
A Madrid la NATO ha certificato il suo allargamento con l'entrata della Finlandia e della Svezia grazie al via libera del presidente turco Erdoğan. La Russia per voce del suo presidente Putin, e non solo, ha detto che non starà a guardare. Erdoğan ha tolto il veto in cambio del tradimento a danno dei curdi. Le rassicurazioni della premier Andersson – ha precisato che l'accordo sulle estradizioni dei curdi dalla Svezia “rispetterà le leggi nazionali e gli standard europei” – è carta straccia. Le precisazioni della premier non convincono affatto i curdi. Nemmeno la deputata di origine curdo-iraniana Kakabaveh che ha anche salvato il governo socialdemocratico in due occasioni. La democrazia la si esporta per interessi. E la Turchia non è un paese dove si esporta democrazia. Dicevamo che la NATO si allarga ufficialmente. L'interesse oltre l'area euroatlantica era già nei fatti ora è stato scritto. E si è anche scritto di altri mondi virtuali o nel cosmo. Serviranno tanti altri soldi che andranno presi da qualche parte: dagli investimenti per combattere disuguaglianze, quelli per la scuola, per l'ambiente, per la sanità. La pace si allontana.
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