
Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale contro l'omofobia. Sarebbe più opportuno parlare in realtà di “commemorazione”. Fare ovvero lo sforzo collettivo e morale di ricordare l'enorme numero di vittime di discriminazione in tutto il Mondo. Nel 2021 assistiamo ancora ad apparati statali, governi, costituzioni, che prevedono pene e condanne, a volte terribili e fino addirittura alla morte, per l'accusa di essere omosessuali. Sono pratiche non solo del tutto inaccettabili, ma che andrebbero combattute con tutti i mezzi possibili, financo attraverso mandati internazionali di incriminazione e messa al bando per chi propina ancora queste orribili pratiche. Come ha affermato il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, la giornata del 17 maggio deve essere “l'occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea”. Aggiungendo che “le attitudini personali e l'orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica”. Parole da imprimere una volta per tutte nelle coscienze ma anche nelle leggi degli stati.
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