
Ragionevolezza e uguaglianza. Questi sono i principi non rispettati dal meccanismo che calcola le indennità che spettano al lavoratore ingiustificatamente licenziato. La Corte costituzionale ha ritenuto illegittimo l'articolo 3 comma 1 del Jobs Act con il quale Renzi, presidente del Consiglio, finiva di smantellare i diritti dei lavoratori. Quell'articolo, in contrasto con gli artt. 4 e 35 della Costituzione, prevedeva che il giudice se condannava il datore di lavoro, se riteneva illegittimo il licenziamento, questi doveva un importo pari a “due mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a quattro e non superiore a ventiquattro mensilità“.
Questo criterio il Decreto dignità non lo ha cambiato, ha solo aumentato le mensilità da un minimo di 6 ad un massimo di 36.
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