
Michel Gondry è un regista che stupisce sempre, originale, creativo, almeno quando realizza opere indipendenti come nel caso di The We and the I, il suo ultimo lavoro presentato alla Quinzaine des Réalisateurs (selezione parallela, non in concorso, del Festival di Cannes).
L'idea di base è davvero semplice e sulla carta potrebbe risultare persino azzardata, ma il risultato finale, corredato di soluzioni scenico-visive – con inserti di minivideo di youtube, disegni e trovate fantasiose – è davvero convincente. Ma di quale idea si tratta? The We and the I è un film sull'adolescenza, o meglio, un film sugli adolescenti, in bilico tra la necessità di appartenere ad un'identità di gruppo ed il desiderio di dare voce alle proprie istanze interiori. Nel rispetto assoluto delle unità di tempo, luogo ed azione, l'intera vicenda si svolge all'interno di un autobus che raccoglie questo gruppo di adolescenti all'uscita del loro ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive e percorre lentamente le strade del Bronx per riportarli a casa.
Diviso in tre atti – the bullies, the chaos, the I – durante il tragitto iniziale si viene subito a delineare una contrapposizione tra il gruppetto dei più estroversi ed esuberanti – dediti a scherzi, offese, gesti di maleducazione ed atti di vero e proprio bullismo – e quello di chi, volente o nolente, rimane più in disparte. Man mano che il bus procede e si alleggerisce di fermata in fermata, i volti di alcuni acquisiscono tratti più distinti e si arricchiscono di tic e caratteri propri, i dialoghi si fanno meno concitati e chiassosi e singole vicende personali iniziano a farsi spazio nell'indistinto caos iniziale.
Nell'ultima parte – in cui non rimangono che due o tre ragazzi e che è la più riuscita ed anche la più toccante – si passa finalmente da quel noi del titolo – quello in cui si è costretti ad indossare le maschere dell'identità di gruppo e a giocare secondo determinate regole sociali, pena l'esclusione e la non appartenenza – a quello della nudità dell'io, finalmente libero di mostrarsi in tutta la propria vulnerabilità, ma anche piena espressività perché, in fin dei conti, l'aderenza ed il conformarsi ad un'identità di gruppo finisce sempre per penalizzare una parte di sé. Più l'autobus si svuota e quel noi perde forza e coesione e più il singolo emerge, le relazioni ed i legami esplodono in tutta la loro forza ed autenticità, si giunge al momento in cui i veli dell'arroganza e della strafottenza – indossati come armatura protettiva – cadono a terra e rivelano le fragilità ed i timori adolescenziali di sempre. L'autobus – microcosmo avvolgente e rassicurante in cui vigono le regole di un gioco in cui ognuno, perdente o vincente che sia, ha un proprio ruolo da rispettare – giungerà così al suo capolinea e a tutti, singolarmente o ancora per un ultimo tratto insieme, non resterà che scendere ed affrontare a piedi il mondo di là a venire. Michel Gondry riesce con pochi tratti a dare vita a questo mondo adolescenziale: un mondo dotato di una propria espressività linguistica e gestuale, dominato da determinati oggetti tecnologici – mezzi che condizionano e divengono, per dirla con McLuhan, il messaggio stesso che si vuol comunicare – solo apparentemente ripreso nelle sue manifestazioni esteriori più sintomatiche, ma capace invece di rivelare i tratti più profondi di questa umanità in limine tra un momento e l'altro della propria esistenza. La parola chiave è transizione: dal noi del gruppo all'io del singolo, tra il microcosmo chiuso ed asfittico della scuola e dell'autobus all'apertura verso il mondo, tra l'adolescenza e la conquista di una maturità ancora tutta da esperire.
Rita Ciatti
Scheda del Film
Titolo: The We and the I– Paese: USA – Produzione: Raffi Adlan, Georges Bermann, Julie Fong– Genere: drammatico – Durata: 103′– Regia: Michel Gondry – Sceneggiatura: Michel Gondry, Jeffrey Grimshaw, Paul Proch– Fotografia: Alex Disenhof – Montaggio: – Jeff Buchanan – Attori Principali: Michael Brodie, Teresa Lynn, Laidychen Carrasco, Meghan Murphy, Alex Barrios.
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