
Trent'anni, livornese trapiantato a Roma all'età di cinque anni e un padre comunista a cui dedica una canzone. Motta è all'esordio solista con La fine dei vent'anni dopo aver lasciato i Criminal Jokers dove ne era il cantante, batterista e paroliere e dopo le innumerevoli collaborazioni di spessore con Nada, Zen Circus, Il Pan del Diavolo e senza dimenticare il corso di compositore per film al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Diciamolo subito: è un disco che resterà nella storia di questo 2016 e anche dopo. E lo sarà a maggior ragione perché, come ha avuto lui stesso di dichiarare, «tutte le canzoni sono politiche anche quelle che sembrano parlare d'amore».
Il simbolo della bellezza del disco è proprio la title track con quei suoi passaggi chi rimandano a Something Good degli Alt-J soprattutto per quell'aprire le sonorità degli strumenti con la coralità del canto e dopo avergli dato un ritmo coinvolgente. Insomma un'attitudine pop che si fa elegante per l'andare oltre lo stesso pop. E poi Motta con la sua calda voce e le liriche fanno il resto.
Amico mio sono anni che ti dico andiamo via / ma abbiamo sempre qualcuno da salvare
Motta. Foto Claudia Pajewski
Un'attitudine che ritroviamo in Prima o poi passerà quando verso la chiusura il suono delle campane, almeno così mi sono sembrate, cresce dopo il ritornello reiterato su un tappeto sonoro e poi su un basso potente e quanto mai centrato. Ascoltate l'incalzante Se continuiamo a correre dove un tappetto orientaleggiante è assaltato da percussioni e chitarre sferzanti fino alla chiusura noise perché
non trovo la mia faccia / gli occhi sono strade che riportano al presente / quello che ho sbagliato / non è servito a niente
Non solo liriche importanti ma varietà compositiva e la grazia di alcuni arrangiamenti che appunto danno lustro al disco. Anche nella semplice e conclusiva Abbiamo vinto un'altra guerra, tutta pizzicate di chitarra acustica, poche deviazioni elettriche, leggere e melodiche, ne vediamo la bontà. Ancora sulla stessa lunghezza d'onda Sei bella davvero un pop arioso elegante con accelerazioni ben orchestrate e eleganti movimenti per raccontare di un transessualle.
Un ruolo importante in questo album lo svolge, produttore e co-autore di alcuni brani, Riccardo Sinigallia oltre al contributo dato tra gli altri da Giorgio Canali, Andrea Pesce, Cesare Petulicchio (Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale) e Alessandro Alosi (Il Pan del Diavolo).
Non vi curate di noi e ascoltate.
Ciro Ardiglione
genere: alt rock
Motta
La fine dei vent'anni
etichetta:Woodworm/Audioglobe
data di pubblicazione: 18 marzo 2016
brani: 10
durata: 36' 14”
cd: singolo
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