
Come Wilton Norman Chamberlain aveva consegnato a Kareem Abdul Jabbar il pallone che significava detenere il record di 38.387 punti nella stagione regolare di NBA, lo scorso 8 Febbraio è stato Jabbar a consegnarlo a LeBron James nell’ Arena di Los Angeles.
Abdul Jabbar, un centro di 218 centimetri, molti di quei punti del suo record li aveva messi a segno con il suo gancio cielo che adesso, con il nuovo record battuto, andava definitivamente nell’archivio dei ricordi più emblematici della pallacanestro internazionale. Restava però nelle menti la dinamica di quando le leve superiori di Jabbar si levavano in alto e non c’era possibilità di contrasto sterico per quel movimento, a volte neanche il fallo pesante era sufficiente a fermarlo.
Adesso il record passava ad altro tipo di atleta, un 206 centimetri di grande versatilità nei ruoli, da play ad ala grande ma per dichiarazione di tecnici anche in grado di ricoprire i 5 ruoli. Comunque con fama da migliore al mondo che lo precedeva quando si parlava di lui.
Si gioca, l’8 Febbraio 2023 ore 4:30 italiane, Los Angeles Lakers vs Oklahoma Thunder corre il minuto 12 del terzo quarto, il record resisteva dall’Aprile del 1984. El Rey o meglio “The chosen one”, il prescelto, si alza in sospensione e porta a 38.390 il nuovo record di punti segnati nella regular season del campionato di pallacanestro più ambito, ma anche discusso del globo: l’NBA. L’ennesimo gesto atletico come tanti altri in carriera, per nulla ostacolato da quel peso da prescelto che non è mai stato impedimento per lui ma stimolo continuo nel tempo. Il proscenio si ferma per qualche minuto per il tributo ed i quasi 19.000 spettatori, alcuni avevano acquistato il biglietto per circa 50mila dollari, potevano dare sfogo all’esaltazione collettiva che festeggia il mito rinnovato. Veniva tributato da sportivi comuni e da un parterre de roi accorso in previsione dell’accaduto. Il record dei punti totali di tutte le partite NBA era già stato battuto, sempre dal prescelto, nel febbraio 2022. Per il prosieguo, visto che LeBron dice di stare bene a 38 anni ed ha almeno intenzione di giocare a questi livelli per altri due anni, occorrerà tenere il conto con i punti ancora da mettere a segno mentre, la classifica di questo Olimpo del Basket, relega al secondo posto a punti ormai fissi, Jabbar, ed a seguire Karl Malone, Kobe Brian e Michael Jordan. L’idea di continuare per altri due anni, è dovuta al desiderio di LeBron di giocare una partita NBA con suo figlio Bronny che si presume nel 2024 potrebbe essere pronto per il draft, l’evento in cui sono scelti i nuovi giocatori per il campionato NBA. Questa idea è perseguita dal padre-atleta con la stessa voracità di successo che ha sempre contraddistinto le sue azioni, motivo per il quale non è difficile ipotizzarne la realizzazione.
Che fosse un predestinato era stata cosa assodata da molti. Che fosse, nel suo destino, entrare nella storia della pallacanestro definitivamente ai più alti livelli era stato anche supposto dai tempi delle prime esperienze, quel che adesso invece bisognerà considerare è che, essendo persona di grande carisma ed impegno sociale, le prospettive sul destino di El Rey, nella realtà futura od imminente, occorrerà valutarle cammin facendo. Anche quelle più apparentemente spregiudicate ma possibili che lo vedrebbero impegnato nel futuro per la corsa alla Casa Bianca. Del resto, forte dei suoi contratti di sponsorizzazione da incassi stratosferici e delle sue apparizioni nella cinematografia, in editoria, nel campo dei videogiochi, il suo percorso extra basket si è contraddistinto anche nell’appoggio del candidato Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Organizzò eventi dall’alto numero di partecipanti a sostegno del primo presidente di colore degli USA. È apparso inoltre Lebron come primo uomo di colore sulla copertina di Vogue ed è considerato tra le persone più influenti come sentenziato da Forbes. Non mancano tra le sue attività parecchi sostegni ad azioni benefiche. E come non ricordare il sostegno a Black Lives Matter e il suo primo tweet, pochi minuti dopo la notizia dell’uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto. «Adesso capite perché protestiamo?».
È ben ricordato dai tifosi abruzzesi ed ancora di più dagli enologi, per avere fama di essere un intenditore di vini, con predilezione dei rossi. Queste sue attitudini le ha manifestate scegliendo un Montepulciano d’Abruzzo come uno dei migliori rossi al mondo cosa che è riservata solo ad un attento cultore, che ha sensibilità e competenze indubbie nel valutare le caratteristiche organolettiche del prodotto ma anche la storia della cantina che lo produce. Ne ha avuto a sufficienza evidentemente di competenze per esternare il suo pensiero in termini di qualità via social e decretando un successo per un prodotto noto quasi esclusivamente agli esperti ed agli intenditori. Scelta vera questa, che condividiamo, non indotta da altro che non sia competenza, come si addice al personaggio che adesso è chiamato a ripercorrere i successi propri in altri ambienti.
Non sarebbe da guardare certamente male l’ipotesi di dare rinnovata spinta ai valori già espressi in precedenza, se poi potesse incidere direttamente attraverso un ruolo politico e sociale ad efficacia più diretta, forse gli Stati Uniti riprenderebbero le fila per incanalarsi verso un percorso di consolidamento di democrazia e libertà di cui si avverte adesso gran necessità.
Emidio Maria Di Loreto
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