La meglio gioventù lascia il Bel Paese. Intervista a Maria Barra

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Secondo le stime di OCSE nel corso dello scorso anno 250.000 hanno abbandonano l' per cercare migliori opportunità all'estero, mete elettive dell'italiano “in fuga” Germania e Regno Unito seguiti da USA e Sud America. Parliamo di un numero di pari a quello degli anni '50.
Sono ormai 5 milioni i nostri connazionali residenti all'estero, un italiano su dodici non vive in Italia, ma è analizzando la composizione del gruppo di emigranti italiani del ventunesimo secolo che emergono le profonde differenze rispetto alla emigrazione degli anni '50 .
In pochissimi anni il numero dei laureati che ha varcato i confini è più che raddoppiato passando dal 12% del totale del 2002 al 30% nel 2013 , soprattutto millennials che hanno completato il loro percorso di studi in Italia , ma che seguono migliori opportunità altrove .
Sempre l'Ocse ha stimato il costo della formazione di un laureato in circa 170.000€  e 230.000€ per un dottorato di ricerca, in sintesi stiamo depauperando il patrimonio intellettuale del nostro Paese.
Siamo all'ottavo posto della classifica mondiale per numero di emigrati, prima di noi Paesi come Cina, India, Siria. In sintesi: “Huston, abbiamo un problema”.

Maria è la ragazza mora con gli occhiali da sole

Maria Barra, da aspirante ricercatrice all'Università di Salerno ad una brillante carriera di manager in California.

 

Maria Barra, in quale anno ti sei trasferita in USA ?
2000

In sintesi mi puoi raccontare quale è stata la tua carriera in USA?
Presso la mia Università di Salerno ero candidata a diventare ricercatrice, aspiravo un giorno a diventare insegnante all'Università .
Quando ho deciso di trasferirmi in California ho tentato inizialmente un lavoro come insegnante e ci sono anche riuscita per un semestre in USA, ma non c'erano molte possibilità di trovare qualcosa di stabile, non essendo stata studentessa qui in USA, ben presto ci ho rinunciato e mi sono orientata verso compagnie private come ingegnere di software .
Ho trovato un primo lavoro con Accenture, un po' di esperienza li, appena 3 mesi, mi ha permesso di trovare un lavoro migliore, con questo intendo pagato decentemente per poter vivere in California decorosamente e con un contratto con Sun Microsystems.
Dopo appena 6 mesi il mio capo mi ha chiesto di lavorare full-time con lui in una non profit, spin off di Sun, e io ho accettato.
Dopo questa esperienza e stato facile cambiare compagnia, e guadagnare sempre meglio ed imparare sempre di più.
Ho anche avuto l'opportunità di cambiare tipo di lavoro, da software ingegnere sono passata a Product Management. Quindi ho potuto riadattare le mie conoscenze e capacità a un lavoro che mi soddisfa di più.
Attualmente lavoro in Facebook come Technical Program Manager e sono soddisfatta.

Perchè hai fatto questa scelta di andare negli Stati Uniti?
Inizialmente sono arrivata qui durante il mio PhD, per fare carriera all'Università in Italia dovevo avere esperienza all'estero, in qualche università o centro di ricerca, senza esitazione sono venuta qui durante il mio dottorato.
Ho incontrato il mio futuro marito Mike, un ingegnere americano, lui mi ha dato l'input per lasciare l'Università italiana e trasferirmi definitivamente, quindi è stata inizialmente un trasferimento provvisorio per motivi professionali che è diventato un trasferimento definitivo sia per lavoro che per amore.
Ho imparato anche da lui che qui è normale non rimanere nella stessa compagnia per sempre in quanto a ciascuno sono offerte più opportunità.
Ovviamente anche il luogo dove sono ha contribuito a questa scelta, Google, Sun, Apple, HP, Cisco, IBM, eBay tutte queste grandi compagnie sono qui in California e sono enormi.
Impiegano migliaia di persone e sono il cuore del computer science. Non tutti i luoghi in America hanno queste opportunità di lavoro.

Cosa hai trovato in USA che non avresti avuto la possibilità di trovare in Italia a tuo avviso?
Mobilità, la possibilità di cambiare lavoro se non ti trovi bene dove sei oppure, se vuoi migliorare e fare carriera. Esperienze di lavoro diverse nello stesso settore ti rendono più appetibile per le aziende, perché puoi portare nuove conoscenze, e probabilmente avere idea di quali metodologia funzionano meglio, insomma metter insieme tutte le buone cose che ho imparato e scartare quelle negative.

Quale consiglio daresti ad un giovane che non ritiene di avere delle opportunità di realizzazione professionale in Italia?
Credo che aspettare che arrivi un lavoro in Italia sia tempo perso, meglio partire ed iniziare a fare esperienza all'estero.
Lavorare all'estero ti insegna a lavorare con gente diversa e un giorno che decidi di tornare in Italia avrai più possibilità di dimostrare che vale la pena assumerti.
Ovviamente non tutti devono fare questa scelta; se quando finisci gli studi trovi un lavoro in Italia diciamo nel giro di un anno forse non e necessario andartene, ma se non trovi lavoro entro massimo un anno la migliore cosa e trasferirsi per un po' per fare esperienza anche l'esperienza di lavorare con gente che viene da diverse parti del mondo e poi eventualmente, se lo desideri, ritornare in Italia portando con te quel bagaglio che ti consentirà di dimostrare la tua indipendenza, la tua abilità e la tua voglia di lavorare.

Adelaide Cacace

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