
Si ha prova diffusa ormai che i virus hanno davvero tanta forza nel trovare soluzioni per il loro unico e vitale scopo di vita: replicarsi trovando nuovi contagi. È quello che anche i non addetti ai lavori avrebbero dovuto imparare da quando la diffusione del virus Sars CoV-2 ci ha costretti a tutta una serie di cambiamenti. Questi non sono sempre uguali poiché, oltre alla variabile mutazione virale, ed i corrispondenti effetti, ve ne sono di indotti per le mutevoli condizioni di risposta collettiva. Qualcuno potrà argomentare, come vedremo, che, l'entità virale, malgrado la sua semplicità e vincolo di non autonomia, conosca la lezione meglio degli umani.
I virus rispondono ad alcune regole genetiche note e ad altre meno note, che però quando servono, come in questa pandemia, si applicano nella loro evoluzione in modo sofisticato e perfettamente utile alla loro sopravvivenza. Lo dimostra la sequela, ancora purtroppo non interrotta, di mutanti rispetto al ceppo Wuhan come potete leggere di seguito.
Negli umani invece capita spesso che, una comunicazione molto urlata e pretesa, faccia apparire infondate preoccupazioni che invece hanno una solidità della quale occorrerà sperare di non doversi occupare di nuovo.
A oltre due anni dalla comparsa della COVID-19 nel mondo si sono contati circa 6,6 milioni di morti. Un numero enorme, probabilmente sottostimato per la mancanza di certificazioni puntuali in più di un paese come in India o Brasile, e sicuramente reso più imponente dagli errori e dai ritardi nei provvedimenti presi o non presi dalle autorità in alcune nazioni. Non è facile dimenticare a questo proposito le esortazioni all'uso di clorochina e della demonizzazione sull'adozione delle mascherine.
Nel nostro paese sono stati oltre 170mila i morti dei quali circa 130mila nel primo anno e poi altri 40mila nel successivo. Un calo che come negli altri paesi è stato possibile innanzi tutto per l'arrivo dei vaccini che ancora debbono raggiungere tutti i popoli del mondo. Questo, ha costituito un aiuto farmacologico sicuramente perfezionabile ma che, con l'attuazione di regole antipandemiche e del diffuso uso di presidi, ha consentito non solo di ostacolare la diffusione virale del SarsCov-2, ma anche di altri virus, gli influenzali ad esempio. Adesso ci si trova a dover ancora affrontare con conoscenze solo parziali, quella che si sta sperimentando come la caratteristica dei coronavirus più temibile, la capacità di mutare in virus diversi, sempre più sofisticati e dalla diversa patogenicità.
Dalla forma di Wuhan ad oggi, a partire da quella variante contrassegnata come SARS-CoV-2, spike (S) D614G che è dilagata velocemente in tutto il mondo rendendo la variante ancestrale più patogena sulle cellule polmonari [1],
ci siamo confrontati con svariate mutazioni contrassegnate da lettere greche e con caratteristiche diverse tra le quali la Delta, forse quella a maggior pericolo patogenico, per poi giungere ad Omicron con tutti i suoi sottolignaggi ad alta contagiosità ancora in fase di studio [2].
Gli sviluppi sulle mutazioni portano comunque, per questa stagione e per quella imminente invernale, a doverci confrontare con due varianti già definite, ed i cui effetti sono in fase di studi, ma anche con quelle che il contagio potrà eventualmente selezionare. Si tratta di sottolignaggi di Omicron indicate come BQ.1 Cerberus e sottovariante BQ.1.1 con mutazioni nei siti Spike K444T e N460K la BQ.1 mentre BQ.1.1 aggiunge una mutazione in altro sito antigenico chiave R346T. Questi virus mostrano un attivismo particolare nella loro circolazione negli Stati Uniti ed Europa. Si sospetta per esse un maggior rischio di reinfezioni, ancora però da verificare nei dettagli, ma che confermerebbe una ridotta efficacia dei vaccini disponibili. Sembrerebbero escluse però cause di aggravamenti sulle forme della COVID-19 più impegnativa.
L'altra forma nota, la XBB denominata Griphon, risulta essere prodotta da un virus ricombinante dei sottolignaggi BA.2.10.1 e BA.2.75. Anche in questo caso i contagi dovrebbero esprimersi con maggior rischio reinfezione che potrebbe sfociare in nuove ondate la cui probabilità è legata alle situazioni immunitarie delle varie zone e dalle relative coperture vaccinali. [3]
Oltre alle nuove mutazioni del Sars Cov-2 la ricerca pone l'attenzione su una possibilità di ibridazione tra il virus dell'influenza, ad altissima contagiosità, e quello del Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) noto per le gravi patologie respiratorie cui costringe neonati ed anziani .Si inizia a parlare in modo altisonante di Triplendemia. [4]
Inoltre secondo la pubblicazione di Linda Geddes, corrispondente scientifica per The Guardian, esiste la possibilità di fusione di due virus respiratori che uniscono le loro forze per aggredire le cellule polmonari eludendo le risposte del sistema immunitario. Questa sinergia virale è stata già osservata nella fusione dei due virus. [5]
Quel che sta interessando gli scienziati è la coinfezione dei due agenti virali nella stessa cellula polmonare che li ha portati a verificare che esiste la possibilità di cooperazione dei due virus, invece della loro competizione, tanto da formare un ibrido mai descritto in precedenza.
Altra conferma a quanto già ipotizzato per la Long Covid (Sindrome post virale che si manifesta su persone che hanno avuto la Covid in rapporto uno ogni due. Sintomatologia che si protrae nel tempo in sintomi ed aggravamenti), anche nelle sue forme lievi, giunge da una pubblicazione di Focus che riprende un lavoro pubblicato in Psichiatria Molecolare e da Nature. [6]
Tratta della sintomatologia conosciuta come nebbia mentale di cui si ha molta preoccupazione nei malati affetti da Covid lunga. La pubblicazione riporta come appaia chiaro che il Sars Cov-2 porta all'attivazione delle cellule immunitarie cerebrali con una infiammazione analoga a quella osservata in alcune malattie neurodegenerative tipo il Parkinson ed Alzheimer per semplificare. Su questo sarà necessario tornare in modo più approfondito nel futuro anche se pare che alcuni farmaci inibitori delle reazioni infiammatorie possano risultare efficaci nell'interrompere il processo.
Parlando dell'Italia, al quadro della situazione virale e sui possibili sviluppi cui potremmo andare incontro, si aggiungono il cambio di regole che il governo Meloni ha predisposto appena dopo il suo insediamento. Per la verità ci si attendeva una maggior attenzione alle problematiche in materia sanitaria che in periodo pandemico erano state individuate come necessità di riforme e miglioramenti che partissero dalla individuazione e messa a disposizione di risorse ulteriori. Quello invece che è arrivato è stata una nuova maniera di comunicare che lascia davvero perplessi. Si assiste da una parte, anche in Parlamento, a dichiarazioni solenni come “Covid non prevede un approccio ideologico ma uno serio che tenga conto della Scienza” per poi emanare praticamente disposizioni di segno opposto che è possibile interpretare come il riconoscimento della protesta no-vax e negazionista. Come altrimenti interpretare secondo l'uomo della strada ed i colleghi interessati il reintegro anticipato dei sanitari no-vax, l'annullamento delle multe a loro comminate per la verità solo annunciato e non attivato nella disposizione, il completo silenzio sulla campagna vaccinale, la diffusione dei dati pandemici solo settimanalmente come se il sapere possa infastidire ma che ha il sapore della polvere nascosta sotto al tappeto? Come spiegare l'insolito annuncio di stop all'uso delle mascherine, anche nei luoghi di erogazione sanitaria tipo RSA, salvo poi cambiare indirizzo, anche in questo caso, prima dell'emanazione delle norme come se quel che importa non è l'efficacia delle norme ma ottenere il consenso della parte dell'elettorato che ha sostenuto la coalizione? Insomma si finisce nella propaganda ideologica alla quale si era dichiarato di non voler cedere. Del resto andava fatta una riflessione più seria, anche dal precedente governo, sull'opportunità di non raccomandare – al chiuso o in luoghi di assembramento – la necessità di indossare la mascherina.
Lo stesso Presidente Mattarella è intervento per ricordarci che “la Covid non è sconfitta e serve responsabilità”. Anche la richiesta del presidente del Gimbe è chiarissima, come pure quella pretesa di tanti medici rigorosi nel non far esercitare la professione a chi si professa no-vax e non rispetta i principi sui quali si fonda la Scienza medica. Nella nota diffusa dal presidente del GIMBE al Ministro della Salute, al Presidente del Consiglio ed in conoscenza al Presidente della Repubblica si legge tra l'altro che “la pubblicazione giornaliera dei dati della pandemia Covid-19 rappresenta un elemento di trasparenza istituzionale, di dialogo con la società civile e di inestimabile valore per la comunità scientifica. L'interruzione di tale aggiornamento impedisce le attività di ricerca e comunicazione indipendente, interrompe il virtuoso processo di collaborazione tra ricercatori, società civile e istituzioni, compromette la trasparenza e lede il pubblico interesse” [7].
Sul fronte vaccini, abbiamo già sottolineato che appare molto più moderata la richiesta di inoculazioni, anche alla luce dei previsti aggiornamenti anti nuove varianti la cui comunicazione ha generato più di una perplessità. A dir il vero le controversie comunicative erano già state diffuse dagli ultimi provvedimenti del precedente governo sui due vaccini disponibili aggiornati su sue varianti diverse.
Certo che se le previsioni sulle nuove ondate pandemiche non si verificassero avremmo davvero meno preoccupazioni soprattutto se poi la copertura vaccinale per i fragili sarà completata. In alternativa occorrerà essere pronti e veloci per eventuali nuove vaccinazioni di massa in caso di bisogno.
La ricerca scientifica intanto prosegue il suo cammino mentre appare sempre più probabile che nel futuro l'industria metterà a disposizione un nuovo vaccino, enormemente pratico, da uso intranasale con somministrazioni utilizzando spruzzate nelle narici. Procedono anche le preparazioni per vaccini combinati da inoculare nella stessa fiala. Proteggeranno contro l'influenza e la COVID-19 su quest' ultima si annunciano con soddisfacente copertura su tutte le varianti. Un rito che si presenta sempre più probabile come atto preventivo a cui sottoporsi annualmente.
Emidio Maria Di Loreto
Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi necessità sul proprio stato di salute, su modifiche della propria cura o regime alimentare, si consiglia di rivolgersi al proprio medico o dietologo.
[1] Leonid Yurkovetskiy 1 12Xue Wang 2 12Kristen E. Pascal 3Christopher Tomkins-Tinch 4 5Thomas P. Nyalile 1Yetao Wang 1Alina Baum 3William E. Diehl 1Ann Dauphin 1Claudia Carbone 1Kristen Veinotte 1Shawn B. Egri 1Stephen F. Schaffner 4 5Jacob E. Lemieux 4 8James B.Munro 6 7Ashique Rafique 3Abhi Barve 2Pardis C. Sabeti 4 5 9 10 11…Jeremy Luban 1 4 7 11 13 Analisi strutturale e funzionale della variante proteica Spike D614G SARS-CoV-2, Volume 183, Numero 3 , 29 ottobre 2020 , Pagine 739-751.e8 Cell
[2] https://www.sismed-it.com/covid19-e-varianti/
[3] WHO News TAG-VE statement on Omicron sublineages BQ.1 and XBB, 27 ottobre 2022; Donatella Zorzetto, Covid, a novembre le varianti raddoppiano: ecco come colpiranno Cerberus e Gryphon, 28 ottobre 2022
[4]Salute e Benessere Skytg24, 7 novembre 2022
[5] Linda Geddes BST Immune system-evading hybrid virus observed for first time 24 ottobre 2022
[6] Eduardo A. Albornoz, Alberto A. Amarilla, Naphak Modhiran, Sandra Parker, Xaria X. Li, Danushka K. Wijesundara, Julio Aguado, Adriana Pliego Zamora, Christopher L. D. McMillan, Benjamin Liang, Nias Y. G. Peng, Julian D. J. Sng, Fatema Tuj Saima, Jenny N. Fung, John D. Lee, Devina Paramitha, Rhys Parry, Michael S. Avumegah, Ariel Isaacs, Martin W. Lo, Zaray Miranda-Chacon, Daniella Bradshaw, Constanza Salinas-Rebolledo, Niwanthi W. Rajapakse. Nature, molecular psychiatry, immediate communucation. SARS-CoV-2 drives NLRP3 inflammasome activation in human microglia through spike protein https://www.nature.com/articles/s41380-022-01831-0 1 novembre 2002
Elisabetta Intini, Il virus della covid “infiamma” il cervello come il Parkinson https://www.focus.it/scienza/salute/il-virus-della-covid-infiamma-il-cervello-come-il-parkinson 7 novembre 2022
[7] Noemi di Leonardo, Stop bollettino covid, Fondazione Gimbe: “Passo indietro sulla trasparenza, impossibile monitorare”, 3 novembre 2022
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