
È sempre più penoso affrontare il discorso sullo stato attuale del sistema-calcio perché ormai anche il solo vedere una partita in televisione, che sia di campionato o di leghe estere, fa scattare il dubbio che, anche senza prove, una delle due squadre abbia da nascondere più di qualche scheletro nell'armadio della società.
Per ciò che riguarda il calcio nostrano, troppo spesso finito in zone d'ombra o di profondo buio per dissesti finanziari taciuti o risolti in maniera gattopardesca, l'ennesimo scandalo è venuto alla luce in maniera fragorosa tanto che si è temuta una possibile implosione del “giocattolo”. Ora nell'occhio del ciclone, e della magistratura, sia ordinaria che sportiva, c'è il club juventino accusato di illeciti finanziari che la Procura di Torino, nella c.d. “inchiesta Prisma”, contesta almeno per le tre stagioni sulle quali sta indagando e cioè quella 2019-20, 2020-21 e 2021-22.
L'accusa mossa dai magistrati sembra però che stia anche adombrando il sospetto di un illecito sportivo che potrebbe essere stato perpetrato per tutto il periodo della dirigenza di Andrea Agnelli, quella cioè che in 13 anni ha garantito la conquista di 9 scudetti consecutivi dal 2012 al 2020.
Sempre secondo la procura di Torino, la Juventus ha posto “in pericolo la lealtà della competizione sportiva attorniandosi di club amici [i pm ne citano cinque: Atalanta, Empoli, Sampdoria, Sassuolo e Udinese, ndr]che si sono messi al suo servizio, in qualche modo poi ripagati. Partnership con società terze e opacità di rapporti di debito/credito” [1].
Ma per capire come nasce questa indagine bisogna fare un passo indietro e ricordare che a dare il via alla vicenda è la Consob (Commissione nazionale per le Società e la Borsa) nel 2021 con l'apertura di una indagine per plusvalenze fittizie su alcuni trasferimenti di calciatori. Dei 62 casi presi in esame, ben 42 coinvolgono la Juventus e solo a questo punto intervengono le due magistrature, cioè la Corte federale da una parte e la Procura di Torino dall'altra, aprendo quest'ultima il fascicolo d'indagine denominato “inchiesta Prisma”. Il lavoro della magistratura si è incentrato sull'analisi dei bilanci dal 2019 al 2021 che hanno portato a formulare “l'ipotesi di 155 milioni di plusvalenze fittizie, tramite le quali il club mirava ad ammortizzare le ingenti perdite derivanti sia dalla propria gestione economica e sportiva sia, soprattutto, dal difficile periodo dell'epidemia da Covid-19” [2].
Come è probabilmente noto a chi segue il calcio, anche quello non giocato, ora è nelle mani della magistratura l'originale della scrittura privata fra la società bianconera e Cristiano Ronaldo – firmata tra l'altro solo dal Direttore Sportivo del Club Fabio Paratici – nella quale la Juventus chiede al giocatore di rinunciare ad alcune mensilità di stipendio causa la non brillante situazione economica societaria, prendendo l'impegno con lui di versargli il dovuto in un secondo momento, anche nel caso il giocatore si fosse trasferito in altro Club, come poi, guarda caso, è avvenuto. Dove si nasconde l'illecito? Nel fatto, come rileva la Procura, che questa seconda operazione – quella cioè di remunerare il calciatore in futuro – non sia stata trascritta con un segno “meno” nel bilancio di competenza. A questo punto, la Procura di Torino chiude le indagini rinviando a giudizio la Società calcistica e i 12 componenti del CdA, mentre la Procura Federale infliggerà 15 punti di penalizzazione applicabili con effetto immediato.
Altra situazione in bilico, ma per motivi diversi, è quella che riguarda un altro “top club” e cioè l'Inter. Qui non si parla di illeciti bensì di bilanci a dir poco scricchiolanti causa un possibile default finanziario del suo sponsor principale e cioè la Suning.com, società di diritto cinese che opera nella vendita al dettaglio di elettrodomestici e facente parte della multinazionale cinese “Alibaba Group”. Vediamo in parallelo la situazione patrimoniale delle due Società. Per quello che riguarda la Società calcistica milanese, “questa ha chiuso il bilancio di esercizio 2021-2022 con una perdita di 140 milioni di Euro, con una erosione del patrimonio netto di 86,60 milioni di Euro, e debiti per 881,15 milioni di Euro” [3]. Anche per il gruppo cinese le cose non vanno bene e il bilancio del 2022 registra “incertezze sulla continuità aziendale. Al 30 giugno 2022 i ricavi di Suning.com sono calati del 60% passando da 13,1 a 5,2 miliardi di Euro. La perdita netta è stata di 385 milioni di Euro” [4]. Quindi, se mettiamo insieme i debiti dell'Inter e della Suning.com si supera abbondantemente il miliardo di Euro. E allora, per evitare lo spettro del fallimento e che i debiti dei nerazzurri superino il valore commerciale, di mercato, della stessa Inter, bisognerà forse fare appello a qualche fondo arabo pronto a rilevare i debiti?
