
Al senso del ridicolo non c’è mai fine nella politica estera trumpiana. Dopo che il Parlamento turco ha dato il via libera all’invio di militari in Libia, Trump ha “avvertito” il presidente turco Erdogan, che gli USA sono contrari ad interferenze in Libia. E poi si sarebbe aggiunto che le due parti sono interessate ad una soluzione diplomatica. Ma pensarci prima, no?
Intanto il conflitto si allarga perché a difendere il Governo di accordo nazionale, riconosciuto dall’ONU arriva un altro esercito. Gli scontri saranno inevitabili con l’Esercito di Khalifa Haftar che sta attaccando Tripoli. E le prime parole di fuoco sono già arrivate.
Dall’Egitto, da sempre è dietro Haftar, una nota del ministero degli Esteri chiarisce che l’intervento dell’esercito di Ankara può avere ripercussioni sulla stabilità di tutta l’area.
Vista la consueta inattività dell’UE non vediamo spiragli per una pacificazione attraverso il processo di Berlino. Troppe le stratificazioni e gli errori gravi e dolorosi commessi a partire dal bombardamento della Libia di Gheddafi.
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