
Parole dure hanno caratterizzato il centrodestra sulla questione migratoria, fin dalla campagna elettorale in cui l'attuale primo ministro Meloni parlava di respingimenti, blocchi navali e pugno duro verso le ONG che operavano i salvataggi.
Poi avviene la tragedia di Cutro, piena di interrogativi su soccorsi non partiti, sottovalutazione delle richieste di soccorso che portano al tragico naufragio del natante con 180 (?) persone a bordo, che si frantuma in una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro fra il 25 e il 26 febbraio scorso; solo 81 naufraghi vennero salvati, 71 corpi vennero recuperati, 30 o più non avranno mai una sepoltura degna di esseri umani.
E poi il cinismo delle parole di esponenti del Governo italiano, che da una parte mostrarono il volto contrito sulla tragedia, dall'altra ne diedero la colpa ai migranti stessi, agli scafisti che li buttano in mare e alle ONG che soccorrendoli ne alimentano le speranze, mettendo tutti sullo stesso piano. Non c'è pietà né comprensione per quei genitori che rischiano consapevolmente la probabile perdita della vita loro e dei loro figli, pur di fuggire da una realtà priva di speranza per il futuro, fatta di guerra, fame e torture.
Poi arriva il 14 giugno, quando nelle acque a sud del Peloponneso spariscono fra 600 e 700 persone, fra cui almeno 100 bambini; tutti sepolti nel Mediterraneo. Non si sa quanti siano, non si conoscono i loro nomi; la maggior parte dei loro corpi non potrà mai essere ritrovata; presto li dimenticheremo. Bastano infatti una decina di giorni che i media internazionali vengono presi dalla scomparsa del sottomarino Titan, con a bordo 5 miliardari impegnati in una missione tanto inutile quanto rischiosa; in loro aiuto si muovono mezzi ed attrezzature di soccorso da diversi paesi. Le centinaia di poveri disperati scomparsi nelle acque del Mediterraneo sono già solo un'ombra nella nebbiolina che all'alba avvolge l'orizzonte delle belle spiagge della Grecia.
C'è un “inverno umanitario” nel mondo, un gelo di insensibilità e di cinismo, che minaccia l'anima profonda della nostra civiltà. Per il nostro Governo il problema è solo non farli partire; per gli scafisti è solo farli partire. Una volta partiti, per entrambi la loro sorte ha poco interesse, diviene un fatto di norme, leggi e procedure burocratiche. Per entrambi è solo una questione di prezzo al mercato della vita umana; il prezzo che la presidente Meloni è andata a contrattare in giro per il Mediterraneo ed a Bruxelles. Ma mentre lei vanta il consenso raggiunto, trova l'opposizione proprio dei suoi alleati sovranisti, Ungheria e Polonia. È l'ennesima dimostrazione che un paese che segue esclusivamente i suoi presunti interessi non può trovare alleanze in altri sovranisti, se non su sporadici passaggi e di breve durata, perché contraddirebbe il senso stesso del sovranismo: il primato dell'io contro il noi. Dell'attivismo internazionale della Meloni, fino ad ora, rimane sola la straripante propaganda sui media nazionali, in cui illustra – con toni perentori e convincenti – risultati presunti che si sciolgono come neve al sole di una calda estate costellata da tragedie e da guerre.
Andrea Masullo
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie