Joe Strummer, Assembly

Assembly Joe Strummer

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La carriera solista di celebrata con la nuova compilation “Assembly”.
Joe Strummer è uno di quegli artisti che vengono venerati dopo la loro morte, sono pochi gli eletti come lui le cui gesta assumono sempre più rispetto con il passare del tempo.
Lo scorso anno e precisamente il 21 agosto in concomitanza con il suo compleanno, Una sfilza rockstar, attori e registi tra cui Brian Fallon, Bruce Springsteen, Frank Turner, Bob Weir, HR di Bad Brain, Steve Buscemi, Jim Jarmusch e Matt Dillon si riunirono per “A Song for Joe: Celebrating the Life of Joe Strummer”. Questo tributo a Joe non è stato solo un ottimo modo per onorarlo, ma anche per ricordare alle persone quanto sia stato importante il suo messaggio, ha detto jesse Malin, organizzatore della serata.

Joe Strummer AssemblyIn questi giorni esce Assembly, una nuova compilation della Dark Horse Records, che si concentra sul lavoro solista di Strummer, con brani accuratamente selezionati, i preferiti dai fan e rarità d'archivio.
Assembly tenta di cambiare la sensazione che a parte il suo lavoro con i , che ha sicuramente influenzato un'intera generazione, anche il lavoro svolto come solista o come leader dei sia un lavoro prominente.
In seguito allo sventurato scioglimento dei Clash e senza Mick Jones, con il quale si completavano a vicenda, entrambi
hanno continuato a fare un lavoro eccellente come artisti solisti ma mentre per Jones l'avventura con i BAD sembra dare immediate soddisfazioni, gli inizi per Strummer non sono così facili.

I suoi primi lavori, perlopiù partecipazioni a colonne sonore, vengono praticamente ignorati sia da critica che dal pubblico, nel 1989 Joe Strummer pubblicò il suo primo da solista, Earthquake Weather, che fu un flop critico e commerciale, lo vide perdere il contratto con la Sony Records e non pubblicare un album per altri 10 anni.
Una sola canzone è su Assembly da questo disco sottovalutato “Sleepwalk”, senza “Earthquake Weather” questo intreccio di punk, rockabilly, reggae, folk, ska, funk, caraibica e pop non sarebbe mai nato.
Assembly si concentra poi su quello che fu il periodo di maggior successo critico e commerciale di Strummer dal 1999 al 2003 con il postumo Streetcore.

Quattro brani sono tratti da Rock Art del 1999 il suo primo disco con i Mescaleros, Tony Adams, X-Ray Style, Forbidden City e Yalla Yalla, questo è il disco dove Strummer abbandona il rock-n-roll più diretto del suo lavoro del 1989 per riprendere suoni appartenenti al periodo Combat Rock, reggae, afro-beat, hip-hop.
Global A Go-Go, disco del 2001 ha tre tracce presenti su Assembly, Johnny Appleseed, Mondo Bongo e At the Border, Guy, il global del titolo lascia presagire un allargamento dei confini musicali di Strummer qui è la World Music a farla da padrone si va dalla musica giamaicana ai ritmi celtici, i tre brani scelti per Assembly ne sono un esempio dalla bossa-nova di Mondo Bongo al rock di Johnny Appleseed.

Questo era il disco della svolta per Strummer si era rialzato e trovato finalmente nuove ispirazioni e passioni.
Streetcore, l'album postumo uscito quasi un anno dopo la sua morte, contiene quattro canzoni per Assembly.
Streetcore poteva diventare un brutto pasticcio se non fosse stato per l'amorevole lavoro fatto dai Mescaleros su demo e lavori incompiuti, la loro devozione ne ha fatto un disco coeso e coinvolgente.
Coma Girl” è un perfetto esempio di folk-rock, un brano dedicato da Strummer alla figlia Lola, “Get Down Moses” è puro rock, “Long Shadow” è una bellissima canzone country, con “Redemption Song” Strummer paga un doveroso omaggio al reggae interpretando uno dei più famosi brani del re della musica giamaicana Bob Marley.

Un discorso a parte merita “Love Kills”, proveniente dal periodo delle Soundtrack , dal film Sid & Nancy dedicato a Sid Vicious e al suo amore per Nancy Spungen.
A completare la compilation ci sono i tre brani inediti due registrati live alla Brixton Academy nel 2001, e una versione acustica di Junco Partner scoperta su un vecchio nastro.
Una citazione speciale ai due figli d'arte Jakob Dylan che ha firmato le note di copertina e Dhani figlio di George Harrison che guida la Dark Horse Records, etichetta fondata dal padre e che ha fortemente voluto questo atto d'amore.

Cesare de Stefano

 

 

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