
In La canzone di Achille, scritto in uno stile chiaro e scorrevole, che narra l'amore tra Patroclo e Achille, si ritrovano reminiscenze di vari autori classici, in particolare: Omero, Ovidio, Platone, Eschilo, Sofocle, Apollonio Rodio e Virgilio.
Madeline Miller, nel raccontare la storia, sceglie il punto di vista di Patroclo, che diventa narratore in prima persona: le vicende oggetto del libro vanno dalla sua nascita al tragico epilogo della morte dei due protagonisti durante la guerra di Troia.
Ricche di pathos e di lirismo appaiono a chi legge le pagine iniziali, in cui Patroclo descrive la sua disperazione di bambino a causa del disamore del padre nei suoi confronti, l'assenza della madre (e la sua precoce morte) dovuta a una malattia mentale.
I due personaggi principali sono antitetici l'uno all'altro, sia fisicamente che caratterialmente: bruttino, insicuro e incapace a qualsiasi cosa Patroclo, bello, spregiudicato e sicuro di sé Achille, eppure questo contrasto è proprio quello che unisce i due eroi, che si completano l'un l'altro.
Ma in fondo neanche Achille è scevro da momenti di fragilità e insicurezza; soprattutto nei suoi incontri con la madre, la dea Teti, ninfa del mare, il cui arrivo è anticipato sempre da tinte cupe (che fanno presagire la paura di Patroclo nei suoi confronti), odore salmastro del mare e, a volte, del cattivo odore di pesce: ella tenta con ogni espediente di allontanare i due giovani, arrivando persino a “rapire” Achille e nasconderlo a Sciro, presso il vecchio re Licomede e costringendolo a sposarne la figlia Deidamia; ma alla fine dovrà, seppure a malincuore, accettare le scelte del figlio.
La sicumera di Achille, invece, si evidenzia in particolar modo nell'atteggiamento quasi spocchioso che assume nei confronti di Agamennone in particolare, ma anche degli altri capi achei, che mal sopportano la loro relazione, ma che devono necessariamente “accettare” la presenza del Pelide sul campo di battaglia, consapevoli come sono che senza di lui non potranno mai vincere la guerra e Troia non potrà essere espugnata.
Perché leggere questo libro?
Perché racconta una storia del mito greco in maniera accattivante; perché descrive l'Amore che resiste oltre la morte, al di là delle convenzioni e dei pregiudizi, e, in una società come la nostra, in cui i sentimenti sono equiparati a qualsiasi altro bene di consumo, soffermarsi a pensare su quanto l'Amore possa essere così forte da durare oltre il tempo e lo spazio, credo sia importantissimo.
A quale pubblico è destinato questo libro? Potrei io, consigliarlo ai miei alunni e farne oggetto di studio?
Per quanto riguarda il pubblico “adulto”, sicuramente sì, se ama la mitologia, anche alla seconda domanda, la risposta è positiva: dal momento che nel biennio della scuola superiore i ragazzi affrontano l'epica classica (Iliade, Odissea ed Eneide, per intenderci), questo libro sarebbe un buono spunto per approfondire i rapporti tra i personaggi, ma anche per spingere i ragazzi a porsi delle domande, stimolare dubbi, vivere le opere letterarie del passato non come qualcosa di a-cronico, lontane da noi nel tempo e nello spazio (in questo caso l'antica Grecia del II millennio a.C.), ma ritenerle ancora attuali per il messaggio che portano con sé.
Roberta Caputo
note sull'autrice
Nata a Boston nel 1978, ha conseguito un dottorato in lettere classiche e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale.
il suo romanzo d'esordio “La canzone di Achille”, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2013,è un bestseller internazionale, ha vinto l'Orange Prize, prestigioso premio letterario inglese istituito nel 1996, destinato alle scrittrici e composto da una giuria di sole donne; diventato poi Women ‘s Prize for Fiction, nel 2013, premio a cui è stato candidato il suo secondo romanzo “Circe”, incentrato sulla maga di Eea che ha cercato di irretire Ulisse durante il suo peregrinare di ritorno da Troia.
Madeline Miller
La canzone di Achille
titolo originale: The song of Achilles – 2011
traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini
Feltrinelli (Universale Economica) /Marsilio – 2013/2019
Pagg. 382
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