Libia: l’apocalisse tra cambiamento climatico, guerre e incuria politica

libia bandiera

history 6 minuti di lettura

Nella orientale i rumori, le immagini, le parole sono quelle di un'altra apocalisse senza soluzione di continuità dal 10 settembre. Il ricordo va alle inondazioni che poco più di un anno fa colpirono il Pakistan. La devastazione maggiore l'hanno subita gli abitanti della città portuale di Derna. Tale è la rovina provocata dal ciclone Daniel – arrivato dopo il passaggio in Grecia, Turchia e Bulgaria – che non si riesce a dare contezza della vastità dei lutti e delle sofferenze inflitte alle persone coinvolte.

A Derna alla forza del ciclone si è aggiunto il crollo di due dighe a monte della città stessa «rilasciando circa 30 milioni di metri cubi d'acqua che hanno devastato la città di circa 100.000 abitanti. L'acqua scorreva lungo Wadi Derna [wadi, letto normalmente asciutto dei corso d'acqua, ndr] dalle montagne al mare. Il vicesindaco Ahmed Madroud ha detto che il modo in cui è stata costruita la città ha messo la maggior parte della popolazione sul percorso diretto dell'acqua. Derna è stata la più colpita dopo che due dighe sono crollate a monte della città» [1].

Certo il ciclone Daniel è intervenuto in un'area secca, dove raramente cade la pioggia e  i pericoli sono meno avvertiti che altrove. E se poi, come succede in molte altre parti del mondo Italia inclusa, non si costruisce con criterio e non si fa manutenzione i disastri possono essere immani.

Le due dighe a Derna hanno trattenuto prima l'acqua arrivata in grandi quantità e poi sono crollate portando a valle anche enormi quantità di detriti,  distruggendo completamente, secondo le prime analisi, un quarto della città di Derna. Nell'area sono state colpite dal ciclone anche altre città della costa come Bengasi, Susa, Bayda, al-Marj.

Al momento in cui scriviamo, secondo le autorità libiche, sarebbero oltre 10.000 le persone disperse, mentre le morti accertate ammonterebbero ad oltre 5.000 (in buona parte a Derna) ma con il rischio che possano arrivare a 20.000. Decine di migliaia gli sfollati.
A Derna il mare continua a restituire cadaveri.

Una tempesta perfetta perché come accadrà sempre più spesso, il produrrà effetti peggiori dove, come in Libia, una guerra da 12 anni con la conseguente incuria e la corruzione politica e amministrativa verso il bene comune la fanno da padroni. Dopo l'uccisione di Gheddafi e l'intervento militare occidentale e gli annessi bombardamenti della NATO, la Libia, ricca di petrolio e gas,  è spaccata con un governo ad interim riconosciuto a livello internazionale (GNU) che opera dalla capitale, Tripoli, e un altro a est dove domina il generale Haftar.

Lubna Yousef, ricercatrice politica sulla regione MENA e sul cambiamento climatico, spiega che le responsabilità sulla tragedia vanno attribuite ad entrambe le amministrazioni libiche. «I piani di evacuazione, i rifugi, la comprensione della potenziale portata dei danni alle infrastrutture e lo stanziamento di budget per la ripresa erano tutti gravemente carenti da entrambi i governi» [2].

Lucy Fleming della BBC riporta della confusione che regna nelle operazioni ostacolando i salvataggi e secondo il giornalista libico Abdulkader Assad «ci sono persone che promettono aiuto ma l'aiuto non arriva”, ha detto alla BBC. “Non ci sono squadre di soccorso, non ci sono soccorritori addestrati in Libia. Negli ultimi 12 anni tutto riguardava la guerra». E poi continua scrivendo che «il principale sito di notizie libico Al-Wasat ha suggerito che l'incapacità di ricostruire e mantenere adeguatamente le infrastrutture a Derna dopo anni di conflitto è in parte responsabile dell'alto numero di vittime. “Il caos della sicurezza e il lassismo delle autorità libiche nel monitorare da vicino le misure di sicurezza [delle dighe] hanno portato alla catastrofe”, ha detto l'esperto economico Mohammed Ahmed» [3].

Non è molto diverso il senso dell'editoriale del Guardian che oltre a sottolineare la frequenza dei fenomeni climatici estremi, chiarisce le responsabilità passate e recenti, da Gheddafi ad oggi, dei poteri in Libia. E tra le tante anche quella di non aver pianificato un'evacuazione avendo visto cosa era accaduto giorni prima in Grecia. Come ha spiegato Anas el Gomati del Sadeq Institute, «apparentemente ad alcune persone è stato detto di andarsene, ma ad altri sarebbe stato ordinato di rimanere a casa anche se l'acqua si gonfiava dietro le dighe». E poi, l'editoriale continua, «c'è anche rabbia per il fatto che la maggior parte degli altri governi sembri lenta nel rispondere a questa catastrofe. Le vaste riserve di combustibili fossili e gli obiettivi di sicurezza regionali hanno incoraggiato le potenze straniere a intromettersi in Libia. L'UE ha dato al Paese centinaia di milioni di euro per frenare l'immigrazione, ignorando gli spaventosi abusi da parte della guardia costiera libica. Ora è disposto ad aiutare i cittadini libici? La Francia, che ha fatto così tanto per sostenere Haftar, ha una responsabilità particolare nel garantire una forte risposta europea. I libici hanno buone ragioni per ritenere di essere stati traditi dalla comunità internazionale così come dai loro stessi leader» [4].

Alberto Negri, sintetizzando la storia degli ultimi anni della Libia e di Derna in particolare liberata a caro prezzo dall'occupazione di islamisti e jihadisti si chiede: «ma chi si era poi occupato della sorte e della sicurezza della popolazione? Nessuno: il generale Haftar ha pensato prima di tutto al suo potere, come quando nel 2019 tentò di conquistare anche Tripoli, fermato dal governo Sarraj e soprattutto dai droni e dai soldati turchi. Nessuno in questi anni ha mai pensato ai libici lasciati in mano alle divisioni claniche e regionali.
Non ci hanno pensato neppure le potenze straniere che tengono nel mirino gas, petrolio e milizie utili alla detenzione dei migranti, ma non certo il benessere della popolazione
» [5] .

La Libia, in particolare per Derna, ha ora solo bisogno dii aiuto. La tragedia non può essere affrontata con le poche risorse disponibili e con voravi, da una parte e dall'altra del Mediterraneo, predatori.
Pasquale Esposito

 

[1] Mapping Libya's catastrophic flood damage in Derna after Storm Daniel, 13 settembre 2023
[2] Rayhan Uddin, Why did Libya floods result in such a large loss of life?, 13 settembre 2023
[3] Lucy Fleming, Libya floods: entire neighbourhoods dragged into the sea, 13 settembre 2023
[4] The Guardian view on Libya's floods: humans, not just nature, caused this disaster, 13 settembre 2023
[5] Alberto Negri, Il martirio degli ultimi nella Cirenaica dimenticata, 13 settembre 2023

 

canale telegram Segui il canale TELEGRAM

-----------------------------

Newsletter Iscriviti alla newsletter

-----------------------------

Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie

In this article
No widget found with that id