Fin qui la cronaca, ma proviamo ad allargare il campo delle indagini e capire cosa sta effettivamente accadendo nel calcio italiano, sempre più con sembianze di una enorme bolla di sapone pronta ad esplodere e questo a prescindere dalla colpevolezza o meno di Andrea Agnelli e dei suoi manager e delle vicende del gruppo Suning.com .
La prima domanda da porsi, forse la più banale, è: perché molte squadre di serie A spendono più di quello che incassano?
Sostanzialmente si potrebbe dire che negli anni '70 prende corpo la trasformazione dell'idea stessa del gioco del calcio visto come uno sport fine a se stesso, che si genera e si esaurisce nel breve spazio temporale dei 90 minuti di una partita. Questa interpretazione del calcio doveva sparire per lasciare posto ad una visione del gioco visto come “prodotto”, merce, da vendere al migliore offerente. Per raggiungere questo obiettivo servivano dei collaboratori non necessariamente legati al mondo del calcio purché avessero voglia di investire soldi, tanti soldi, su questa scommessa. Ecco allora gli sponsor che inondarono sempre più le federazioni e le società calcistiche di un fiume di denaro gonfiando in maniera anomala non solo la reale caratura sportiva della squadre ma anche i bilanci della società controllante. E così negli anni, in tutto il calcio mondiale, è iniziata la corsa al profitto e le società che controllano le squadre sempre più si muovono come le società di qualunque settore. Anche cambiando le regole del gioco per potersi adattare alle esigenze delle aziende televisive, ad esempio, o a quelle delle società di abbigliamento sportivo in un circolo vizioso.
Torniamo alle plusvalenze; parola quasi magica ed oscura allo stesso tempo. Ma cosa sono? Diciamo subito che la plusvalenza, di per sé, non rappresenta nulla di illecito essendo, in pratica, il guadagno che trae una società dalla cessione di un proprio calciatore. Nel calcio, e specialmente in quello italiano, la plusvalenza rappresenta una delle maggiori fonti di entrate per i Club che, come risaputo, proprio per l'assenza di beni di proprietà come, ad esempio, lo stadio oppure la sede societaria o i campi di allenamento, il parco calciatori rappresenta il bene principale. Nella pratica corrente, quando una squadra compra un giocatore il suo valore di acquisto viene messo a bilancio con la tecnica contabile dell' “ammortamento”, cioè il costo per il nuovo acquisto viene suddiviso negli anni per i quali è stato ingaggiato. Quando poi la società che ha venduto il suo tesserato è riuscita a chiudere la compravendita ad un prezzo superiore a quello riportato in bilancio, ha generato una plusvalenza cioè un guadagno.
Questo strumento contabile, sostanzialmente analogo ad altri utilizzati per trarre profitto e sanare bilanci, può però generare degli illeciti quando le operazioni determinano plusvalenze false, cioè quelle conosciute come “plusvalenze a specchio”, che non danno origine a movimenti finanziari. Un esempio potrà chiarire i vari passaggi. La squadra A ha il calciatore Tizio iscritto a bilancio per 2 milioni di euro e lo scambia con la squadra B per il calciatore Caio che è iscritto a bilancio per lo stesso valore. I dirigenti delle squadre A e B si accordano per effettuare lo scambio ad un valore aumentato ad hoc. Poniamo a 10 milioni di Euro. L'operazione andrà quindi a segnare una plusvalenza fittizia nei bilanci delle società coinvolte.
Quindi i benefici di queste operazioni sono puramente contabili, e non rendono più ricco il club ma l'aiutano a mascherare le sue reali condizioni finanziarie. Queste pratiche illegali, ormai ricorrenti nel calcio italiano, anche se indagate a fondo dagli organi competenti sia sportivi che ordinari, non hanno mai portato a grandi risultati sul piano della giustizia. Come viene osservato
«l'ostacolo principale è infatti la soggettività di queste operazioni. In mancanza di clausole specifiche, il valore di un calciatore viene infatti stabilito da venditori e acquirenti: chi altro può stabilire se il prezzo di vendita sia giusto? E chi può escludere il fatto che non si sia trattato di un errore di mercato (che peraltro nel calcio non sono così rari)?»[5].
Ma oltre ad illeciti sanzionabili come abbiamo visto quando è possibile dagli organi di governo della giustizia sportiva nonché di quella ordinaria, il danno che provoca il ricorso allo strumento della plusvalenza è di molto superiore a quello puramente finanziario perché poi, a ben vedere, le vere vittime potrebbero essere le decine di giovani calciatori che vengono spinti nella loro carriera, a volte appena iniziata a livello professionistico, verso un binario morto perché schiacciati da un valore iscritto a bilancio che li rende incedibili o, ancora peggio, a merce di scambio come una figurina. In una ricostruzione fatta dei casi più discussi, eclatante è la storia del “Primavera” dell'Inter Federico Valietti classe 1999 «valutato [dall'Inter, ndr] 6 milioni di euro nel 2018, il difensore – oggi a Vicenza dopo aver girato tra Serie B e C – vale 100 mila euro secondo Transfermarkt, il portale di riferimento del calcio mercato. E non ha mai superato il valore di 500 mila» [6].
