
Un'Irlanda apparentemente guardinga verrà a trovarci assieme al suo pubblico simpatico il 5 febbraio allo stadio Flaminio di Roma. Il coach Declan Kidney qualche giorno fa ha omaggiato elegantemente la nostra Nazionale di Rugby definendola “più pericolosa” in conseguenza della maggiore esperienza acquisita dai nostri due maggiori team, Aironi Viadana e Benetton Treviso, nella Celtic League.
Del resto Mr. Kidney avrà pensato di motivare i suoi giocatori con un argomento convincente, il più possibile convincente. Peccato che se si va a vedere la classifica attuale della Magners League (nome dello sponsor della Celtic League) gli Aironi sono all'ultimo posto con 4 punti, mentre Treviso è a quota 24 punti occupando la posizione numero 8 in classifica, con la capolista Munster a 49 punti. In sostanza, pur intascando volentieri il bollino di Italrugby più pericolosa del solito, occorrerà fare i conti con la realtà di una Celtic League dove le italiane pagano caro il differenziale di organico ed una Heineken Cup che non ha fornito indicazioni contrarie, anzi. In Heineken alcuni dei punteggi più corposi sono avvenuti in match in cui erano protagoniste le italiane: 62 Leicester Tiger – 15 Treviso, ad esempio. Insomma, pur aggrappandosi alle gentili considerazioni del tecnico irlandese, è molto plausibile aspettarsi un Sei Nazioni 2011 pieno di sofferenza e di sacrifici, metro dopo metro.
Ma c'è del sole in questo panorama perturbato. In primis, l'intenzione del tecnico dell'Italia Mallett di voler attingere dalla nazionale A, ove pervenissero buone notizie dai giovani (Bortolami escluso, l'ex Capitano è in attesa di essere richiamato nel giro della Nazionale maggiore in caso di necessità).
In secondo luogo, dalla nostra parte dovremmo avere un tecnico, e in teoria tutti i suoi uomini, seduto su una poltrona ad orologeria. Non saranno passate inosservate le indiscrezioni trapelate sulla stampa estera sui presunti accordi tra la FIR e l'attuale coach del Perpignan, Monsieur Jacques Brunel, per il dopo Mallett, ossia virtualmente dopo i Mondiali in Nuova Zelanda di quest'anno.
Certo è che il contenuto del “pizzino” circolato alla vigilia del Sei Nazioni non deve esser stato travisato da nessuno: la FIR ha precisato in un comunicato stampa del 18 Gennaio che “…una decisione in merito alla conduzione tecnica della Squadra Nazionale verrà assunta solamente nei prossimi mesi…” e che non sono stati presi ulteriori impegni oltre a quelli attualmente in essere con l'attuale tecnico sudafricano. La buona conduzione di questo Sei Nazioni rappresenta per Mallett il lasciapassare per i prossimi Mondiali di settembre.
Nella conferenza stampa di presentazione di questo Six Nation il Presidente Dondi ha incoraggiato e ammonito dichiarando che “servono vittorie a tutti i costi” e mai il plurale è stato usato con cognizione di causa come in questa occasione. Neanche una sola ed unica vittoria garantirebbe la salvezza di Mallett. L'Irlanda è avvisata e sulla carta, a causa di qualche infortunio, rappresenta per l'Italia forse l'unica vittima possibile di questa edizione del torneo. Già. Ma l'altra vittoria? Da tifosi in fondo, fantasticare su una doppia vittoria non costa nulla. Povero Mallett.
Zobi La Touche
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