
In Myanmar anche oggi i media locali riportano manifestazioni e scontri in diverse città. Sono trascorsi tre mesi da quando il colpo di stato dei militari ha brutalmente chiuso il processo democratico in atto con il governo guidato da Aung San Suu Kyi. La leader è ancora agli arresti così come molte personalità politiche. Secondo l'Associazione di assistenza per i prigionieri politici (AAPP) sono oltre 3.400 gli arresti in questi tre mesi e sempre secondo l'AAPP sono 759 manifestanti uccisi da esercito e forze di sicurezza.
L'inviato speciale delle Nazioni Unite in Myanmar ha spiegato che la violenza della giunta aumenterà se non arriva un'azione internazionale di contrasto.
Giungono notizie anche di una maggiore organizzazione e addestramento di uomini e donne che si oppongono alla giunta militare con un evidente aumento del rischio di un'estensione del conflitto interno. Rappresentanti delle opposizioni e delle minoranze etniche e rappresentanti della società civile hanno da settimane istituito un governo di unità nazionale.
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