
Sono particolarmente felice di diffondere la notizia della nascita di un nuovo teatro a Roma, la cui inaugurazione si è tenuta venerdì 28 settembre. Si tratta de Il Teatro dei Conciatori che prende il nome dalla via in cui è situato, in una traversa di via Ostiense, a due passi dalla Piramide, quartiere già culturalmente molto vivace; diretto da Antonio Serrano e Gianna Paola Scaffidi, è il coronamento di una collaborazione artistica di oltre quindici anni e di un lavoro che ha sempre prediletto contenuti originali al di fuori dei meccanismi produttivi tradizionali. Il Teatro dei Conciatori si propone infatti come primo teatro Studio della capitale, architettonicamente strutturato ed arredato in stile urbano-minimalista: il foyer diventa così uno spazio polifunzionale e percorso artistico esso stesso – con le varie opere contemporanee che vi sono esposte – deputato ad accogliere mostre fotografiche, presentazioni di libri, reading, eventi culturali di vario tipo; la sala teatrale, anch'essa polifunzionale, asseconda il medesimo stile e diventa luogo di aggregazione e di partecipazione del pubblico alle varie rappresentazioni che si susseguiranno in un cartellone più che mai variegato ed interessante, ricco di contenuti che privilegiano il sociale.
La stagione de Il Teatro dei Conciatori si è dunque aperta ieri con la preziosa presenza di Paolo Ferrari che ha emozionato il pubblico leggendo brani tratti da Anima Nera di Giuseppe Patroni Griffi. Gianna Paola Scaffidi ed Antonio Serrano hanno tenuto un discorso introduttivo nel quale si è voluto mettere in luce il coraggio di una scelta così significativa quale quella di investire nella cultura e per la cultura, non a dispetto dei tempi, aggiungerei io, ma proprio perché particolarmente necessaria in questi tempi. Un coraggio che speriamo verrà ampliamente premiato e ripagato perché oggi più che mai c'è bisogno di un discorso che sappia ridare alla cultura e all'arte il ruolo preminente che gli spetta e di cui sempre le civiltà si sono avvalse per progredire ed evolversi. Si parla tanto di crisi economica e certamente quella che sta vivendo il nostro paese è forse tra le peggiori che siano state prodotte a partire dal dopoguerra. La crisi però non è solo economica, ma è una crisi innanzitutto culturale, di valori e sociale, ossia che coinvolge la società tutta nei suoi tanti aspetti, interconnessioni ed emanazioni dell'esistere; anzi, direi che i fallimenti economici sono solo gli effetti di qualcosa che soggiace alle strutture stesse, di qualcosa ben più profondo che riguarda l'agire dell'uomo nel mondo. Il fallimento del liberismo economico e della globalizzazione forse è qualcosa di più di una maledizione che ci è caduta sulla testa, forse è un sintomo: il sintomo della ribellione dell'homo consumens – come lo chiama il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman – e del suo tentativo di rinegoziare priorità e valori. Una società che non educa i propri figli alla critica ed autocritica del reale è una società morta, che reitera sé stessa ed i propri errori. Per analizzare in maniera critica ciò che ci circonda c'è bisogno di uno slittamento prospettico, di connessioni, associazioni e rappresentazioni in grado di offrire una visione inedita del reale. La rappresentazione teatrale – a partire dalle sue origini nell'Atene di Pericle – da sempre ha saputo farsi strumento efficace di educazione e sensibilizzazione della comunità, una comunità chiamata a rispecchiare sé stessa nel palco e ri-vedersi nella riproduzione dei propri meccanismi ed idiosincrasie, messa a nudo, rivelata, e per questo in grado di correggersi, ravvedersi, curarsi.
