
A livello nazionale ed internazionale, da pochi anni, si è registrato un crescente interesse nei confronti delle politiche di conservazione e di valorizzazione del patrimonio naturale e quindi anche di quello geologico nel senso più ampio del termine.
In regioni come il Trentino o il Veneto o il Friuli Venezia Giulia, sedi delle spettacolari Dolomiti, già da molto tempo, quasi ogni comune possiede il suo museo geologico, perché i geositi rappresentano quegli elementi fisici del territorio o quegli elementi di singolarità del paesaggio che costituiscono valenze di eccezionale importanza.
Queste regioni già da molto tempo hanno capito che coinvolgendo gli aspetti scientifici si sarebbero automaticamente attivati quegli attributi di richiamo turistico per la valorizzazione della componente paesaggistica, culturale, didattica, ricreativa e socio economica, che è risaputo essere il petrolio della nostra nazione.
E mai come oggi la loro conoscenza rappresenta uno strumento di fondamentale importanza nella salvaguardia della natura, nella ricerca scientifica, nelle attività di educazione ambientale, nella promozione turistica del territorio, ma anche nelle scelte di pianificazione territoriale.

La Regione Puglia in tutta la sua estensione presenta geositi di straordinario interesse: doline e favolose grotte carsiche, murge, serre salentine. Queste strutture sono l'estrinsecazione di movimenti tettonici della placca dell'Adria che si stanno verificando da 250 milioni di anni a tutt'oggi. Placca dell'Adria che si potrebbe definire una piccola placca, quasi un menisco, posta tra due placche tettoniche gigantesche, quella Euroasiatica e quella Africana, che più volte l'hanno schiacciata e rilasciata facendola innalzare, formando montagne, o facendola sprofondare, formando un caldo e profondo oceano, il Tetide, ricchissimo di vita micro e macroscopica. Dalla decantazione di quei sedimenti biologici e dal carbonato di calcio si sono cominciate a formare quella varietà di rocce che caratterizzano la regione Puglia ed in special modo il Gargano: calcareniti e listoni di selce. Materiale usato ancora oggi dall'uomo, il tufo, per le sue costruzioni; il secondo, la selce, usata dall'uomo preistorico per la fabbricazioni di utensili necessari alla sua sopravvivenza.
Il nostro Gargano, per molti aspetti simile alla storia geologica delle Dolomiti, possiede geositi di inestimabile valore e unici in tutto il pianeta.
Un tale bene di rilevanza geologica dovrebbe perciò essere correttamente e diffusamente valorizzato e riconosciuto come tale non solo dai geologi ma soprattutto dai non geologi al di fuori cioè della cerchia degli addetti ai lavori.
Qualcosa si sta muovendo e così è stata emanata una legge regionale pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 196 del 7-12-2009 LEGGE REGIONALE 4 dicembre 2009, n. 33 Tutela e valorizzazione del patrimonio
geologico e speleologico.
Però siamo in Italia, il paese nel quale se si vuole fare qualcosa, la prima risposta che si ha è: “intanto è NO!” a causa della solita burocrazia soffocante già sul nascere. Perciò realizzare strutture museali geologiche ufficiali dedicate al Gargano e diffuse su questo territorio è un percorso tutto in ripida salita e pieno di ostacoli.

Fin da ragazzo durante le mie vacanze in Gargano ho avuto la passione di raccogliere pietre durante le mie passeggiate, raccogliendole qua e là nelle campagne, o lungo il corso dei torrenti a secco o lungo la riva al mare, senza deturpare o rovinare il paesaggio e rispettoso delle località sede di importanti geositi.
Pietre dalle forme e dai colori insoliti che stuzzicavano la mia fantasia.
Pietre che incontrandole per strada si darebbe loro un calcio per spostarle dal cammino.
Pietre dalle forme immaginifiche ma che se esaminate dal punto di vista geologico vi si può leggere in esse la genesi del Gargano.
Pietre che emanano un fluido particolare e che quindi da sempre hanno attirato la mia attenzione
Ad un certo punto della mia vita ho pensato di realizzare una sala espositiva che desse un giusto valore ed un chiaro significato a quelle pietre raccolte con tanta costanza, passione ed interesse nel corso degli anni e che ad un occhio comune sarebbero sembrate solo dei sassi. Scartata l'idea di chiedere aiuto a enti o strutture pubbliche, per i motivi di cui sopra, per realizzare questa struttura che potesse supportare il peso delle pietre e dar loro anche una adeguata esposizione mi sono avvalso della collaborazione amichevole e appassionata dell'artista Vladimiro Marrama di Caramanico Terme (Pe), maestro d'arte e nell'arte di dare alle pietre il loro valore estetico e strutturale.

Ma come giustificare le forme strane delle pietre esposte. Dovevo dare loro un nome dal quale si capisse subito il significato che la mia fantasia aveva loro attribuito. E perché no, dalla loro disposizione espositiva se ne potesse però anche ricavare un significato scientifico geologico.
Pietre che mai modificate nella loro forma originaria, ora hanno trovato una sistemazione simil-museale privata in una stanza di casa mia, a Carpino (Fg). La struttura riamane aperta su prenotazione per visite guidate gratuite, con il solo scopo di dare ai visitatori informazioni sul territorio e suscitare in loro amore, meraviglia e rispetto per il nostro Pianeta.
È nata così la mia sala espositiva.
Per idearla e giustificarla mi è venuta in aiuto la PAREIDOLIA.
La pareidolia o illusione pareidolitica (dal greco εἴδωλον èidōlon, “immagine”, col prefisso παρά parà, “vicino”) è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.

Quante volte vi siete fermati a guardare una nuvola in una giornata ventosa e di vedere in essa la forma di un animale o i contorni di un volto?
Magari l'avrete fatto anche con una macchia di umidità o con una strana corteccia d'albero, o con una pietra…
Ebbene si tratta di un fenomeno istintivo, conosciuto come pareidolia, cioè la capacità di vedere forme ed oggetti riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano.
Questa capacità innata risale ai nostri antenati preistorici ed è dovuta alla necessità di riconoscere da pochi tratti morfologici un eventuale predatore mimetizzato tra la natura. Perché riuscire a collegare pochi elementi visibili per individuare un animale feroce era necessario alla sopravvivenza della specie!
Nonostante si tratti di una facoltà congenita nell'uomo, il tipo di oggetti individuati dipende molto anche dalle esperienze pregresse e dalla cultura visiva personale.
Non è un caso che volti di Cristo o della Madonna o di Padre Pio appaiano sui muri, sugli alberi, sulle piastre dei ferri da stiro e persino sulle fette di pane tostato solo alle persone particolarmente credenti.
Michelangelo Di Mauro
La sala espositiva www.lepietredelgargano.it rimane aperta su prenotazione per visite guidate gratuite, con il solo scopo condividere un mini museo di arte naturale e di cultura, per dare ai visitatori informazioni sul territorio e suscitare in loro amore, meraviglia e rispetto per il nostro Pianeta.
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