
Una ripresa della guerra civile in Libia è nuovamente verosimile. Venerdì 11 Febbraio ci sono state manifestazioni contro il nuovo premier e ieri 13 Febbraio a Tripoli, capitale della Libia, militari delle forze operative congiunte si sono radunate per sostenere la legittimità di Abdul Hamid Dbeibah [1], premier libico del Governo di unità nazionale difendendolo da Fathi Bashagha, ex ministro degli interni, eletto all’unanimità nuovo premier, giovedì scorso, dalla Camera dei rappresentanti del Parlamento di Tobruk, nell’est del paese.
La Libia torna ad avere due governi con un notevole passo indietro nel processo di pace. Il magnate delle costruzioni, Dbeibah e il suo governo di transizione avrebbero dovuto portare il Paese, sotto l’egida dell’ONU, alle elezioni il 24 dicembre 2021. Profonde divisioni tra le parti su leggi e regolamenti nonché dure contrapposizioni tra i candidati alle presidenziali (un centinaio circa le candidature) e la decisione dello stesso premier Dbeibah di candidarsi alle presidenziale nonostante rassicurazioni contrarie, avevano fatto saltare l’appuntamento elettorale per stabilizzare la Libia e dargli una guida unitaria dopo il 2011 quando veniva ucciso Gheddafi a seguito dell’intervento occidentale.
Le forze cirenaiche e misuratine che sostengono il premier nominato a Tobruk, Fathi Bashagha avevano provato la notte di mercoledì ad eliminare, con un attentato, Dbeibah. E non è detto che non ci riprovino per aprire la strada di Tripoli alle fazioni che ruotano intorno a Tobruk, sostenute in primis da Egitto e dal generale Haftar, ma anche da Emirati Arabi e Russia.
Le nuove elezioni dovrebbero tenersi il 22 giugno 2022. La Camera dei rappresentanti di Tobruk ha dettato un calendario con un mandato di 14 mesi per il nuovo governo, mesi entro i quali si dovranno tenere le nuove elezioni parlamentari e presidenziali dopo, però che verranno approvati emendamenti costituzionali che includo la nascita di una nuova commissione elettorale e la nomina di 24 membri, rappresentanti le tre regioni del paese – Cirenaica, Fezzan e Tripolitania – e che dovranno riscrivere la nuova Costituzione.
Per ora il Abdul Hamid Dbeibah continua ad avere il sostegno dell’ONU, dell’Occidente e della Turchia, ma – secondo Daniele Santoro – «l’elezione di Bashagha potrebbe essere paradossalmente il primo passo verso la ricomposizione della frattura tra Tripolitania e Cirenaica. L’ex ministro dell’Interno comanda di fatto le milizie di Misurata, che hanno giocato un ruolo decisivo nell’operazione militare con la quale la Turchia all’inizio del 2020 ha impedito la conquista di Tripoli da parte dell’Esercito nazionale libico (Lna) di Khalifa Haftar. È considerato molto vicino ai servizi segreti turchi, circostanza che lo rende il garante ideale degli interessi di Ankara nelle Libie» [2].
La risoluzione delle questioni elettorali, di ruoli istituzionali, modelli statali non sono le uniche da risolvere. Le potenze straniere in campo aspirano al controllo delle risorse naturali libiche, gas e petrolio in primis, e quindi come scrive Federica Saini Fasanotti, «quello delle forze straniere operanti a supporto dell’uno o dell’altro schieramento è in Libia un nodo che deve essere assolutamente sciolto, così come quello del disarmo delle milizie locali. Non è infatti pensabile che la nazione possa essere stabilizzata quando in essa si contano decine di milioni di armi, senza che nessun organo predisposto sia in grado di intervenire» [3].
Da ultimo andrebbe sottolineata anche l’insipienza della classe politica locale incapace di assumere decisioni utili verso la stabilizzazione interna delle relazioni tra le tante voci del paese.
Pasquale Esposito
[1] Pro-Dbeibah forces rally in Libya as political crisis deepens, https://www.aljazeera.com/news/2022/2/13/forces-rally-in-libyan-capital-in-support-of-interim-pm-dbeibah, 13 febbraio 2022
[2] Riassunto geopolitico e colonna sonora degli ultimi 7 giorni, 12 febbraio 2022
[3] Federica Saini Fasanotti, Libia ancora in attesa di democrazia, 08 febbraio 2022
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie