
Niccolò Castiglioni (Milano 1932 – Milano 1996) è un pianista e compositore quasi sconosciuto al grande pubblico – destino comune alla maggior parte degli autori di musica contemporanea – e poco conosciuto o comunque spesso trascurato anche dagli addetti ai lavori.
Appare quindi particolarmente meritoria l'iniziativa della Grand Piano Records, etichetta discografica specializzata nella ricerca e scoperta di opere per pianoforte di autori poco conosciuti, che ha recentemente pubblicato un cd (Castiglioni: complete piano works) che raccoglie le composizioni per pianoforte di Castiglioni eseguite, a cavallo del gennaio e febbraio 2022, dal pianista padovano Aldo Orvieto.

Questa pregevole incisione ci consente di fare la conoscenza di un compositore particolarmente raffinato e originale e di sfatare il pregiudizio che affligge la cosiddetta musica contemporanea, ingiustamente considerata di difficile, quando non impossibile, ascolto.
Occorre tuttavia precisare che Castiglioni è stato un compositore sui generis, che ha certamente pagato il suo tributo alla dodecafonia e allo strutturalismo, nel periodo tra la fine degli anni 50 e la prima metà dei 60, ma che ha saputo poi svincolarsi dall'estremismo e dal rigore di queste discipline per riapprodare, almeno parzialmente, al sistema tonale, sviluppando una propria poetica musicale ben più facilmente accessibile e dotata di una contemporaneità spontanea, sensibile ed evocativa.
Le opere per pianoforte contenute nel cd in esame ne sono un chiarissimo esempio. La Sonatina in sol maggiore e la Piccola Suite in sol, entrambe composte nel 1952, appartengono al periodo giovanile di Castiglioni e risentono in modo marcato dell'influenza del neoclassicismo e, più in particolare, di Stravinskij.
Possiamo tuttavia già individuare qualche primo segnale di quelle che diventeranno specifiche cifre stilistiche del compositore milanese, quali ad esempio, la predilezione per le forme brevi (la Sonatina, suddivisa in 3 tempi, dura complessivamente 9 minuti e mezzo e la Piccola Suite, suddivisa in 7 brani, dura poco più di 10 minuti) e il gusto per una titolazione in qualche modo illustrativa ed esplicativa delle intenzioni musicali dei singoli brani (ad esempio, nella Piccola Suite: Marcetta, Nenia, Caccia, Walzer, Melodia).
Seguono due composizioni del 1954: Quattro Canti e Momento Musicale. Nei Quattro Canti si evidenzia il primo approccio di Castiglioni alla tecnica dodecafonica, qui utilizzata senza però abbandonare l'esigenza di cantabilità che rimarrà una caratteristica stilistica del compositore. Nel Momento Musicale appare più marcato il ricorso alla tecnica seriale. Nel breve spazio di 2 minuti e mezzo, suddivisi in 5 brevissimi brani, Castiglioni elabora una complessa struttura ritmica non priva di ironia.
Con un salto temporale di quasi trent'anni, durante i quali Castiglioni svolge un'importante attività didattica negli Stati Uniti e quindi presso i conservatori di Trento, Como e soprattutto Milano, approdiamo alla composizione Come io passo l'estate del 1983.
Si tratta di una raccolta di dieci brani che descrivono in musica alcuni momenti del soggiorno del compositore nella valle di Tires, un piccolo borgo montano della provincia di Bolzano. Troviamo in quest'opera, della durata complessiva di 11 minuti, alcuni evidenti richiami alla giovanile Piccola Suite in sol, soprattutto per lo spirito a volte ludico e giocoso, altre nostalgico e malinconico che pervade i singoli brani che la compongono. Castiglioni descrive, in modo semplice e diretto, con l'immediatezza di una fotografia istantanea, alcuni luoghi e situazioni delle sue vacanze, ricorrendo, come già visto per la citata Piccola Suite, a una titolazione dettagliata e precisa alla quale il pianoforte fornisce un commento sonoro sempre efficace e suggestivo (ad esempio: La fossa del lupo, Il buco dell'orso, La fontanella di Ganna, Ghiaccio sul Rosengarten, Il fantasma del castello di Presule).
La successiva Sonatina, del 1984, testimonia la ricerca, da parte di Castiglioni, di una sempre più accentuata semplicità compositiva unitamente alla predilezione per le sonorità acute e medio acute del pianoforte e per una timbrica pura e cristallina che diventano una delle caratteristiche stilistiche più riconoscibili della sua opera.
