglior interlocutore per essere uno dei creatori del Festival, conoscere il territorio e soprattuto un artista di levatura. Con il suo pianoforte ha suonato in tutta Europa e si è esibito Si è esibito con molti artisti, tra cui Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Franco Cerri, Irio De Paula, Alain Caron, Barbara Casini, Tiziana Ghiglioni, Roberto Prosseda e l'Ensemble di archi e fiati della Berliner Philarmonica Orchestra.
Eccoci alla seconda edizioni del Teate Winter Festival che lei personalmente ha fatto nascere insieme a Fabio D'orazio. Quali sono le sue aspettative rispetto al territorio prima e ad altri festival invernali poi?
In Italia i Festival Jazz invernali sono pochi e, considerando le difficoltà in cui si è costretti ad operare, faccio i miei complimenti ed auguri ai vari organizzatori. In Abruzzo e nel periodo natalizio mi sembra che stiamo operando in condizione di scarsa concorrenza; ciò rappresenta un vantaggio, ma siamo pur sempre di fronte a una sfida perché la formula e il periodo sono una novità e, come tutte le novità, presenta delle incognite. Comunque, il successo della scorsa edizione lascia ben sperare e ci permette di immaginare il Teate Winter Festival come una icona per la città di Chieti e per l'Abruzzo. Ci auguriamo che il Teate Winter Festival diventi un appuntamento per gli anni futuri, dove ritrovarsi con idee e progetti di qualità crescente.
Se dovessi dare un filo conduttore al Festival direi: le voci al femminile. Da Sarah Jane Morris a Francesca Ajmar a Joyce Elaine Yuille. Quest'ultima sarà in duo con lei, il 2 dicembre, con una voce in grado di districarsi naturalmente tra molti generi e che l'ha vista collaborare con artisti come Randy Crawford, Ronan Keating, Ron, Elio e Le Storie Tese, Laura Pausini e molti altri anche come corista. Gli appassionati cosa devono aspettarsi dal vostro incontro e dalle altre cantanti?
Sorpresa e curiosità sono elementi che animano il programma in cartellone; confesso che anche noi siamo in questa condizione perché non conosciamo nel dettaglio i progetti di queste artiste e, considerando la qualità delle loro performance, la cosa non ci dispiace e non ci preoccupa.
Il programma si muove lungo aperture verso altri generi musicali e ci saranno anche due Masterclass: una di perfezionamento di tecnica violinistica e musica d'insieme e la seconda affronterà vari stili e avrà simulazioni live di un trio Jazz. E poi i vari happening… Quale messaggio musicale ed in particolare di jazz che il Festival vuole dare?
Se in occasione di un concerto la sala si riempie è una bella soddisfazione, ma se almeno una parte di quel pubblico chiede di essere interattivo rispetto ai tuoi progetti e alle tue proposte, la soddisfazione è enorme. Con i concerti in primis, poi con i seminari, le masterclass ed altre attività collaterali si vuole stimolare e facilitare tale interattività; ci piacerebbe impregnare un po' di più l'atmosfera di questa città di musica e di arte in generale. Ci auguriamo che in questo contesto possano formarsi musicisti e gruppi talentuosi e che nelle future edizioni del TWF l'espressione “jam session” riecheggi per la città.

Un'altra star del Teate Winter Festival è Paolo Fresu che si esibirà con il bandoneonista Daniele Di Bonaventura. Lei ha suonato con Fresu: ci dice cosa accade quando un virtuoso del pianoforte incontra una tromba che ha doti espressive di grande pregio?
Suonare con Paolo Fresu è un piacere; spero che accada di nuovo perché mi sento particolarmente a mio agio con i musicisti creativi e pronti alla sperimentazione, oltre che tecnicamente dotati. Con Daniele Di Bonaventura porto avanti un progetto in duo dal 2013; ogni volta che saliamo sul palco siamo carichi di entusiasmo, di voglia di suonare e di curiosità perché non sappiamo in che direzione viaggeremo. Il caso vuole che abbia conosciuto entrambi i musicisti al Festival Jazz di Santiago Del Cile, a gennaio del 2013, dove ho suonato anche con Paolo Fresu.
Se un jazzista in erba dovesse chiederle un'indicazione su quale concerto assistere tra quelli in programma, quale segnalerebbe e perché?
Non è semplice rispondere a questa domanda. Il programma spazia dal jazz”puro” del trio di Lorenzo Tucci alle melodie brasiliane di Francesca Ajmar; siamo in un'epoca di contaminazioni tra i diversi linguaggi musicali e penso che sia opportuno esserne consapevoli già dai primi passi.
Un'ultima domanda, diciamo personale. Qualche giorno fa moriva Mose Allison, grande pianista e cantante sempre girovago tra il jazz e il blues del natio Mississippi. Un'artista in grado di tenere aperte le strade della musica alla genialità creativa. Ha qualche appunto musicale su di lui da suggerire ai lettori?
Mose Allison non è tra i musicisti più conosciuti, benché molto apprezzato tra i cultori del jazz tradizionale. Penso che rappresenti una importante testimonianza dell'evoluzione del blues verso il jazz e mi permetto di segnalare la sua produzione a chi volesse documentarsi sulla storia del jazz.
Ciro Ardiglione
L'immagine della copertina è di Fabrizio Giammarco
Per saperne di più sul Festival: Teate Winter Festival
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