
Il 2 ottobre in Ungheria i cittadini saranno chiamati a esprimersi nel referendum sulle quote di migranti stabilite dalla UE. Il Governo ultra-conservatore del primo ministro Orbán in queste settimane sta facendo di tutto perché le richieste dell'Europa vengano, neanche troppo gentilmente, rispedite al mittente, prediligendo una gestione del problema basato invece sulla rigida sorveglianza dei confini. Appoggiandosi su una sempre più diffusa ignoranza, alimentata dall'infondere chirurgico di terrore e paura, l'immigrato è divenuto il nuovo “spettro” ma anche lo strumento di controllo sociale più diffuso e “a buon mercato”. Questo non solo tra i governi più conservatori, ma anche tra culture tradizionalmente “aperte” all'integrazione. Per tutte, la guerra di confine a colpi di profughi in atto tra due delle più antiche, laiche democrazie di Gran Bretagna e Francia.
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