L’Uomo Calamita. La clandestinità che non si arrende.

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La calamita che attira la .
Un'opera d'arte contemporanea che preserva la memoria di “chi sa la storia”, funambolismi delicati e possenti di , movimenti seri e leggeri, una perfezione nella plasticità fisica e creativa, con l'energia delle mani e del cuore di , la voce di che accompagna, narra, partecipa, indirizza, spiega, chiama, pronuncia, rivela e accelera la storia dell'Uomo Calamita.

L'atmosfera da fuggitivi si legge dal buio del palco, proibito il nel 1940, profughi i circensi, si fondono le parole e i suoni; la “serietà” dell'espressione dell'Uomo Calamita ben esprime la profondità del momento rappresentato. La delusione nel racconto parlato, la rabbia possente nelle bacchette “reali” del musico ad accompagnare la progettazione della riscossa, la capacità dell'attesa per vincere.

La che non si arrende.

La versatilità del supereroe, ti attrae prima, ti illude poi, si arrampica fino a rimanere in perfetto equilibrio obliquo e improbabile agli occhi di chi guarda, su una comune sedia: oggetto quotidiano, strumento di elevazione al cielo e fuga dai pericoli.

Passi marziali in arrivo: sono i colpi di batteria che ci fanno palpitare, e il volto dell'Uomo Calamita e dell'Uomo Batteria sono bianchi, come di chi, di notte, si nutre di luce lunare e spettrale. Fantasmi? Neanche per idea, supereroi che con i superpoteri spariscono, ricompaiono, si reinventano e sono “magnetici” a tal punto da conoscere dove esattamente si trova la lama di un coltello nascosto, per evitarlo, anche se il coraggio di cercarlo è vivo, sotto gli occhi di tutti.

Cose strane accadono sul Palco e ci si chiede come può un Sol Uomo fare tutte queste cose diverse tra loro, senza obbedienza, senza timore, per l'amore dell'arte e dell'offerta gratuita agli occhi del pubblico.

Serpeggia la presenza del Male, ed è chiara, tra fantasia, immaginazione e espedienti creativi inimmaginabili, che il Bene vince, vince per i bambini, vince per il Futuro.

Imprevedibilità di tutta la serata a tal punto che la sottoscritta riceve, al buio, una sciarpa annodata, viene invitata sul Palco, “armata” di un attrezzo di metallo che, a piacimento, in qualunque istante decida, può usare per colpire un punto preciso: “l'Uomo Calamita saprà quando indirizzare il colpo” dice la voce parlante. Faccio i conti con un po' di imbarazzo iniziale, poi mi sento parte del Magnetismo dell'Uomo Calamita, la Voce guida, la Bacchetta ritma. Il numero è “pericoloso” tuttavia “va”.
mi chiama dietro al Palco e mi sussurra all'orecchio: “Ho bisogno di lei ancora per qualche minuto”.
Volentieri” mi sento rispondere.
Compio il lavoro di incatenarlo stretto stretto ai polsi e vedo la grande vasca tipica di Houdini. Mi ringraziano, ho finito il mio compito. Torno al mio posto.
Fiato sospeso, magia “perfetta”.
Per qualche minuto, me ne sono sentita parte.

Grazie agli artisti, spero vi seguiranno i ragazzi dai 13 anni in su. Tutti abbiamo bisogno di imparare a ricordare ciò che non va mai dimenticato per la libertà.

Stefania Ratini

Teatro Vascello – Roma
L'uomo calamita
12 – 15 dicembre 2019

Scritto e diretto da Giacomo Costantini
Con: Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro
Testo e libro originale: Wu Ming 2
Musiche: Fabrizio “Cirro” Baioni
Voce narrante: Wu Ming 2
Costumi: Beatrice Giannini
Luci: Domenico De Vita
Ideazione e costruzione macchinari: Simone Alessandrini
Occhio esterno: Fabiana Ruiz Diaz, Giorgio Rossi, Tonio De Nitto
Consulenza alla drammaturgia: Luca Pakarov

Prodotto da Circo El Grito
Coprodotto da Sosta Palmizi
Sostenuto da: Ministero dei Beni Culturali e Regione Marche

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