Narnia Cantores: il coro, la musica e la storia

Narnia Cantores
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In questa intervista e ci parlano dell'Associazione LaPoliedrica e il dei . La ricerca sulla compresa nel periodo che va dal 1100 al 1300 e l'ambizioso progetto di un .

Per sottolineare l'entità del patrimonio artistico del nostro paese, si è fatto spesso ricorso alla definizione dell'Italia come “un museo a cielo aperto”.
Con questa immagine si è soliti rimarcare un patrimonio fatto non solo da musei, ma anche da strade, piazze, chiese, monumenti e siti che non conosce l'eguale in altri luoghi.
Questa definizione, pur mostrando con immediatezza le ricchezze del nostro paese, può essere ulteriormente integrata con riferimento all'immenso patrimonio musicale di luoghi, autori e periodi, che costituiscono in maniera efficace una sorta di colonna sonora della nostra storia.
Pietre e stili architettonici che rendono unici i centri storici di molte parti d'Italia possono accoglierci con la suggestione di una lunga teoria di note da scoprire, di stili da indagare, di autori e strumenti antichi da riascoltare.
Necessaria e utile appare quindi la ricerca sulla musica antica compresa nel periodo che va dal 1100 al 1300 portata avanti dall'Associazione Culturale LaPoliedrica di , attraverso il progetto musicale del coro dei Narnia Cantores, il lavoro di ricerca e trascrizione, e la scuola di canto.

Narnia Cantores
Foto Paolo Pileri
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Con Claudia Viviani, presidente dell'associazione, e Simone Sorini, musicista professionista, musicologo e direttore del coro, abbiamo discusso delle attività dell'Associazione, dei progetti realizzati e di quelli da realizzare.

Come possiamo raccontare il suo percorso da musicista e da direttore di un coro come quello dei Narnia Cantores?

Sono originario di Urbino e sono figlio di un musicista; ho avuto fin da ragazzo la passione per gli strumenti a corde. Nel corso dei miei studi e delle mie ricerche si è andata sempre più sviluppando una sorta di predilezione per la musica antica, in modo particolare per i repertori medievali e rinascimentali. Una musica per così dire difficile e complessa, ma solo in apparenza.
Il mio percorso si è poi incontrato con quello dei Micrologus, un gruppo ben noto per le sue ricerche nel campo della musica medievale e con un'attività che dura ormai da oltre un trentennio. Questa esperienza mi ha arricchito e consolidato nelle mie passioni e la mia attività si è andata estendendo, consentendomi la pubblicazione di dischi e la realizzazione di concerti in molti paesi europei.
Sempre sulle tracce del medioevo sono poi approdato a Narni, la bella città nella quale ho avviato una collaborazione con l'Associazione Culturale LaPoliedrica, il cui nome è ispirato dai solidi regolari detti “poliedri”, e dalla poliedricità come espressione di un talento capace di soffermarsi su numerosi aspetti dell'arte e del reale. In effetti, nella poliedricità si annida anche una parte della coralità: un gruppo è qualcosa in più della semplice somma dei suoi componenti, proprio perché esso rimanda ad una visione poliedrica e composita del proprio agire.

Quali sono le radici storiche delle ricerche per il coro da lei condotte?
Il punto di partenza della mia ricerca è legato alla musica polifonica medievale. Questo tipo di scrittura musicale aveva raggiunto già una sua complessa e compiuta strutturazione ben prima dell'intervento di , con la sua per così dire “semplificata” tecnica di contrappunto. Incarnando il sentimento religioso della controriforma, la sua ricerca andava incontro alle esigenze poste dalla Chiesa per conservare la musica nelle sue liturgie. Quella legata alla controriforma è una tradizione musicale – dogmatica in origine – che si è imposta e sovrapposta alle tante altre voci di protagonisti che hanno reso florido e fecondo il Medioevo e il primo Rinascimento. L'indagine storica da me condotta anche attraverso lo strumento del coro, è strettamente legata a queste origini medievali spesso dimenticate o non ancora adeguatamente comprese e di conseguenza apprezzate. Un'indagine che non può prescindere dal “localismo” e dallo studio delle realtà regionali, nella stragrande maggioranza delle espressioni artistiche delle quali la musica non fa eccezione: i variegati e cangianti aspetti delle documentazioni ritrovate sono spesso per me fonte di grande meraviglia, ed è questa bellezza, questa ricchezza di significati che voglio condividere con i coristi e con tutti quelli che vengono ad ascoltare i nostri concerti. E' davvero molto raro trovare la ricerca e l'esecuzione di questo tipo di repertori – quelli medievali – in una corale, cosa che quindi contribuisce alla nostra unicità.

