
Nel calcio, in particolare tra i grandi club, quelli dalla spropositate risorse finanziarie e con i migliori giocatori in circolazione, si pensa da tempo ad una Superlega.
In parte lo stato dei fatti assomiglia già ad un campionato europeo ristretto alle squadre provenienti dalle maggiori leghe continentali (Premier, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue) che si accaparrano il 75% del totale dei ricavi delle leghe. Infatti agli ottavi di finale della Champions League di quest’anno troviamo:
• dalla Bundesliga – RasenBallsport Lipsia, Borussia Dortmund e Bayer Monaco (la prima già ai quarti)
• dalla Premier – Tottenham, Liverpool, Manchester City e Chelsea (
• dalla Ligue -PSG e Lione (la seconda già ai quarti)
• dalla Liga – Real Madrid, Barcellona, Valencia e Atletico Madrid (l’ultima già ai quarti)
• dalla Serie A – Napoli, Juventus e Atalanta (l’ultima per la prima volta nella sua storia ai quarti)
La Superlega di cui si tratta sarebbe un campionato a cui partecipano solo le maggiori e più titolate squadre di calcio in una specie di mondiale per club o un aggiornamento dell’attuale Champions. Senza promozioni e retrocessioni si affronterebbero 16-18 squadre con l’iscrizione al torneo basata sul meccanismo delle wild card; un sistema che ridurrebbe ancora il valore sportivo del calcio.
Come spiega Alessandro Cappelli «la nascita di una Superlega sarebbe il primo vero tentativo di andare oltre gli storici sistemi piramidali. È la più rivoluzionaria di un pool di proposte che comprende anche la diminuzione del numero di squadre per ogni campionato nazionale, salary cap e parametri più stringenti per l’iscrizione alla stagione successiva. Il nuovo torneo continentale svaluterebbe, di fatto, i campionati locali, che – come hanno riportato molti media – potrebbero giocarsi in turni infrasettimanali (almeno in alcuni momenti della stagione), ed eventualmente sarebbero derubricati a lega di sviluppo della Superlega stessa. In pratica si sostituirebbe l’attuale format del calcio continentale in favore di un sistema maggiormente votato all’intrattenimento, si punterebbe su uno spettacolo che offre continuamente scontri diretti tra i migliori club al mondo» [1],
Nel frattempo l’organismo che rappresenta le società calcistiche a livello europeo, l’Associazione dei Club Europei (ECA) sembra abbia voglia arrivare ad una modifica dell’attuale Champions aumentando il numero delle partite da disputare per cui la vincitrice dalle attuali 13 gare ne disputerebbe 17, con buona pace, in diversi paesi, delle competizioni cosiddette minori dove partecipano anche i club meno titolati [2]. Un’ulteriore asservimento dello sport più popolare al mondo e che da tempo è un aspetto rilevante della socialità nelle nazioni. Specchio di un mondo dominato dal mercato e dai grandi oligopoli, diversi attori forti del calcio vogliono a stare al passo con gli altri settori economici.
Tanto per dare un’idea dei valori economici, la 23esima Football Money League di Deloitte Sports Business Group, per la stagione 2018/19, certifica che «i 20 club calcistici con i ricavi più elevati al mondo hanno generato, infatti, un fatturato di 10,6 miliardi di dollari, classifica che tiene conto di entrate da stadio, media e commerciali, escludendo le plusvalenze da calciomercato» [3].
Con tanto denaro in ballo ognuno tira acqua al suo mulino e così la Fifa è più propensa ad andare avanti mentre l’Uefa è molto più fredda, i grandi club contro i piccoli, gli interessi delle multinazionali degli eventi sportivi contro piccole società.
Lo scorso dicembre era venuta a galla, ne parlavano il NY Times e il Finacial Times, su iniziativa del presidente del Real Madrid Florentino Perez, l’idea di un campionato del mondo per club al quale è fortemente interessata la CVC, società britannica, leader mondiale nel private equity e nel credito con $ 82,4 miliardi di risorse gestite, $ 134,5 miliardi di fondi investiti con sedi in Europa, Americhe e in Asia.
La CVC ha già interessi in altri sport ed eventi sportivi e Carlo Festa scriveva che il fondo «sarebbe stato contattato da Perez, che avrebbe spiegato il piano, che prevede due divisioni a 20 squadre, composte quasi esclusivamente da club dei cinque maggiori campionati d’Europa: Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia. Ad alcuni club è stato detto che potrebbero aspettarsi di raddoppiare i loro ricavi lasciando i rispettivi campionati nazionali. […] una competizione d’élite con i club più ricchi del mondo, liberi dalle loro leghe nazionali» [4].
Non tutti sono d’accordo, anche tra gli addetti ai lavori, e l’ultimo in ordine di tempo dei contrari è Karl-Heinz Rummenigge campione del passato e Amministratore delegato del Bayern Monaco che ha da poco dichiarato, in un’intervista concessa a Diego Torres de el Pais, «non sono favorevole. Innanzitutto perché amo il calcio, perché ho giocato al più alto livello possibile. Secondo, perché so come pensa il pubblico» [5].
E chissà che la pandemia da Covid-19 non dia una mano a ripensare in tutt’altra direzione, il mondo del pallone.
Ciro Ardiglione
[1] Alessandro Cappelli, “È arrivato il momento della Superlega?”, https://www.rivistaundici.com/2019/04/12/superlega-champions/, 12 aprile 2019
[2] “Champions League, possibili nuove formule dal 2024: doppio girone e più partite?”, https://sport.sky.it/calcio/champions-league/2020/01/17/champions-league-nuova-formula-2024#09, 17 gennaio 2020
[3] Marco Bellinazzo, “Champions League dei fatturati, il Barça supera il Real: Juve decima”, https://www.ilsole24ore.com/art/champions-league-fatturati-comandano-barca-e-real-juve-decima-ACvu0mBB, 14 gennaio 2020
[4] Carlo Festa, “Calcio, così Cvc e Real Madrid vogliono creare la Superlega per squadre al top”, https://www.ilsole24ore.com/art/cvc-mira-creare-superlega-calcio-d-elite-squadre-top-ACDAXp3, 7 dicembre 2019
[5] Diego Torres, “Rummenigge: «El coronavirus nos puede ayudar a crear un fútbol más racional»“, https://elpais.com/deportes/2020-04-03/rummenigge-el-coronavirus-nos-puede-ayudar-a-crear-un-futbol-mas-racional.html, 3 aprile 2020
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