La povertà dilagante in Italia

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Il nostro modello economico continua a produrre povertà diffusa, povertà assoluta quella che non ti consente di soddisfare i bisogni primari. E gli strumenti, o presunti tali, che vengono messi in campo per fronteggiare la povertà sono inadeguati. L’ISTAT ieri ha specificato che, nel 2021, si registrano più di 1,9 milioni di famiglie, e cioè 5,6 milioni di persone erano “poveri assoluti”. Sul totale delle famiglie siamo al 7,5% (7,7% nel 2020) e per gli individui siamo al 9,4% come nel 2020. I minori sono 1,4 milioni rappresentati il 14,2% del totale. Nel 2017 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta era del 6,9%, in forte crescita sull’anno precedente (6,3%) e nettamente superiore a quella media del quadriennio precedente (2013-2016) quando risultava stabile e pari al 6,1%. Come scrive Roberto Ciccarelli, “il cosiddetto «reddito di cittadinanza», e il suo effimero gemello chiamato «reddito di emergenza» deciso dal governo «Conte 2» per evitare l’estensione della misura principale verso un reddito di base incondizionato, non sono riusciti a diminuire il tasso di povertà. Senza contare il fatto che, ieri come oggi, il «reddito di cittadinanza» non raggiunge tutti i poveri assoluti censiti ufficialmente in Italia”.

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