In ricordo di Giorgiana Masi

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Le donne e gli uomini della generazione che lottò nelle strade, nel periodo più buio della Repubblica, non potranno mai dimenticare il 12 maggio 1977: il giorno l’assassinio della militante radicale Giorgiana Masi, studentessa appena diciottenne. Erano mesi terribili e aspri di uno scontro politico totale, il che aveva dato il pretesto a Cossiga, Ministro degli Interni, di promulgare un vero e proprio stato di guerra, con la finalità di impedire anche solo legittime manifestazioni. Per quel giorno era stata infatti vietata dalla Questura una manifestazione organizzata a Roma dal Partito Radicale per celebrare il terzo anniversario della vittoria del referendum sul divorzio. I promotori, insieme a tutti i partiti delle Sinistra, decisero comunque di scendere in piazza, esponendosi e fronteggiando per ore diverse, pesanti cariche della polizia. Durante una di queste, nei pressi di Ponte Garibaldi, Giorgiana rimase a terra, trafitta da un proiettile. Le foto pubblicate dai giornali confermeranno poi che molti agenti di polizia, anche infiltrati, impugnavano armi da fuoco.

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