
Siamo nella Londra contemporanea, non nella città scintillante e turistica, ma quella tanto bene descritta dal Ken Loach nei suoi lavori intenti a descrivere la vita quotidiana degli abitanti delle periferie. Due immigrati portoghesi hanno tre figli, una delle quali è sorda. La famiglia ha molte difficoltà economiche e il difficile rapporto con i servizi sociali porterà ad un esito drammatico. Il già citato Ken Loach affrontò il tema con un suo lavoro del 1994, “Ladybird Ladybird”, dove anche qui i servizi sociali svolgevano il ruolo di persecutori. Già il titolo del film “Listen” (ascolta), organizza il senso del lavoro sulle difficoltà uditive della figlia e sulle difficoltà che la società ha di ascoltare i bisogni della sua parte più debole. Quindi è l'assenza di ascolto, la sordità reale e quella metaforica, l'asse attorno al quale è costruito questo film. Assenza di ascolto che attraversa tutti i protagonisti adulti di questo lavoro, genitori compresi.

Ana Rocha de Sousa sviluppa un film a tesi, ma lo realizza con equilibrio, non nascondendo le difficoltà emotive della madre, che con alcuni suoi comportamenti forse peggiora la difficile relazione con i servizi sociali chiamati ad intervenire. Lo stile di regia è piano e lineare e rifugge dall'indignazione e dalla denuncia, preferendo una fredda osservazione della realtà, raccontata con distacco e freddezza.
La regista utilizza e manovra la macchina in maniera eccelsa, sapendola muovere molto bene, soprattutto negli ambienti chiusi e spingendosi anche alla ricerca di angolature particolari. La regista ha dichiarato di essersi ispirata ad un episodio realmente accaduto nel 2014 in Regno Unito, dove ad una coppia portoghese i servizi sociali tolsero i figli, che vennero dati in adozione. Da quel momento Ana Rocha de Sousa ha continuato a cercare informazioni in tal senso, tanto da creare un piccolo dossier, disponibile a questo link.
La questione della salvaguardia dei diritti dei minori nella società moderna è questione complessa e delicata che raramente assurge ad elemento di dibattito nella comunità delle cittadine e dei cittadini, se non quando esplodono casi eclatanti. In tal caso, esplodono polemiche che dopo qualche giorno scemano lasciando le questioni immutate.

La grande questione che riguarda il mondo giovanile osserva ad esempio (come indicato dagli studi Istat), che le cause di morte dei giovani fra i 14 e i 25 anni, per il 34% è rappresentato da “gli accidenti da trasporto (incidenti stradali)” e il 14% dai suicidi. Quindi circa la metà dei decessi in questa fascia di età riguarda condotte pericolose. Questa piccola parentesi è necessaria per carpire il senso del film di questa regista, ovvero la necessità dell'ascolto, che è responsabilità soprattutto del mondo adulto.
La questione che molto chiaramente la Ana Rocha de Sousa pone, è quello dell'uso classista delle politiche sociali e questo è effettivamente un rischio, del quale gli stessi operatori sono consapevoli. La regista, giustamente pur ritenendo che alcune pratiche siano eccessive, si pone dei giusti dubbi su quali siano i confini e quali siano gli strumenti di valutazione per intervenire su una famiglia. Il taglio che da alla questione è strettamente personale e delicatamente e giustamente umano. In tal senso evita di premere sulle emozioni cercando di rimanere il più possibile distaccata, e questo è il grande pregio del film. Evitando di calcare sui sentimenti, obbliga lo spettatore a riflettere. Ma l'approccio personale, legittimo e corretto, non affronta però i motivi per i quali le famiglie rimangono sole e isolate. I motivi si chiamano tagli alle spese sociali e sanitarie, che sono queste sì classiste.
Buone le interpretazioni degli attori, quasi mai sopra le righe, mentre particolare menzione merita la piccola protagonista Lu, interpretata da Maisie Sly, una bambina di 9 anni realmente sordomuta. Nel 2017 partecipò come protagonista di “The Silent Child”, che vinse l'Oscar come miglior cortometraggio.
Francesco Castracane
Listen
Regia Ana Rocha de Sousa
Durata: 74'
Regno Unito, Portogallo 2020
Lingua: Inglese, portoghese, lingua inglese dei segni
Produzione Pinball London (Paula Vaccaro, Aaron Brookner), Bando á Parte (Rodrigo Areias)
Sezione Orizzonti della 77° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2020)
Premio Speciale della Giuria
Leone del Futuro per la Miglior Opera prima
Dal 7 maggio 2021 in esclusiva su MioCinema
Cast artistico
Bela: Lucia Moniz
Ann Payne: Sophia Myles
Jota: Ruben Garcia
Lu: Maisie Sly
Diego: James Felner
Anjali Reid: Kiran Sonia Sawar
Baby Jessy: Lola & Kiki Weeks
Cast tecnico
Sceneggiatura: Ana Rocha de Sousa, Paula Vaccaro, Aaron Brookner
Produttori: Paula Vaccaro, Rodrigo Areias, Aaron Brookner
Origine: Regno Unito / Portogallo
Fotografia: Hatti Beanland
Montaggio: Tomás Baltazar
Scenografia: Belle Mundi
Costumi: Filipa Fabrica Belle Mundi
Musica: Nessi Gomes
Suono: Pedro Marinho
Effetti visivi: Rafael D'Andrea, Carlos Amaral
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