
Credo che sia quanto mai difficile descrivere la Mongolia.
Al primo impatto la trovi estremamente fragile ingenua ed infinita.
È una terra che ti segnerà a lungo, forse per tutta la vita.
Foto Paolo Pileri
In quei luoghi sei trascinato nel ricercarti e ritrovarti attraverso il cielo e le immense praterie che riescono a dare risposte concrete ai tuoi problemi esistenziali.
È un paese dove la cattiveria non esiste, la bontà dei pastori nomadi trasuda dagli occhi profondi di chi ama e vive la libertà.
Foto Paolo Pileri
Foto Paolo Pileri
Non puoi fare a meno di pensare alla serie d'infiniti che si susseguono tra mandrie di cavalli e aquile che pattugliano le steppe, in un silenzio assordante profondamente spirituale.
La spiritualità si respira ovunque: nel vento, nel cielo, nelle Gher, ma soprattutto nelle vicinanze degli immancabili Ovoo, altari sciamanici, che tappezzano ogni asperità, ogni cammino.
E tu se lì, in un paese senza ombre, perché la tua stessa ombra, per la prima volta, la vedi distaccata, disancorata, pronta a rotolare nelle steppe, trascinata dal vento.
In ogni punto la natura ti prende e ti strappa dalla realtà, c'entri dentro come le radice delle erbe rosse o nelle tane dei milioni di lemming che sfrecciano in ogni metro quadro, nelle ali dei falchi immancabili spiriti alati delle praterie.
Foto Paolo Pileri
Ho cercato di trasmettere le mie emozioni attraverso l'arduo compito della fotografia. E' stato difficile, ma se in parte ci sono riuscito, non è dipeso sicuramente soltanto da me.
Paolo Pileri
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