
Un disco di valore, poderoso, da apnea. Ci sono tutti i presupposti affinché, per spartiti e liriche, il futuro musicale di Amorte dei ILVOCIFERO finisca negli annali della musica soprattutto se gli asfittici canali di comunicazione, di più larga diffusione, concederanno spazio a questo disco.
Il logo della band è un urlo stilizzato di vaga derivazione munchiana con una bocca con la forma di un pennino e un cuore al posto della lingua. Ma lo smarrimento di quell'opera c'è e l'angoscia la si avverte quando il canto si gonfia e le parole vengono urlate. Mi sembra, con grande intuito compositivo, che l'inquietudine venga dalla musica pulsante di sonorità che avanzano e indietreggiano tra assalti elettronici, virate jazzistiche, blues più torbido di una palude del Mississippi, rock pesante… È come Escogitare un Dramma Fantastico, io che del lavoro ho fatto la mia assenza.
Amorte è il nuovo progetto di Walter Somà (co-autore dei due album solisti di Stefano Edda Rampoldi), Fabio Capalbo e Aldo Romano. Senza dimenticare la partecipazione di Gionata Mirai (Il Teatro degli Orrori), Edda (ex Ritmo Tribale) e Dorina Leka.
Il progetto è partito dal lontano 2009 quando Somà riprese i contatti con l'amico cantante e poeta Aldo Romano la cui nuda poesia incanta, una poesia che trae vitalità anche dalla vita da vagabondo di Aldo, «per lui un modo per stare al mondo». Prendo a prestito quanto scritto per la scrittrice Clarisse Lispector per darne una descrizione dopo aver ascoltato i brani, «in altre parole la sua materia prima è il vivere e il sentire che per forza di cose sono il suo proprio vivere e sentire, che lei [lui] disfà perché si veda di che cosa sono fatti».
Un'altra amicizia, quella con Fabio Capalbo, regista (videoclip per Capossela, Verdena, Pacifico, Edda, Toni Bruna, Lorre, ecc.), ma anche batterista, rende perfetto il gruppo. Gionata Mirai partecipa registrando la chitarra in alcuni brani. Edda e Dorina prestano le loro voci in vari momenti dell'album.
Non ci sono momenti dormienti in questo disco, solo invadente vitalità. Il rock ben ritmato e quasi melodico di Lucyd che estende la sua potenza nel passaggio tra la voce profonda di Aldo Romano e quella squillante di Dorina Leka che riesce comunque a dar forza, «senza libero movimento mi uccide il cuore che per te vorrei di niente». Leka ancora splendidamente presente in Nastro Solare, un rock quasi punk con le parole urlate velocissime da Romano che poi chiude con un sospiro.
Il Gusto della Morte inizia con voci sommesse che introducono un dilemma e incede inesorabile con quei tocchi di pianoforte invasi da intrusioni psichedeliche: «come glielo dico che lui si deve liberare di me e di sua madre. Allora gli dico figlio mio figlio mio hai il gusto della morte pesato in ogni passo».
Scagliati, un possente e fragoroso rock, incalzato dalla voce arrabbiata per gridare «voglio vederti nei guai, come tu ci stai» per poi confluire con naturalezza in ambiente jazz classico con una tromba a reggerne il ritmo.
Il Mio Passo scorre come un brano ambient nella prima metà per poi cedere il passo all'esplosione delle chitarre in un crescendo di fiati avvolgenti ridiscesi per seguire un canto dolente e rabbioso.
«Questo stato terreno mi obbliga a passeggiare ovunque» e così ci troviamo anche tra l'elegante pop di Persona Plurale dove la voce di Romano incontra quella di Edda, mentre Andrò via è una dolce ballata con l'armonia delle chitarre e dei fiati nella prima parte necessari perché “la poesia è troppo in questi casi da dividerla solo con me”, e quella chiusura per nulla banale con quel “grazie”.
Non vi curate di noi e ascoltate!
Ciro Ardiglione
genere: rock poetico
ILVOCIFERO
Amorte
etichetta: NIEGAZOWANA Records
data di pubblicazione: 23 settembre 2013
brani: 12
durata: 46:27
cd: singolo
[1] Luisa Muraro in alfabeta2, luglio-agosto 2013
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