Per farsi un'idea di quanto accade anche in altre parti del mondo si possono leggere gli articoli del sito giornalistico indipendente, Mediapart che spiega dell'allegro uso di risorse finanziarie – in anni recenti e a vari livelli – nel calcio in Francia e non solo. Scrive Philippin che i Footbal Leaks
«hanno documentato per primi la follia del business calcistico, afflitto dalla febbre del denaro: stipendi stravaganti per star come Messi (100 milioni di euro lordi l'anno) e Neymar , clausole folli chieste al PSG da Kylian Mbappé , in un contesto di continua inflazione del calciomercato, con la chiave delle tangenti o l'uso di prostitute per ungere le ruote. Per non parlare del ruolo dei fondi di investimento o dei lupi finanziari , che mantengono la bolla speculativa spingendo i club nell'indebitamento» [7].
E qui tralasciamo l'enorme scandalo che sta coinvolgendo il calcio francese per fatti di abusi, mobbing e stalking.
Nel campionato del Kenya, dove il calcio è lo sport preferito, qualche giorno fa la Federazione,
«al termine di indagini segrete e d'accordo con la FIFA […] ha sospeso, precauzionalmente e provvisoriamente, 13 giocatori e 2 allenatori. Ben 6 dei 15 “squalificati” (sia pure pro tempore) appartengono a una stessa stessa squadra, la “Zoo Fc”, di Kericho, (importante città nella Rift Valley). […] L'accusa: manipolazione delle partite». A proposito del Kenya va ricordato che, come nazione, «era stato escluso per 9 mesi dalle competizioni internazionali a causa di una serie di irregolarità» [8].
In questi giorni invece, in Camerun, si dovrà far luce sul mancato superamento del test sull'età da parte di 32 i giocatori Under 17. Non è la prima volta che si scoprono scandali sull'età dei giocatori [9].
Recentemente la magistratura portoghese ha aperto un'indagine sulla più famosa squadra del Portogallo, il Benfica e sui membri del Consiglio di Amministrazione per il periodo 2016/2020, ancora in carica. L'accusa per il club è quella di aver usufruito di risultati falsati in diverse partite.
Anche nella Premier league inglese c'è un club che sta attirando l'attenzione degli organi di controllo dell'UEFA per probabile aggiramento delle regole sul “Fair play finanziario” e questo club è il Chelsea che, secondo i dati forniti dalla Deloitte Football Money League, avrebbe speso non meno di 460 milioni di sterline in un solo anno. Tutto questo sembra sia stato reso possibile dal regolamento della FIFA che pur ammettendo contratti di durata quinquennali, lascia alle federazioni la facoltà di prevedere durate diverse. In questo modo “facendo firmare ai giocatori contratti pluriennali, i costi del cartellino non pesano solo per una stagione, ma vengono spalmati e ammortizzati nel corso di tutti gli anni” [10].
Gli affari e gli interessi, anche politici, sono enormi e la disciplina sportiva è sempre più in secondo piano, come in secondo piano sono le passioni e i sentimenti della stragrande maggioranza dei tifosi di questo sport. È difficile immaginare di poter uscire da una morsa così feroce, quella del profitto, se i paesi non cambiano i loro modelli di vita. Se l'etica scompare dalla società, figuriamoci dal calcio.
Stefano Ferrarese
[1] Paolo Ziliani, https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/01/23/sistema-juve-quanti-sono-i-campionati-falsati-dai-club-al-servizio-di-madama/6944960/, 23 gennaio 2023
[2] Iacopo Erba, https://www.eurosport.it/calcio/serie-a/2022-2023/plusvalenze-paratici-e-manovre-stipendi.-inchiesta-prisma-cos-e-e-cosa-rischia-la-juventus-arriva-pe_sto9338826/story.shtml, 20 gennaio 2023
[3] https://vivoperlei.calciomercato.com/articolo/inter-la-situazione-preoccupante-dei-nerazzurri, 4 gennaio 2023
[4] Matteo Spaziante, https://www.calcioefinanza.it/2022/10/06/suning-debiti-scaduti-4-miliardi-bilancio/, 6 ottobre 2022
[5] https://www.ilpost.it/2021/12/01/cosa-sono-plusvalenze-calcio-juventus/, 1 dicembre 2021
[6] Cristiano Vella, Plusvalenze, dal trio per Osimhen allo scambio Pjanic-Arthur fino a Rovella: tutte quelle operazioni che hanno generato perplessità, 22 gennaio 2023
[7] Yann Philippin, Football Leaks: des millions de documents, des dizaines de scandales, 3 settembre 2020
[8] Scandali e partite truccate: la lista infame del calcio in Kenya con 15 sospesi, 17 gennaio 2023
[9] Si allarga lo scandalo in Camerun: sono 32 i giocatori Under 17 che non superano il test sull'età, 5 gennaio 2023
[10] Polemica sul Fair Play Finanziario: la trovata del Chelsea, 26 gennaio 2023
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