
Con Mirko Pacioni, direttore incaricato dell'Ecomuseo del paesaggio degli Etruschi a Porano e del Museo Naturalistico di Lubriano e membro del comitato scientifico del Sistema museale di Bolsena, abbiamo parlato di Etruschi, natura e percorsi tra Umbria e Lazio.
In Italia ci sono tanti luoghi e tante aree che, in qualche modo, sono state risparmiate da un vero e proprio sviluppo industriale.
Questa condizione, che in passato ha limitato la crescita economica e demografica, può essere oggi quasi un vantaggio.
Luoghi quasi incontaminati, paesaggi intatti e atmosfere che sempre più persone cercano: un turismo slow, la possibilità di camminare lungo percorsi pieni di sorprese, l'incontro con una vita semplice e ricca di bellezza.
Mirko Pacioni ci aiuta a conoscere un'interessante zona, legata alla presenza degli Etruschi e ad altre attrattive, compresa fra l'Umbria e il Lazio.
Prima di tutto le chiederei di delimitare la zona di cui ci occupiamo e di farci capire il rapporto fra la presenza degli Etruschi e le bellezze del paesaggio.
La zona di cui ci occupiamo è quella tra l'Alto Lazio (province di Viterbo e parte della provincia di Roma) e il comprensorio di Orvieto in Umbria.
A proposito della presenza degli etruschi, a questi territori si deve aggiungere la bassa Toscana (province di Siena e Grosseto).
Queste tre zone dell'Italia centrale (alto Lazio, bassa Toscana e comprensorio di Orvieto in Umbria) nell'antichità costituirono la “Tuscia”, in altre parole la terra, dove vivevano i “Tusci” (da cui il nome Etruschi), cuore pulsante dell'Etruria federale.

Quali sono i luoghi più importanti da visitare e conoscere?
Sicuramente le città principali (Orvieto, Bolsena, Viterbo) dove è tangibile e palpabile la presenza etrusca nelle architetture, nei ritrovamenti archeologici, nelle necropoli e nei musei.
Ci sono, però, anche centri cosiddetti “minori”, come ad esempio Porano (TR) in Umbria, dove è possibile visitare siti di notevole importanza e rilevanza nazionale (es. la Tomba etrusca Hescanas, con pitture originali visibili in situ); o come Lubriano (VT) nel Lazio, la più bella terrazza sulla Valle dei Calanchi, dove dal punto di affaccio del Monumento Naturale Balza di Seppie si riesce a comprendere al meglio le evoluzioni geomorfologiche e le forme attuali del paesaggio.

Da molto tempo lei si è interessato al territorio. Quali sono i progetti più importanti che riguardano l'area?
Io lavoro in proprio da quindici anni. Mi sono dedicato allo studio di ecosistemi forestali, collinari, costieri, e in particolare all'approfondimento delle dinamiche ecologiche tra organismi viventi e ambienti peculiari.
Sono stato consulente per conto di parchi, comunità montane, enti locali, cooperative sociali e aziende agricole, in Umbria e nel Lazio.
Mi sono occupato di sostenibilità ambientale e di accessibilità. Dal 2004 mi dedico ad attività di ricerca per la conservazione della biodiversità e per la tutela e la valorizzazione socio-economica dei territori.
Non saprei dirle – dal punto di vista degli enti locali con cui collaboro – quali sono i progetti che loro ritengono più importanti per l'area in questione. Le posso dire, però, che dal mio punto di vista, i piccoli musei dei territori, i siti storico-archeologici, le aree naturali protette e gli ecomusei esistenti, rappresentano un patrimonio ancora oggi poco conosciuto, ma pieno zeppo di elementi d'interesse di carattere storico, naturalistico e antropologico.
Non a caso, oltre alle università italiane, frequentemente accade che anche studiosi e ricercatori stranieri (americani, tedeschi ed inglesi, in primis) s'interessino ai nostri beni territoriali e intendano sviluppare progetti assieme a chi, come me, si occupa di tutela e valorizzazione.
Tra i soggetti rilevanti nella tutela della zona possiamo sicuramente ricordare l'associazione Acqua. Di che cosa si occupa?L'Associazione ACQUA nasce nel 2007 con sede a Bolsena (VT) e dal 2009 con sede anche in Umbria, a Porano (TR) presso l'ex Limonaia del settecentesco Parco di Villa Paolina.
I soci svolgono le loro attività professionali e prestano volontariamente opera associativa, nell'area geografica che anticamente fu la Tuscia, cuore pulsante dell'Etruria federale, territorio oggi compreso tra l'alto Lazio, il comprensorio di Orvieto e la bassa Toscana.
L'associazione intende tutelare e valorizzare siti di valenza naturalistica e storico – archeologica, migliorandone l'accessibilità, divulgandone le conoscenze, promuovendo nuove ricerche.
Nel gruppo di lavoro ci sono Guide Turistiche, Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE e LAGAP), Naturalisti, Geologi, Archeologi, Fotografi, Ceramisti, Restauratori, Videomakers e Insegnanti.
Sono proposte visite ed escursioni guidate, eventi culturali, percorsi formativi tematici, laboratori didattici.
L'associazione si occupa della gestione di musei, siti archeologici ed aree d'interesse storico e naturalistico. Una parte dei ricavi derivanti da tutte le attività associative è destinata alla manutenzione dei siti gestiti direttamente dall'associazione e in ogni caso reinvestita in servizi di promozione culturale.
Da un punto di vista enogastronomico che cosa ci indicherebbe?
Di certo i vini e l'olio di elevata qualità sono le eccellenze tra i prodotti tipici dei nostri territori, proprio per la conformazione del paesaggio e per la natura geologica dei suoli, che conferisce loro elevata fertilità. Aggiungerei, inoltre, gli insaccati di maiale e i formaggi di mucca e di pecora.
Credo che tutti insieme, questi elementi enogastronomici rappresentino a tavola anche il “prodotto culturale” degli antichi saperi e delle tradizioni, retaggio culturale delle popolazioni.
Per terminare, come inviterebbe un eventuale visitatore che vuole conoscere la zona?
Lo inviterei a fermarsi minimo un week-end e ad alloggiare in un agriturismo o in un bed and breakfast, piuttosto che in un albergo. Suggerirei di programmare gli spostamenti tra una città e l'altra tenendo conto delle linee pubbliche dei bus, ed eventualmente noleggiare una bicicletta in un piccolo borgo, per sentirsi meno turista e più “residente”, anche solo per pochi giorni.
Consiglierei di evitare i luoghi dove si mangia “gourmet” e di immergersi nelle atmosfere dei piccoli ristoranti o delle trattorie.
Lo “obbligherei” a visitare siti naturalistici e storico-archeologici, strumenti fondamentali per la comprensione delle origini e del vissuto delle popolazioni: se questi territori trasmettono un indiscutibile fascino, è anche merito di chi fino ad oggi li ha vissuti.
Antonio Fresa
Per saperne di più
http://www.poranoturismo.it/
https://www.facebook.com/Associazione-ACQUA-371478749640584/
https://www.facebook.com/ecomuseodelpaesaggiodeglietruschi/
http://www.museolubriano.com/
https://www.facebook.com/Museo-Naturalistico-Lubriano-230539573671730/
http://www.parchilazio.it/monumento_naturale_balza_di_seppie
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie