
Dopo oltre quattro mesi di stallo e negoziazioni tra i partiti, il Belgio ha finalmente un nuovo governo dopo le poco risolutive elezioni del maggio scorso. Fin dalla proclamazione dei risultati delle elezioni di maggio scorso era chiaro che la formazione di un nuovo governo in Belgio sarebbe stata una negoziazione con tempi biblici. La volta precedente occorsero più di 500 giorni prima che il paese avesse una guida istituzionale.
Belgio. L'ascensore per navi di Strépy-Thieu
Le vicende interne di questo paese sono sempre molto particolari per quell'intreccio di differenze culturali sociali ed economiche che si riverberano su una monarchia parlamentare.
Il 26 maggio il re diede l'incarico preliminare di informateur per esplorare la possibilità di formare il nuovo governo a Bart de Wever, segretario del partito nazionalista fiammingo (N-VA), vincitore delle elezioni e primo partito anche se con soli 33 seggi sui 76 necessari per avere la maggioranza assoluta in parlamento dove siedono 150 deputati. A fine giugno l'incarico di informateur venne dato a Charles Michel del partito liberale francofono (MR) che avrebbe portato a Bruxelles un governo di centrodestra dal 1987.
Ma si è dovuto attendere il 16 ottobre perché il nuovo governo guidato dal trentanovenne Charles Michel ottenesse il via libera con la fiducia alla Camera dei rappresentanti con 84 voti favorevoli e dopo trenta ore circa di interventi e discussioni non proprio tranquille. Basti pensare alle accuse al vicepremier e ministro dell'Interno Jan Jambon e al segretario di Stato all'immigrazione, Theo Francken. Il primo accusato per una sua dichiarazione che giustificava i collaborazionisti fiamminghi dei nazisti e il secondo per le sue dichiarazioni contro migranti e gay e per aver partecipato al novantesimo compleanno di uno dei collaborazionisti dei nazisti.
Belgio. Bruxelles, place de la Chapelle
La coalizione di governo è composta oltre all'N-VA dal francofono MR (il partito del premier) dal partito cristiano-democratico (CD&V) e dal liberale (Open VLD). Di fatto il partito nazionalista fiammingo la fa da padrone con gli uomini in posti chiave come per esempio la Presidenza della Camera, il ministero delle Finanze, quello degli Interni e quello della Difesa.
Uno dei capisaldi dell'accordo è stata la rinuncia – da parte di De Wever e del suo partito – a non sollevare durante la legislatura questioni di natura istituzionale e quindi di mettere da parte le pretese separatiste. Forse alla lunga potrà essere meglio utilizzare il trasferimento di poteri dallo Stato, depotenziandolo, in favore delle Regioni.
Belgio. La Louvière (Vallonia)
Questo governo vuole mettere mano a diverse leggi anche per superare gli esami delle istituzioni europee «l'età pensionabile da 65 a 67 anni; rivedere l'adeguamento automatico dei salari all'inflazione prevedendo un aumento minore; imporre ai disoccupati lavori d'interesse generale; ridurre la spesa pubblica di otto miliardi di euro e tagliare gli oneri delle imprese di 3,5 miliardi di euro nel corso della legislatura» [1]. Una politica ancora più dura di quella che il governo del socialista Di Rupo aveva messo in campo per la riduzione del deficit sceso, nei tre anni, dai 13 miliardi ai 9,9 attestandosi al 2,6% del Pil.
«Una coalizione “kamikaze”, come è stata definita sui giornali belgi, perché inedita e perché considerata fin da subito instabile: sono in pochi, infatti, a scommettere che questo governo potrà proseguire per tutti i cinque anni di legislatura» [2]. Troppo ampia, troppi vicepremier e troppi uomini leader e poi è nata con l'obbiettivo della N-va e del MR di mandare all'opposizione il Ps.
La formazione cristiano-democratico potrebbe dover presto dar conto della sua partecipazione al governo di destra «alla potente ala sindacale del partito» dopo che «alcune proposte di tassazione sulle rendite e le transazioni finanziarie, sono state “impallinate” (o depotenziate) dai liberali e dalla N-va», mentre lo stesso Michel è visto come colui che sta svendendo il Belgio agli indipendentisti delle Fiandre. [3]. Sembrano ancora troppe le differenze che si sono accumulate nei decenni per poter essere superate da una coalizione di larghe intese.
Pasquale Esposito
[1] Beda Romano, “Belgio, accordo per un nuovo governo di centro-destra”, www.ilsole24ore.com, 8 ottobre 2014
[2] “Il Belgio ha un nuovo governo, ma quanto durerà?”, www.fotofinish.eu, 17 ottobre 2014
[3] Roberto Dagnino, “In Belgio una coalizione kamikaze e una scommessa a lungo termine”, temi.repubblica.it/limes, 22 ottobre 2014
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