La Seconda Sonatina, del 1987, rinvenuta solo dopo la morte del compositore, è costituita da un unico movimento di 3 minuti e mezzo durante il quale si alternano, senza soluzione di continuità, rapidi e nervosi svolazzi sulla parte alta della tastiera e momenti di più calma riflessione sia armonica, sia ritmica.
Con Das Reh in Wald (Il capriolo nella foresta), composta nel 1987, torniamo decisamente alla musica evocativa già ascoltata in Come io passo l'estate, di cui questo breve brano di poco più di 2 minuti potrebbe legittimamente far parte. Si tratta di una lenta e scandita successione di accordi che assumono un significato di quasi ieratico stupore di fronte all'immensità della natura. Una scelta timbrica insolita per Castiglioni che si pone all'estremo opposto rispetto alle note scintillanti e cristalline che descrivono, ad esempio, La fontanella di Ganna o Ghiaccio sul Rosengarten nella già esaminata Come io passo l'estate.
Il cd si conclude con In principio era la danza, del 1989, e Preludio, corale e fuga, del 1994; quest'ultima composizione conclude, a sua volta, la produzione pianistica di Castiglioni.
In principio era la danza è una breve opera, quasi un divertissement, che potremmo definire minimalista, quantomeno per la concisione dei frammenti musicali che la compongono e per l'attenzione ai piccoli particolari. Si tratta di un semplice valzer di stampo tradizionale che viene esposto e variato in 3 diversi momenti di insolita e sorprendente immediatezza (Valzer A e Valzer B di 14 secondi ciascuno e Valzer C di 33 secondi) e che incornicia la Canzone del bruco (20 secondi durante i quali sembra davvero di sentire il piccolo animale strisciare) e la Canzone della farfalla (6 secondi di rapido batter d'ali).

Preludio, corale e fuga (anche in questo caso 3 brevi composizioni per una durata complessiva di 4 minuti e mezzo) costituisce quasi una summa della poetica compositiva di Castiglioni.
Nel Preludio ritroviamo lo stile liquido e cristallino che caratterizza il pianismo del compositore milanese. Pur conscio della difficoltà, se non dell'inutilità, di tentare una classificazione di questa musica, mi sentirei di azzardare la definizione di neoclassicismo attualizzato, rivisitato dalle esperienze seriali e influenzato dalla musica antica e rinascimentale di cui Castiglioni è stato profondo conoscitore e cultore nonché illustre didatta. Il Corale è un gioco di vibrazioni e risonanze che nella ripetizione degli accordi assume una valenza quasi mistica. La Fuga infine, che richiama in maniera esplicita la Fughetta con cui si conclude la Sonatina composta dieci anni prima, si concede sprazzi di provocatoria modernità con l'uso ripetuto di acciaccature, figure in ostinato e cluster utilizzati con una costante e sottile ironia.
Resta da fare un accenno ad Aldo Orvieto, splendido esecutore delle partiture pianistiche di Castiglioni e grande esperto di musica contemporanea, praticata sia come solista, sia in ambito orchestrale. Il suo pianismo è sempre preciso ed efficace, limpido e scintillante, e le sue scelte timbriche appaiono estremamente funzionali alla scrittura del compositore.
Voglio concludere citando il titolo dell'ultimo movimento della partitura orchestrale Inverno in-ver, composta da Castiglioni nel 1973 (e poi rivisitata nel 1978). È una citazione che ben sottolinea il suo spirito giocoso e ironico e che, nel contempo, riassume con un aforisma la sua personale e originale concezione musicale: “Il rumore non fa bene. Il bene non fa rumore”.
GianLuigi Bozzi
Niccolò Castiglioni
Complete Piano Works
Aldo Orvieto, pianoforte
Catalogo n. GP862
Date di registrazione: 31 gennaio, 1, 2 e 3 febbraio 2022
Luogo di registrazione: Sala del Chiostro dei Cipressi, Fondazione Giorgio Cini, Venezia, Italia
Produttore: Aldo Orvieto
Ingegnere ed Editore: Andrea Dandolo
Pianoforti: Fazioli F278 e Yamaha U1
Il cd è stato realizzato in collaborazione con l'Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini che custodisce l'archivio di Niccolò Castiglioni
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