
Ad oggi credo sia possibile parlare dell'esistenza di una vera e propria emergenza migranti e, ovviamente, non mi riferisco all'arrivo improvviso di richiedenti asilo provenienti che attraversano il Mediterraneo, bensì all'enorme confusione normativa causata dall'emanazione del nuovo decreto anti flussi migratori voluto dal governo Meloni, totalmente illegittimo tanto da configurarsi come un enorme pasticcio normativo che a breve genererà, questo sì, una emergenza legislativa di rilievo costituzionale oltreché diplomatica.
Non è da ritenere azzardata questa previsione in quanto le norme contenute nel decreto faranno scattare possibili contenziosi giudiziari dall'esito scontato. Se pure, cioè, qualche nave ong violerà le norme italiane, prevarranno sempre quelle internazionali alle cui finalità si ispirano le organizzazioni non governative, cui anche il nostro Paese ha l'obbligo di uniformarsi.
Il decreto predisposto dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”, con il quale si conta di arginare le operazioni di soccorso nel Mar Mediterraneo, oltre a prevedere norme elementari di diritto della Navigazione come la “idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione”, impianta l'intero atto normativo su due capisaldi che, se da una parte si allineano all'indirizzo politico voluto dal governo, dall'altro si configurano come un vero e proprio aggiramento delle norme internazionali e della Costituzione. Mi riferisco alla condizione, riportata in estratto, che “il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità deve essere raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso” e all'altra disposizione che impone “il transito e la sosta nel mare territoriale sono garantiti ai soli fini di assicurare il soccorso e l'assistenza a terra delle persone prese a bordo a tutela della loro incolumità”[1].
Proprio sulla prima disposizione si sono appuntate le maggiori critiche perché, sostanzialmente, la norma è mirata ad impedire alle navi delle ong che abbiano effettuato già un'operazione di soccorso, di effettuarne altre se non autorizzate. Il che significa che in presenza di altri naufraghi in zona, nello stesso specchio di mare, la nave non deve effettuare altre operazioni di salvataggio, raggiungendo celermente il porto assegnato. Per quanto assurdo possa apparire questa disposizione, devo ricordare che invece è coerentemente in linea con il pensiero del ministro proprio quando afferma: «Le norme non dicono che l'Italia debba farsi carico di tutti, e le ong, che continuano ad essere un fattore di attrazione per i migranti, non possono scegliere il Paese di destinazione». Questa la replica del costituzionalista Gaetano Azzariti che pone in evidenza l'inadeguatezza del ragionamento perché: «se è vero che le navi non possono scegliere il paese di destinazione, ciò porta ad una conseguenza diversa da quella che sembra suggerire il Ministro, imponendo alle navi che operano nelle acque internazionali di fronte alla Libia di dirigersi proprio verso l'Italia» [2].
Ma c'è di più, perché al di là delle scaramucce dialettiche le regole imposte alle navi di salvataggio fanno carta straccia delle normative di diritto internazionale, prima fra tutte quelle della Convenzione di Ginevra del 1951 che all'articolo 33 “Divieto di espulsione e di rinvio al confine” impone a ciascuno Stato contraente il divieto di espellere o respingere un rifugiato [3]. Inoltre la Convenzione prevede in caso di gravi violazioni il deferimento alla Corte penale internazionale. E poi, come se non bastasse, si ignorano volutamente le norme contenute nel Regolamento UE n. 604/2013 meglio conosciuto come “Dublino III”, un vero e proprio trattato internazionale multilaterale in tema di diritto d'asilo che, per l'Italia, porta la firma di Enrico Letta allora presidente del Consiglio.
Il ragionamento del ministro Piantedosi contro l'attivismo delle navi ong, proprio non riesce ad imporsi semplicemente perché non si può fare la guerra anche alle cifre che, come sempre, parlano chiaro. I dati forniti dallo stesso Viminale indicano in 3.673 le persone sbarcate nella prima settimana dell'anno, un numero già di per sé superiore a quello registrato nel 2022. E allora, è colpa delle ong che raccattano chiunque sia in mare? Non è così, perché «da ottobre le navi umanitarie hanno salvato meno del 10% di chi arriva via mare. Il grosso, infatti, continua a farlo la Guardia costiera che ha portato in salvo 2.000 naufraghi sul totale di 3.673 persone arrivate nel 2023, il 54%». Ma quello che più indispone e irrita è che «sono numeri dei quali in passato si è fatto vanto e dei quali oggi la Guardia costiera non può parlare, soprattutto con la stampa, per volere della politica» [4].
