
Con Viens je t'emmène (L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice, 2022) Alain Guiraudie ha dichiarato di voler cambiare registro rispetto ai precedenti Lo sconosciuto del lago (2013), l'unico suo film precedentemente distribuito in Italia, e Rester vertical (2016), ossia ha voluto cercare un tono più lieve rispetto alle atmosfere cupe di quei film.
Com'è nel suo stile, ci conduce in un mondo che somiglia al nostro ma che non coincide completamente con quello che conosciamo: un universo, che si situa a Clermont-Ferrand, dove Médéric, un uomo qualsiasi che ha meno di 40 anni, si innamora casualmente e perdutamente di Isadora, una prostituta quasi sfatta che ha almeno dieci anni più di lui, sfruttata dal marito che però non accetta minimamente l'idea che lei possa avere una relazione sentimentale con un altro uomo. La relazione di Médéric e Isadora procede con difficoltà e furtivamente, fra la casa della donna e un piccolo hotel equivoco. Intanto, si verifica nella città un attentato di matrice integralista islamica e Médéric sospetta di Selim, un giovane arabo senza fissa dimora. Contro ogni logica, decide di ospitarlo a casa sua e difende la sua scelta nei confronti di alcuni vicini, che sembrano emblematici della “maggioranza silenziosa” francese, ma uno di loro ha sposato e convive proprio con un'araba.
Ogni situazione, ogni personaggio non si trova mai esattamente dove ci si attenderebbe che fosse, né compie atti coerenti con la sua apparente identità. In questo décalage, spesso ironico e sempre lunare, si situa la poetica del film, dove la realtà scivola costantemente su un piano surreale, senza caderci del tutto perché campeggiano sempre riferimenti concreti alla contemporaneità (il fenomeno del terrorismo islamico, con le fobie che genera; la presenza pervasiva dei social, l'aleatorietà del mondo del lavoro etc.).

Intanto Guiraudie apre numerosi sentieri narrativi, sempre sotto il segno di una disinibita carnalità. Come nei film precedenti, le pulsioni erotiche e la corporalità sono un elemento ricorrente, che definisce la fisionomia profonda dei personaggi: Isadora ha sempre una tale carica ed energia erotica in corpo, che, se rimane qualche ora in casa sola con l'arabo, non può fare a meno di andarci a letto. Ma di lì a poco scopriremo che Selim è innamorato di Médéric, di cui è invaghita anche l'avvenente Florence (Doria Tiller) che cerca anche di procurare un lavoro a Médéric ma ispira all'uomo solo una bonaria indifferenza. Infatti, sul piano del sesso e dei sentimenti amorosi, tutti si trovano al posto sbagliato nei momenti sbagliati e ogni autentica soddisfazione o felicità appare derisoriamente impossibile. En passant, Guiraudie investe con la sua luce post-surrealista anche la Francia profonda dei pensionati che nascondono arsenali nei loro tranquilli appartamenti…
Con echi del miglior Bertrand Blier (di cui adotta anche l'attrice Farida Rahouadj), l'autore di Le Roi de l'évasion riesce a procedere in perfetto equilibrio fra umorismo, inquietudine e dramma latente, dipingendo un acquario dove si riflettono le paranoie, le ansie, le fragilità del nostro tempo. Memorabile, fra gli altri, Noémie Lvovsky (regista di La vie ne me fait pas peur e Les sentiments) nel ruolo della vorace Isadora.
Roberto Chiesi
L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice
Titolo originale: Viens je t'emmène
durata 100 minutii
Francia, 2022
Regia: Alain Guiraudie
Sceneggiatura: Alain Guiraudie e Laurent Lunetta
Musica: Saverio Boussiron
Set: Emmanuelle Duplay
Costumi: Khadija Zeggaï
Fotografia: Hélène Louvart
Suono: Philippe Grivel
Montaggio: Jean-Christophe Hym
Casa di produzione: CG Cinema
Società di distribuzione: Les Films du Losange
Interpreti
Jean-Charles Clichet: Médéric
Noémie Lvovsky: Isadora
Ilies Kadri: Selim
Michel Masiero: Gallo
Doria Tillier: Firenze
Renaud Rutten: Gérard
Philippe Fretun: M. El Alaoui
Farida Rahouadj: M.me El Alaoui
Miveck Packa: Charlene
Yves-Robert Viala: Volpe
Patrick Ligardes: Small
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