In Croazia la morsa dell’austerità aggrava sempre più la crisi

Croazia bandiera
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Secondo i dati, sia pur provvisori, dell'Istituto nazionale di statistica la disoccupazione agli inizi di giugno è scesa al 19,6% contro il 21,1% precedente, ma si tratta fondamentalmente di lavoro stagionale legato al turismo. E nemmeno la crescita dei dati dell'export che segnano una crescita cambiano il quadro depressivo. Infatti ad un anno dall'entrata in Europa, la continua ad essere dilaniata da una pesantissima che a gennaio, come accaduto per la Grecia, ha spinto il governo di Zagabria a concedere ad un investitore privato l' parte di un importante parco naturale con l'obbiettivo di farla diventare una meta del turismo di lusso [1].

A tempo di record, a gennaio scorso, la Croazia era già stata sottoposta alla procedura per infrazione da Bruxelles. A marzo il governo approvava una legge che attraverso una riforma delle pensioni, l'aumento della tassazione su giochi d'azzardo e lotterie, e un aumento del contributo per l'assicurazione sanitaria dal 13% al 15% avrebbe portato una crescita delle entrate di 530 milioni di euro e contemporaneamente una riduzione del deficit che è vicino al 6%. Il debito pubblico invece si avvicina a grandi passi verso il 70% del .
Come accaduto per tutti i paesi in crisi dal 2007 tutte le misure di continuano a deprimere l'economia del paese e così anche quest'anno le previsioni di crescita sono diventate negative. A maggio lo stesso Fondo monetario internazionale (Fmi) ha pronosticato un -0,8% del Pil per l'anno in corso.
La politica economica del governo qualche settimana fa ha ricevuto, manco a dirlo, un giudizio positivo dalla Commissione europea per le soluzioni messe in campo al fine di ridurre il deficit per il quale è sotto la lente di ingrandimento vista la procedura per deficit eccessivo. Ma Bruxelles che adotta misure uguali per  tutti (se si è deboli e nessun interesse da favorire) ha chiesto, manco a dirlo, altri sforzi per completare il cammino. Si tratta di liberalizzare ulteriormente il lavoro, proseguire nei tagli alla spesa pubblica, innalzare l'età pensionabile  a 67 anni. Sono stati già ridotti i sussidi all'agricoltura e alle piccole e medie imprese, mentre la riforma della sanità ha determinato la chiusura di alcuni ospedali.
E manco a dirlo al governo c'è il partito socialdemocratico (SDP) il cui segretario è anche premier: . Un partito scosso da lotte interne che a maggio hanno avuto come conseguenza il licenziamento del ministro delle Finanze Slavko Linić e una pesante sconfitta elettorale alle elezioni europee.
Poco tempo fa il presidente croato ha avuto modo di dire che «l'economia è stagnante, la disoccupazione cresce e molti giovani croati si lasciano avvelenare dall'odio. Alcuni flirtano con il fascismo e la nazione è scossa da una generale ventata di intolleranza, verso chiunque pensi, preghi, scriva o parli in modo differente»[2].
È sempre più incomprensibile vedere l'Europa, fatta oramai solo di capisaldi finanziari, e i governanti croati continuare con politiche economiche dannose per le condizioni di  vita dei cittadini e inutili per il futuro del paese.
Pasquale Esposito

[1] Matteo Zola, “CROAZIA: L'isola di Brioni sarà concessa a privati. Zagabria cerca di fare cassa”, www.eastjournal.net, 9 gennaio 2014
[2] Rodolfo Toè, “Croazia, la grande lentezza”, Limes, 12 giugno 2014

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