In Romania lo scontro istituzionale non si arresta e la povertà dilaga

Romania Bucarest

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L'Europa destina 500 milioni di euro agli aiuti alimentari e di questi quasi 56 sono a disposizione della che – se si esclude la Bulgaria – è il paese più povero dell'Unione. Oltre il 40% dei romeni è sotto la soglia di e cioè vive con meno di cento euro al mese.
A Sibiu, nel centro della Romania, sono arrivate centinaia di persone per poter ricevere gli alimenti donati dall'Ue. I poliziotti «hanno cercato con enorme difficoltà di mantenere l'ordine tra la gente. Ma gli incidenti non sono mancati. Con le lacrime agli occhi alcune persone raccontavano in seguito ai giornalisti di aver ricevuto colpi e botte nel caos creatosi. Ancor più difficile però esprimere a parole l'umiliazione e il dolore per essere arrivati a queste condizioni di povertà» [1].
Le politiche di per stare nei parametri dell'Ue continuano ad aggravare la crisi. Mentre IVA e prezzi dei generi alimentari crescono, le pensioni arretrano del 15% e gli stipendi degli statali del 25%.
Mentre una larga parte della popolazione deve fronteggiare la miseria il Parlamento, dopo la tornata elettorale del 9 dicembre scorso, passerà da 470 membri a 588 grazie alla legge elettorale del 2008 che prevedendo un premio di maggioranza di fatto consente, in certi casi, a chi è stato bocciato nel collegio uninominale di avere comunque il proprio scranno.
E se questo non è sufficiente a spiegare il degrado, la stampa fotografando il parlamento romeno ha mostrato «un quadro più colorato che mai tra uomini d'affari, loro parenti e figli, segretarie di politici, mogli, amanti, giornalisti, ex informatori della Securitate e naturalmente gli immancabili inquisiti» [2]. Senza dimenticare schiere di populisti che vedono nel ricchissimo presidente della squadra di calcio Steaua Bucureşti Gigi Becali un esponente tipo e che porta con sé dosi massicce di fondamentalismo religioso, xenofobia, omofobia e sessismo.
La crisi che inanella record negativi e allarga la povertà dovrebbe essere la priorità che il nuovo governo deve affrontare, ma il decadimento istituzionale e della politica che si protraggono da tempo sposteranno l'agenda verso altre priorità con buona pace di tutti i proclami fatti nel corso degli ultimi mesi.
Da mesi infatti è in corso uno violentissimo tra il primo ministro di e il presidente che ha bloccato l'attività politica a Bucarest. Victor Ponta era riuscito a far votare l' con relativa sospensione del presidente accusandolo di fare solo gli interessi del suo partito, ma il referendum di luglio ne aveva consentito il reintegro perché i votanti non raggiunsero il quorum. A dire il vero il premier anche sostituendo i presidenti di Camera e Senato aveva provato a eliminare la soglia per la validità della votazione.
Non è la prima volta che Traian Băsescu esce indenne da tentativi di impeachment perché già durante il suo primo mandato nel 2007 ci fu un tentativo.
Questo scontro probabilmente proseguirà dopo il voto di queste elezioni legislative come si intuisce dalle prime dichiarazioni del premier uscente Ponta che ha parlato di «vittoria contro il regime di Băsescu». Lo striminzito 42% circa dei votanti (+2% rispetto alle legislative del 2008) ha decretato, come anticipato dai sondaggi, la vittoria della coalizione social-liberale (Usl), che raccoglie i socialdemocratici (Psd) del primo ministro e i liberali di Crin Antonescu (Pnl-Pc) con il 60% circa delle preferenze in entrambe le Camere.
Pesante la sconfitta dell' (Ard) che fa capo al presidente Traian Basescu si è fermata sotto il 17%, il Partito della minoranza ungherese (Udmr) supera lo sbarramento del 5% e resta in Parlamento e infine, per la prima volta nel parlamento romeno, troviamo il (PP DD) di Dan Diaconescu che ha ottenuto il 14% dei voti. Diaconescu arrestato per estorsione nel 2010 è un  giornalista e proprietario del canale televisivo OTV è riuscito a convincere molti cittadini con le sue promesse di abbassare le tasse, di annullare alcun privatizzazioni, di costruire duecentomila abitazioni per i poveri.
Pasquale Esposito

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