
In passato per conoscere il corretto uso dei termini e delle frasi bastava leggere un quotidiano, seguire un telegiornale, ascoltare una trasmissione radiofonica. Erano la nostra accademia della Crusca, la Treccani a portata di tutti. Il pressapochismo e la poca professionalità hanno caratterizzato purtroppo gli ultimi anni e spesso assistiamo ad un inappropriato utilizzo delle parole e ad una preoccupante carenza dell'informazione su alcuni temi. Così è stato ad esempio per quanto scritto e detto su “I segni del cuore – Coda”, film presentato alla 94a edizione dei premi Oscar, che narra la storia di una 17enne, l'unica ad essere udente nella sua famiglia, combattuta tra il seguire il sogno di un futuro nel canto e la responsabilità di prendersi cura dei suoi parenti. I segni del cuore – Coda, premiato come “Miglior film”, “Migliore sceneggiatura non originale” e “Migliore attore non protagonista” (Troy Kotsur, il secondo attore sordo ad avere vinto l'Oscar dopo Marlee Matlin nel 1987 per “Figli di un dio minore”), rappresenta per la comunità dei sordi una gratificante soddisfazione ma, purtroppo, anche la conferma delle tante lacune sul mondo della disabilità e sull'uso dei termini ad essa associati.
Negli articoli e nei servizi che hanno parlato del film e dei suoi protagonisti sono state spesso utilizzate parole inappropriate come “non udente”, “sordomuto”, “linguaggio mimico-gestuale” che hanno portato Vanessa Migliosi e Luca Rotondi, presidenti dei movimenti Lis Subito ed Emergenza Sordi, a rivolgere un accorato appello all'ordine dei Giornalisti per sensibilizzare la categoria ad una più corretta informazione sul mondo della disabilità, al rispetto di questa realtà e, in generale, del corretto lessico italiano.
Il Comitato per le pari opportunità del CNOG ha accolto l'appello e anche noi di Mentinfuga vogliamo dare il nostro contributo affinché le parole giuste vengano utilizzate da tutti.
La Lingua dei Segni Italiana è stata riconosciuta ufficialmente il 19 maggio 2021 con l'approvazione dell'art. 34 ter Decreto-legge 22.03.2021, n. 41 dopo un lungo percorso di lotta per la rimozione delle barriere della comunicazione e per la legittimazione dei diritti della comunità dei sordi in quanto cittadini dello stato italiano. Sono errati i termini “Linguaggio dei Segni Italiano” o “Linguaggio Italiano dei Segni” perché il linguaggio è la capacità innata nell'individuo nel comunicare, la lingua è la modalità attraverso cui essa si esprime secondo regole ben definite e condivise da una comunità. Errato doppiamente confonderla con un “Linguaggio mimico-gestuale” poiché i segni usati dalle persone sorde hanno un significato proprio e sono formati rispettando regole sintattiche ben precise. Non vanno perciò confusi con la comune gestualità che le persone udenti utilizzano per sottolineare ed enfatizzare un discorso ma che non hanno un reale significato verbale.
La LIS (senza puntini fra una lettera e l'altra) è una lingua utilizzata dai sordi e udenti bilingui perché permette la comprensione e la produzione di concetti astratti come oggetti ed immagini alla pari della lingua vocale. Ha una struttura propria, proprie regole grammaticali, lessicali, sintattiche e morfologiche come una qualsiasi lingua parlata e non si basa sulla lingua italiana. Ad esempio, la costruzione verbale non segue la classica costruzione del lessico scritto e parlato italiano “soggetto + verbo + oggetto”. Nella LIS i verbi non si coniugano in base al tempo ma devono concordare sia con il soggetto sia con l'oggetto dell'azione e la costruzione della frase è, ad esempio, “soggetto + oggetto + verbo”.
Anche le definizioni “sordomuto”, “audioleso” e “non udente” sono da considerarsi errate e sono state sostituite dalle diciture corrette “persona sorda” o “sordo” con la Legge 95/2006 art.1. In particolare, il termine “sordomuto” è inappropriato perché non rispettoso delle potenzialità raggiungibili tramite intervento riabilitativo. Il sordo è infatti una persona con apparato fonatorio integro e può imparare a parlare.
Non esiste la lingua dei segni universale, ogni paese ha la propria. Prendiamoci la giusta cura e diamo il corretto valore alla nostra.
Federica Crociani
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