Migranti. Il terribile e colpevole naufragio di Pylos

peschereggio naufrgato al largo di Pylos
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Nel Mediterraneo la strage di continua. Al momento sono 83 i morti recuperati ma sono centinaia i dispersi. Il naufragio di Pylos, al largo delle coste del Peloponneso (Grecia) si prefigura un'ecatombe. Dalle ricostruzioni c'erano 750 persone a bordo quando il peschereccio è partito sabato da Tobruk (Libia). I sopravvissuti sono tutti uomini di varie nazionalità e che occupavano i due ponti. Un centinaio di bambini e le loro mamme erano, dai racconti dei superstiti, nella stiva. Non sono stati salvati. Erano arrivate richieste di aiuto. Lo sapevano in tanti qual era la situazione, come dimostrano anche le immagini. Tante le lacrime di coccodrillo. Insopportabili. Sono quelle delle stesse persone che come politica, da tempo, hanno esternalizzato la difesa delle frontiere, adottato il blocco e i respingimenti dei migranti. Non c'è la volontà né di capire la vastità di un fenomeno inarrestabile e che va gestito in maniera diversa. E cambiando il modello di relazioni e cooperazione in giro per il mondo.

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