Il cartellone de Il Teatro dei Conciatori predilige quindi opere a forte e dichiarato carattere sociale, pièces in cui i vizi, le malattie e tutte le problematiche della contemporaneità emergono, non già per esporsi al giudizio dello spettatore, ma per poter essere meglio analizzati e curati. Problematiche che saranno raccontate nelle loro mille sfumature, consapevoli che ognuna di esse è verità perché il teatro, come l'arte in genere, è sempre verità, pure quando si innalza nei territori del fantastico o del surreale. Un cartellone che vanta nomi di registi ed attori autorevoli e temi socialmente interessanti che prenderà il via con Vita – dal 5 ottobre al 14 – uno spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni, con Pamela Villoresi, Emilio Bonucci, Eleonora Ivone: la vicenda del conflitto di una famiglia che – trovandosi ad affrontare un dilemma che ripercorre i noti casi di Eluana Englaro o Welby – diventa metafora di quello di un paese; troviamo poi altre opere di indubbio valore sociale, come ad esempio Giorni Scontati, per la regia di Luca De Bei, in cui si affronta il problema del carcere mettendo in scena le vicende di quattro donne – diverse per vissuto e temperamento – che si trovano a s-contare i loro giorni dentro le mura di una prigione; oppure Shameless, scritto e diretto da Alessandro Catalucci, commedia grottesca in cui va in scena la voglia di sopraffazione e la lotta per l'affermazione del sé; o ancora Cherry Doc's, di David Gow per la regia di Antonio Serrano, in cui si articola e mette in scena un processo dominato da due sole voci, quelle di Mike, uno skinhead accusato dell'omicidio di un pakistano e quella del suo avvocato Dan; così pure mi pare particolarmente interessante ed attuale, Il grande mago, ancora diretto da Luca De Bei, uno spettacolo che affronta il complesso tema del cambiamento di sesso e della solitudine ed incomprensione che questo difficile percorso si porta dietro, difficile, ma necessario per aderire fisicamente al pieno sentire di un sé che non si riconosce nel corpo biologico avuto in sorte dal destino; o L'Incidente, scritto e diretto da Edoardo Sala, la storia dell'indifferrenza, dei “mostri” che genera la nostra società.
Tanti i temi attuali che si susseguiranno nel cartellone, tante le maniere di fare teatro, tanta la curiosità di parteciparvi ed assistervi.
Rita Ciatti
Programma stagione teatrale 2012/2103 Teatro dei Conciatori:
– dal 5 al 14 ottobre 2012 – Vita, scritto e diretto da Angelo Longoni;
– dal 16 al 28 ottobre 2012 – Shameless, scritto e diretto da Alessandro Catalucci;
– dal 30 ottobre all'11 novembre 2012 – L'incidente, scritto e diretto da Edoardo Sala;
– dal 13 al 18 novembre 2012 – Avresti un po' di tempo?, di Fulvio Calderoli, regia di Leandro Amato;
– dal 20 al 25 novembre 2012 – Entro i limiti della media europea, testo e regia di Nino Romeo;
– dal 27 novembre al 16 dicembre 2012 – Giorni Scontati, di A. Fattori e D. Scarlatti, regia di Luca De Bei;
– dal 18 al 23 dicembre 2012 – Welcome to Hope nel bel mezzo di un gelido inverno, regia di A. Catalucci;
– dall' 8 al 13 gennaio 2013 – La vita davanti, da Emile Ajar di e con Toni Allotta;
– dal 15 gennaio al 3 febbraio 2013 – Il grande mago di Vittorio Moroni, regia di Giuseppe Marini;
– dal 5 al 10 febbraio 2013 – Il padre dello sposo di Gianluca Tocci;
– dal 14 al 17 febbraio 2013 – Il giorno è servito di e con Emanuele Grimalda:
– dal 19 febbraio al 3 marzo 2013 – La casa della nonna, scritto diretto da Nino Romeo;
– dal 5 al 17 marzo 2013 – A cena tra amici, adattamento e regia di Leandro Amato;
– dal 19 al 24 marzo 2013 – Parole d'amore, Recital di Cesare Bocci e Daniela Scarlatti;
– dal 5 al 14 aprile 2013 – Cherry Doc's, di David Gow, regia di Antonio Serrano;
– dal 16 al 28 aprile 2013 – Cyrano de Bergerac, di Edmond Rostand, regia di Matteo Fasanella;
– da 13 al 19 maggio 2013 – Risate in Paradiso, scritto e diretto da Romano Talevi;
– dal 21 maggio al 2 giugno 2013 – Incantevole, di Neil LaBute, regia di Marco Calvani;
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