Italia reale, un Paese multietnico – L’Emilia-Romagna dai mille colori

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538mila sono i cittadini stranieri regolarmente residenti in regione. Per Elisabetta Gualmini, vicepresidente e assessore al Welfare della Giunta regionale dell’Emilia Romagna, la presenza di cittadini stranieri regolarmente residenti in Emilia-Romagna è da decenni un tratto distintivo di questa regione, come lo è la cultura dell’accoglienza e della solidarietà.

Un fenomeno che richiede l’individuazione e l’impiego di strumenti conoscitivi sempre più complessi e in grado di cogliere processi sociali caratterizzati da mutamenti piuttosto rapidi. Interessante sottolineare la presenza significativa della componente femminile, in buona parte impegnata nel lavoro di assistenza delle persone anziane. Sono le cosiddette ‘badanti’ il cui contributo in una regione come l’Emilia-Romagna caratterizzata da un veloce invecchiamento demografico, è diventato per le famiglie e per il sistema di Welfare sempre più indispensabile. Si auspica che le dinamiche di integrazione soprattutto per le seconde, terze e quarte generazioni di bambini e bambine sia sempre più rafforzata e finalizzata a creare una positiva e civile convivenza all’interno delle comunità locali.
Il Rapporto 2018 dell’Osservatorio regionale E. R. sul fenomeno migratorio mette in evidenza come i cittadini stranieri ed extracomunitari provengano da 170 Paesi, hanno un’età media di 34 anni e sono in prevalenza donne. Parliamo dei 538 mila residenti stranieri che vivono, lavorano e studiano in Emilia-Romagna. In testa ci sono i rumeni (17%), seguiti dagli albanesi (10,7%) e dai marocchini (8,7%); significativa anche la presenza di ucraini (6,1%), cinesi (5,5%) e moldavi (5,3%). Quasi un quinto (114.000) dei residenti stranieri sono minori, perlopiù nati in Italia.

A scattare tale fotografia della società regionale è l’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione nel nuovo Rapporto 2018 (dati 2017) “Cittadini stranieri in Emilia-Romagna. Residenti e dinamiche demografiche”, dettagliato sul territorio anche a livello provinciale e comunale. Dati che confermano l’Emilia-Romagna come prima regione in Italia per incidenza di cittadini di origine straniera sul totale della popolazione residente.

Stando al Rapporto, gli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono leggermente aumentati rispetto all’anno precedente: 7 mila cittadini in più (+1,4%), prevalentemente provenienti da Paesi comunitari. Diminuiscono invece del 25% i “nuovi” cittadini italiani: le acquisizioni di cittadinanza italiana, infatti, sono state circa 6.500 in meno.

L’incidenza di residenti stranieri è più marcata nelle province di Piacenza (14,4%), Parma (13,8%), Modena (13,0%), Reggio Emilia (12,2%) e Ravenna (12,2%). Seguono Bologna (11,8%), Rimini (10,9%), Forlì-Cesena (10,8) e Ferrara (9,1%). I comuni con il maggior numero di cittadini stranieri – oltre la media regionale del 12%- sono Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza (21,6%), e Langhirano in provincia di Parma (20,7%). Superano il 20% di presenze anche Galeata (FC) e Calestano, nel parmense.

Chi sono i cittadini stranieri residenti in regione
Le donne rappresentano oltre la metà dei cittadini stranieri (53,1%). La componente femminile è prevalente nella comunità rumena e in quelle degli altri Paesi dell’Europa centro-orientale come Ucraina, Moldavia, Polonia, Russia; maggiore la presenza maschile tra i marocchini e gli albanesi.

Relativamente alla struttura demografica, il Rapporto rileva che gli stranieri hanno un’età media di 34 anni, mentre la popolazione italiana supera i 47. I minori sono più di 114 mila (16,1% di quelli residenti in Emilia-Romagna), in buona parte nati in Italia (oltre 86 mila), quasi 45 mila sul totale complessivo sono sotto i 6 anni.

Nel 2017 sono nati in Emilia-Romagna 8.030 bambini figli di genitori stranieri, quasi un quinto (24,3%) del totale dei nati nell’anno (in Italia sono il 14,8%).
Giovanni Dursi

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