
Se un evento si ripresenta dopo sessantuno anni e se l'altro, di sessantuno anni prima, era vissuto da un totem del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, per la prima volta in semifinale a Wimbledon, vuol dire che si è nel pieno di un'impresa.
L'impresa, che non si è ancora compiuta definitivamente, significa finale storica per un Matteo Berrettini mai impensierito seriamente da un avversario, Hubert Hurzacz, che pure aveva negato la finale a Miami ad un altro italiano in crescita: Jannik Sinner.
A dir il vero la gara di oggi era vissuta più come uno spauracchio nelle attese della vigilia rispetto a come dopo si è manifestata. Anzi ad un certo punto a cavallo di primo e secondo set, la superiorità di Matteo Berrettini era quasi imbarazzante tanto imponente era la differenza con l'avversario: 6-3 e 6-0 la conclusione dei primi due set. La gara vera che ha avuto una parvenza di entusiasmante equilibrio, la si è avuta dal 4 a 4 del terzo set poi concluso per lo spilungone polacco al tie break 7(7) – 6(3) .
In questa parte della gara si è avuta quel minimo di apprensione che una semifinale a Wimbledon deve garantire. Nel quarto set però con l'italiano che con i 22 aces messi a segno nella gara toccava i 100 nel torneo, giusto sul 5 a 4 è sembrato, come poi è stato necessario, aver bisogno di un altro gioco per il successo storico sul quale resterà il nome di Matteo Berrettini qualsiasi sia il risultato della finale.
Sul campo principale di Wimbledon il primo finalista italiano affronterà il leader incontrastato Novak Djokovic che dopo una serie di 19 vittorie sull'erba consecutive e 100 successi sull'erba in carriera ha battuto il ventiduenne canadese Denis Shapovalov, da diversi esperti considerato un predestinato dei grandi tornei, anche lui per la prima volta in semifinale 7-6(3), 7-5, 7-5 in due ore e 44 minuti.
Tornando a al tennista azzurro, i segni di una conclusione che poteva essere felice per il tennis tricolore si avevano dalle inquadrature prima dell'ingresso in campo. Il viso di Berrettini concentratissimo trasudava una velata sicurezza che non si rivelava ossessiva nel piccolo completamento degli esercizi di stretching per mani e braccia mentre arrivava il segno di entrare in campo con il borsone dell'occorrente che, al solito, non è poco ingombrante. Gli spalti, come se la Covid-19 non ci fosse, il brusio è impattante mentre i due contendenti danno corso alla ritualità scaramantica nel sistemare in rigorose sequenze, borsa, asciugamani, racchette, bottigliette d'acqua ben in fila ed a sequenza di temperatura in crescita e finanche le immancabili banane. Nulla però delle maniacali sequenze di Rafa Nadal nel suo: corde racchetta, scarpa, scarpa, riga da pulire, capelli, orecchio, naso, spalla ancora orecchio, di nuovo spalla e poi i tre palleggi che all'ipnotizzato avversario significano l'arrivo della legnata. I riti scaramantici sono affrancati al pubblico competente ed attento di Wimbledon, così come i fastidiosi grugniti che in altri incontri si rincorrono colpo su colpo. Così la gara di semifinale procede in assoluta normalità derivante dalla superiorità di Berrettini che esegue probabilmente senza intoppi il suo piano partita.
Sicuramente questa gara e la prossima avrebbero dovuto godere di una diffusione più completa e non limitata solo alle pay tv. Inoltre la popolarità dell'evento ha altro livello rispetto al calcio. Non capita dal barbiere che si parli del 25enne romano e delle possibilità che ha di battere il 24enne che ha eliminato Roger Federer dal torneo. Sono sempre gli errori del CT del calcio e della sua presunta sbagliata impostazione della gara di semifinale contro la Spagna all'Europeo a tenere banco, ciononostante l'impresa di “Berretto” ha la sua connotazione e non solo tra gli addetti ai lavori.
Si sta pian piano riproponendo un tennis italiano di livello che con i due Lorenzo, Sonego e Musetti (quest'ultimo alle Olimpiadi dopo la rinuncia di Jannik Sinner, sic! ) riporta al centro dell'attenzione sportiva una disciplina che ha conosciuto popolarità che sembravano smarrite. Oggi allora alle 14,30 sul campo principale di Wimblledon, il tennista del Circolo Aniene di Roma ha avuto l'opportunità storica di dimostrare, con il suo avversario. di come si serve oggi nel tennis moderno, del dritto irresistibile che si possiede e di quanto le smorzate più precise ben distribuite possono avere il sopravvento sul gioco dell'avversario. Cosa che è puntualmente avvenuta.
Emidio Maria Di Loreto
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie