Il teorema della crisi di Marcus Vetter

Il teorema della crisi di Marcus Vetter
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Lo scoppio della crisi in Grecia, il lunedì nero del 1987, il crollo dell'indice Nikkei del 1990, il crack della Lehman Bros: lui aveva previsto tutto. Il genio della finanza ha scoperto un che gli permette di calcolare con estrema precisione l'andamento dell'economia mondiale, anticipando non solo le grandi crisi economiche, ma anche i capovolgimenti sociali e storici a esse collegate.
Una capacità utile, ma anche pericolosa, che ti porta ad avere nemici potenti. E quando l'FBI si presenta alla porta di Armstrong accusandolo di frode e lo sbatte in prigione, è naturale chiedersi se l'arresto non sia un pretesto per impedirgli di rivelare la sua ultima scoperta: che la prossima crisi economica, la più devastante di tutte, inizierà il primo ottobre 2015.
In uscita nelle sale italiane a partire da oggi 17 settembre 2015, questo è totalmente incentrato sulla figura di un analista finanziario statunitense, Martin Armstrong, fondatore e presidente della Princeton Economics, una società di analisi finanziaria.

Il film, vincitore dell'International Documentary Film Festival di Amsterdam nel 2014, pur se interessante, lascia nello spettatore un senso di incompiutezza e di difficoltà di comprensione di ciò che sia realmente successo.
Martin Armstrong avrebbe creato un modello matematico, che grazie a un fattore pi greco, da lui elaborato, gli avrebbe permesso di prevedere con precisione e anticipo la crisi del Lunedì nero del 1987, del crollo dell'indice Nikkei del 1990, del crollo della Lehman Brothers. Attualmente, il protagonista avrebbe pronosticato la crisi del debito sovrano e il crollo dell'euro per il 1° ottobre 2015. A dir la verità, non bisogna essere proprio dei maghi per ipotizzare tali avvenimenti, ma basta essere degli economisti indipendenti e degli analisti senza interessi in altre botteghe.
La creazione di questo modello matematico lo avrebbe quindi portato ad entrare in conflitto con la giustizia degli Stati Uniti, e nel 1999 egli venne arrestato con un'accusa di frode per tre miliardi di dollari. Guardando il film, sembra che il signor Armstrong sia finito in carcere del tutto innocente, mentre egli stesso ammise di avere fatto scomparire milioni di dollari con il sistema Ponzi, quello del più grande truffatore finanziario. Il documentario si dimentica di dire che il signor Armstrong restituì comunque 80 milioni di dollari che aveva illecitamente fatto sparire, e non ha mai voluto rivelare dove fossero finiti altri 15 milioni di dollari che il governo gli contestava di avere nascosto.

In tal senso, questo lavoro, sorvolando su questi aspetti poco chiari del passato del protagonista, non rende un buon servizio alla chiarezza, anche se sicuramente la giustizia statunitense è stata fin troppo severa con Armstrong. Sarebbe stato meglio raccontare il personaggio in tutte le sue sfaccettature, senza paura di nascondere i lati oscuri del protagonista, che emana comunque un fascino e una simpatia che non possono lasciare indifferenti lo spettatore.
La storia si sposta continuamente da un posto all'altro del globo, senza spiegare perché. Si comincia con Bangkok, per passare alla Germania, poi all'Australia e ci si domanda quali siano i legami fra questi posti. Si aspetta fino alla fine, ma non si capisce perchè girare il mondo per fare delle interviste sempre alla stessa persona.
Il regista si schiera apertamente dalla parte di Armstrong e delle sue tesi, che sostengono la ciclicità delle crisi. Naturalmente ciò è del tutto legittimo, ma lo fa dando per scontato che chi guarda sia consapevole del retroterra di partenza.Èevidente che le bolle finanziarie prima  o poi scoppiano, e chi lo sa in anticipo, spesso lo sa,  perchè fa aggiotaggio o perché ha delle informazioni che altri non hanno. Che poi l'economia si sviluppi per cicli lo avevano già capito Marx (non Groucho), Smith e anche l'Antico Testamento (Genesi 37,2 – 48,2), attraverso il sogno allegorico delle vacche grasse e delle vacche magre, il quale prediceva che a sette anni di ricchezza corrispondevano sette anni di crisi. E che dalle crisi economiche profonde si esca con la guerra lo avevano capito sia Smith che Marx.

Il lavoro è comunque interessante, con un bel montaggio, molto televisivo, che in alcuni momenti, sopratutto verso la fine, sembra trasformarsi in un polar. Ma resta nello spettatore una sensazione di incompiutezza e di un lavoro che brucia rapidamente, scandalizza, ma non informa adeguatamente. E questo è, a mio parere, il suo più grosso limite.
Degna di nota la colonna sonora di stampo minimalista.
Francesco Castracane

Genere: Documentario

Titolo originale: The Forecaster
Durata: 95 minuti
Nazione: Germania/USA/Australia
Anno: 2014
Regia: , Karin Steinberger
Con: Martin Armstrong, Vicky Armstrong, Oliver Brown, Michael Campbell, Larry Edelson
Sceneggiatura: Marcus Vetter, Karin Steinberger
Musiche: Jens Ole Huerkamp, Sven Kaiser
Fotografia: Georg Zengerling
Montaggio: Marcus Vetter
Scenografia: Michele Gentile
Distribuzione: I Wonder Pictures
Uscita nelle sale: 17 Settembre 2015

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