Veniamo alla nascita del coro dei Narnia Cantores. Attraverso quali caratteristiche lo presenterebbe ai nostri lettori?
Credo sia doveroso ricordare che a Narni ha operato, anche se sciolto ormai da anni, il .
I Narnia Cantores sono nati, quindi, anche riprendendo una tradizione oramai assente, ma che aveva fatto sentire il proprio peso in questi luoghi.
I componenti del coro, particolare che merita di essere evidenziato, sono tutti residenti nella città umbra di Narni, ricca di un forte legame con la tradizione e l'ambientazione medievale.
Le pietre degli edifici di questa città sono impregnate di un'atmosfera quasi magica e così è ancor più sentita, per i membri del coro, la ricerca musicale che portiamo avanti.
Il coro è anche un momento d'incontro e di socializzazione; il vero legame fra i suoi membri è ovviamente costituito dalla musica. Il nostro coro è composto di circa venti persone, con diverse età e con diverse esperienze formative. I vecchi e i nuovi membri si sono integrati molto bene ed hanno accettato alcune particolarità che rendono il nostro coro davvero speciale.
La prima, come dicevo, è la preparazione dei repertori medievali, rarissimamente eseguiti dalle corali, che usualmente basano le loro esibizioni partendo dalla musica di Palestrina in avanti.
Inoltre i nostri repertori sono studiati ed eseguiti a memoria: chi segue le nostre esibizioni non vede un muro di cartelline davanti ai volti dei cantori: i membri del nostro coro, seguendo la tradizione medievale e il valore connesso all'arte della memoria, imparano, appunto, tutto a memoria, come voleva la didattica musicale antica a partire da Guido d'Arezzo.
L'altro aspetto caratterizzante, sempre nel rispetto della tradizione che andiamo approfondendo e studiando, è la capacità del coro di farsi specchio della complessità sociale dell'epoca di nostro interesse; la voce solista non rispecchia in maniera corretta la genesi storica del repertorio del coro. Tante persone, unite in un progetto comune, sono, infatti, molto più vicine, come approccio, a quella che, secondo me, era la maniera di intendere e vivere la musica nel Medioevo.
Credo, infine, importante rimarcare un'altra specificità del nostro coro, anche legata alla mia formazione e alle mie ricerche.
I nostri sono coristi che, oltre a cantare, suonano strumenti “filologici” individuati a seguito dello studio delle iconografie medievali e della tradizione, e da noi fatti ricostruire da grandi artigiani del settore, o, a volte con fortuna, rinvenuti in giro per l'Italia.
Lo strumentario del coro è andato crescendo, al servizio dei vari repertori che abbiamo proposto; si potrebbe, quasi, parlare di un coro-orchestra, con strumenti come liuti e chitarrini, vielle, arpa, ghironda, sinfonia, e tutto l'insieme delle percussioni, con tamburi, nacchere, piatti, triangoli, tamburelli e quant'altro.
Ricapitolando: sono pochissimi i cori italiani ad avere un repertorio così inusuale, con i coristi stessi che cantano anche accompagnandosi con gli strumenti.

Le proposte dei Narnia Cantores sono sempre legate a un progetto di ricerca e a una lunga preparazione.
È sempre necessario un lungo lavoro di ricerca sulle fonti e sui manoscritti per poterla eseguire oggi, e giungere a preparare un programma di sala.
Il primo passo è quello del recupero storico, anche precisando il legame con il territorio in cui si lavora e opera. La rilettura del passato richiede poi grande attenzione e sensibilità nel ripresentarla al pubblico di oggi, così diverso da quello per cui questi repertori furono creati.
Ogni nostro spettacolo è il prodotto di mesi di ricerca, di arrangiamento e di studio.
Il nostro compito è anche quello di riaprire le casseforti della storia in cui sono conservate decine di documenti che ancora tacciono e attendono che qualcuno ridia loro voce.
Abbiamo iniziato con il concerto del primo maggio del 2012 a Narni con appunto la riscoperta e lo studio dell', documento storico molto importante e direttamente legato a Narni; con questo repertorio abbiamo poi anche partecipato al Festival Spello Splendens, nel quale abbiamo inoltre eseguito alcuni brani di musica natalizia medievale, una proposta davvero particolare. L'anno successivo abbiamo poi preparato un concerto con i veri , musica molto poco conosciuta, del tutto diversa da quella resa celebre da Carl Orff agli inizi del 1900.

Questa esperienza può quasi essere scelta come paradigma del nostro modo di lavorare, molto fedele alle fonti e alle atmosfere originali.
L'attività della Poliedrica non si limita però al coro.
Accanto all'attività del coro, secondo l'intendimento di un'organizzazione “poliedrica”, l'associazione ha recentemente dato vita alla Narnia Schola Cantorum, un progetto che mi vede impegnato in prima persona nell'insegnamento e che mi sembra importante come stimolo e strumento su un territorio dalle forti connotazioni medievali, per incentivare la passione di tanti che vogliono avvicinarsi a tale realtà anche grazie al canto.
Stiamo inoltre cercando di lavorare, pur tra mille difficoltà anche economiche, al progetto di un Festival di Musica Medievale, che si potrebbe perfettamente incastonare nei mille luoghi di Narni che restano a volte non fruibili o poco valorizzati. La musica medievale si sposa perfettamente con la città e la sua storia, le sue pietre, gli scorci e le sue atmosfere; una manifestazione del genere, oltre ad essere tra le prime in Italia, consentirebbe a Narni ed ai suoi abitanti, nonché agli ospiti, di vivere la città attraverso la musica non soltanto come un temporaneo scenario, ma di riscoprirla nei suoi aspetti più autentici e segreti, strettamente legati alle sue origini ed alla sua storia, ancora troppo poco valorizzati dagli eventi al di fuori della Corsa all'Anello che nel corso dell'anno vi si svolgono.
Antonio Fresa

 

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