Mino Lorusso: Il saio e la lince

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L'autore di questo “viaggio sentimentale”, il giornalista Rai , è un umbro d'adozione e un attento osservatore che ha saputo conoscere e descrivere la regione nelle sue diverse sfumature.
copertina de il saio e la lince di Mino LorussoIl fatto che l'autore abbia preferito, fin dal titolo, la definizione al plurale di “Umbrie” può aiutarci a capire che il viaggio che ci viene proposto è – contemporaneamente – un atto d'umiltà e un atto amore.
Le varie sezioni attraverso cui il testo si articola danno, quindi, vita a un vero viaggio sentimentale, se con questa espressione, ricca di un'ampia tradizione letteraria, vogliamo indicare la doppia ottica di chi guarda una realtà nuova provenendo dall'esterno e sente modificati i giudizi e le aspettative che lo avevano accompagnato.
C'è, insomma, una dialettica potente fra appartenenza e meraviglia che consente, a volte, di cogliere aspetti particolari di una realtà che può sfuggire persino a chi da sempre risiede in un certo ambiente.

Citazione 1
Il legame tra individuo e luogo è strettissimo. Il luogo ha la capacità di esercitare una forza attrattiva, talvolta contraria, fatta di continui interscambi che ricadono sul piano emozionale. Ci sono luoghi ai quali siamo legati e che ci appartengono o ai quali sentiamo di appartenere. Altri suscitano ricordi, desideri, sensazioni, sogni. Altri ancora provocano disagio, insofferenza o indifferenza.

L'atto di umiltà consiste nel non proporre definizioni parziali e limitate di una regione che, come ci spiega l'autore, non è semplicemente il “cuore verde dell'Italia”.
Questa definizione, pur cogliendo un tratto essenziale della regione e pur avendo la capacità di trasformarsi in una sorta di slogan che ha avuto larga fortuna, corre il rischio di coprire l'emergere di altri tratti peculiari del “genius loci” umbro.
L' è, invece, multiforme, variegata, stratificata: storia, tradizione, geografia e passioni locali ne hanno determinato un aspetto dai mille colori, sapori, suoni e rappresentazioni.
Il “viaggio sentimentale” di un non-umbro è, quindi, anch'esso duplice e ispirato alla ricerca di quei tratti peculiari che l'hanno affascinato e attratto nel suo mestiere di giornalista e nella sua esperienza umana di “trapiantato”.
L'atto di umiltà consiste nel non proporre un'interpretazione singolare che tenda a nascondere le altre letture possibili. Le “Umbrie” insomma ci aspettano con tutti i loro volti affascinanti.

Citazione 2
L'Umbria è un insieme di territori diversi: diversi dal punto di vista ambientale, paesaggistico, antropogeografico. Nel suo studio sui paesaggi rurali condotto negli anni Sessanta del Novecento, il geografo francese Henri Desplanques ha rilevato che l'Umbria “è un insieme di parti diverse che la storia e le vicende amministrative hanno talvolta riunito, talvolta diviso”. E' una definizione confacente, anche perché l'indefinibilità geografica non fa altro che rispecchiare il carattere eterogeneo e del tutto intraducibile sul piano storico, culturale, economico e sociale della società umbra.

L'atto d'amore si sostanzia, inoltre, in una viva curiosità che sa rivolgersi contestualmente all'insieme e al dettaglio, al panorama e alla particolarità.
I racconti e le analisi che compongono le pagine di Lorusso ci offrono una guida colta e appassionata alle tante sfumature delle diverse zone dell'Umbria e ci aiutano a riflettere sui tanti possibili “incontri” con nomi importanti della cultura, della religione, della scienza che hanno legato il proprio nome a luoghi speciali della regione.
del titolo, come ricorda anche Dario Antiseri nel saggio introduttivo alle pagine di Lorusso, ci parlano di una regione che, con Francesco e il suo movimento, ha saputo essere mistica, religiosa e spirituale e con Federico Cesi e la sua Accademia dei Lincei ha offerto un contributo non secondario alla rivoluzione scientifica. Il saio e la lince ci indicano, quindi, due momenti rivoluzionari in cui l'Umbria ha saputo farsi terra di riferimento e di contatto.

Citazione 3
Negli Anni Settanta è il giornalista de “l'Unità” Alberto Provantini, divenuto assessore regionale, a creare con la complicità di Massimo Stefanetti la sintesi tra colore e centralità: “L'Italia ha un cuore verde: l'Umbria”.
In cinquant'anni l'espressione si è trasformata in immagine collettiva, un processo che ha fatto la fortuna della regione, finendo tuttavia per imprigionarla in un cliché sbiadito.

Le “Umbrie” dei miti non finiscono allora di meravigliarci e attrarci quando ci rendiamo conto che i luoghi che abbiamo imparato ad amare sono stati e sono anche lo scenario privilegiato di tanti passaggi storici di grande rilevanza.
Città, borghi, boschi e corsi d'acqua, nella loro imprescindibile originalità e bellezza, costituiscono anche un potente promemoria della storia nazionale che ondeggia fra ricerca – a tratti forzata – di un'identità comune e sottolineatura – anch'essa a tratti forzata – di peculiarità e particolarità che corrono il rischio di cadere in un esasperato campanilismo.

Citazione 4
Tuttavia il mondo da allora cambia aspetto e lo fa attraverso la “laica” rivoluzione francescana, il cui manifesto culturale è la bellezza e la grandiosità del creato contenuti nel Cantico, strumento capace di spalancare le porte ad un'idea positiva e armonica del creato e del suo Creatore.

In qualche modo, quindi, le pagine nelle quali l'autore ci racconta eventi, persone e luoghi, si fanno anche riflessione sulla possibilità di ritrovare un tratto comune anche nelle storie plurali delle “Umbrie”: un comune sentire che prescinde dalle specificità del singolo luogo; una diffusa predisposizione all'incontro e all'ascolto; l'essere mediana di una regione che si candida davvero quale ponte fra le diverse parti del nostro paese, anche in una chiave mediterranea e europea insieme.
Non è nelle nostre intenzioni e possibilità illustrare le diverse parti che compongono questo coinvolgente viaggio sentimentale.
Il lettore sappia, però, che le sorprese non mancheranno e che, anche chi ha la presunzione di conoscere a fondo le storie che Lorusso ci narra, dovrà accettare che è sempre possibile vedere le cose da un differente punto di vista, riuscendo così a comprendere fino in fondo che l'Umbria sa ancora essere affascinante nel suo farsi “Umbrie”, nel suo rimanere fedele a stessa pur avvertendo la sfida del mutamento.

Citazione 5
Galilei e Federico Cesi erano in sintonia contro i “nemici del sapere” e l a loro amicizia testimoniava come l'intento di entrambi fosse quello di affermare la nuova scienza senza dover emettere una sentenza di condanna nei confronti della Chiesa. Anzi, si trattava di evitare temibili fratture come quella che aveva portato al rogo Giordano Bruno o a cinque processi e 27 anni di prigione il frate domenicano Tommaso Campanella.

Mino Lorusso
Il saio e la lince
Viaggio sentimentale nelle Umbrie dei miti
Rusconi 2017
Pagine 186; € 14,00

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