Ma c'è dell'altro a far risaltare l'illegittimità totale del decreto Piantedosi, perché la normativa si porrebbe in aperto contrasto con la Costituzione. Di questo ne è certo il professore Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte Costituzionale nonché ex ministro di Grazia e Giustizia del primo governo Prodi, il quale oltre a ribadire la contrarietà del decreto alla legge del mare e alle convenzioni internazionali aggiunge: «La vita è sacra e la Costituzione non attribuisce all'autorità pubblica il diritto di distinguere il grado di pericolo e la diversità di posizione tra coloro che rischiano la vita o che comunque verrebbero respinti. L'accoglienza in un porto sicuro è il presupposto necessario per verificare se quelle persone possano essere accolte oppure no» [5]. L'osservazione del professore Flick, ci porta a scontrarci con il secondo punto che ho evidenziato come colonna portante del decreto governativo e cioè l'obbligo dell'identificazione a bordo, accompagnato dalle informazioni riguardanti la possibilità di chiedere la protezione dell'Unione europea.
Questa è una mossa grossolanamente azzardata e per nulla rispettosa dei diritti dei migranti perché cerca di scaricare sullo Stato di bandiera della nave, l'obbligo di farsi carico dell'accoglienza in quanto nazione di “primo ingresso” come previsto dalla convenzione di Dublino. Accanto a questo rimescolamento degli obblighi, va aggiunto che nel decreto non è contemplata alcuna garanzia circa la vicinanza del porto di sbarco assegnato alla nave ong.
L'intento è chiaro e la sua finalità è quella di dissuadere i migranti a porsi in viaggio dalle coste dell'Africa, dato che l'assegnazione di un porto di sbarco lontano centinaia di miglia nautiche, necessiterebbe di una lunga traversata dagli esiti incerti. A rendere più odiosa questa disposizione, il governo ha pensato di introdurre pesanti sanzioni amministrative «da 10 a 50 mila euro più il fermo amministrativo per due mesi della nave e, in caso di reiterazione, la sua confisca; irrogate discrezionalmente non dal giudice, terzo e imparziale, ma dal Prefetto, autorità amministrativa dipendente dal Ministero dell'Interno» [6].
Di fronte questo pasticcio, che se non verrà fermato o quantomeno riscritto produrrà una montagna di guai, mi sembrano evidenti le difficoltà del governo nella comunque difficile arte di mediazione fra intenzione politica e rispetto sia delle norme internazionali che del principio di umanità che deve pervadere ogni norma.
Forse però stiamo da troppo tempo girando intorno al problema e cioè che finché non si capirà o non si smetterà di far finta di non capire che il problema delle migrazioni è una questione epocale e non un fatto contingente, non lo si affronterà con l'unica arma a disposizione e cioè con l'assunzione di soluzioni politiche condivise a livello europeo, che siano frutto di decisioni prese a “maggioranza” e non all' “unanimità” – disposizione che troppo spesso ha fatto saltare decisioni importanti – come oggi avviene a Bruxelles. E non va dimenticato che l'emigrazione è un fenomeno molto complesso ed è comunque collegata alle troppe disparità e sofferenze che continuiamo a vedere e a seminare nel mondo a causa di crisi economiche, e sociali, guerre e disastri ambientali. Cause sulle quali non si sta affatto agendo a livello planetario.
Tornando alla questione giuridica in ambito europeo, sembra ormai giunta alla stretta finale la partita che si sta giocando sulla stipula di un nuovo Patto sulla migrazione, che in primo luogo prevede la riforma del Regolamento di Dublino proprio sulla modalità di ripartizione delle quote dei richiedenti asilo.
Questo è il punto di partenza della riforma individuato dalla UE che ormai ha preso atto che «in base alle norme attuali, i richiedenti asilo non sono trattati in modo uniforme in tutta l'UE e anche la percentuale di decisioni positive in materia di asilo varia notevolmente tra i diversi paesi. Di conseguenza, i richiedenti asilo viaggiano per l'Europa e presentano domande di asilo nei paesi in cui ritengono di avere maggiori possibilità di ricevere protezione internazionale» [7]. Qualcosa forse andrà rodato quanto prima a Bruxelles se l'ambasciatore svedese alla UE – che gestisce il primo semestre di presidenza – Lars Danielsson ha dichiarato: «Faremo sicuramente avanzare il lavoro, ma non vedrete un patto migratorio completo durante la presidenza svedese. Ci sarà non prima della primavera 2024» [8]. Non è un buon inizio, perché la dichiarazione dilaterà ancora di più il tempo per immaginare delle soluzioni, ma è anche un brutto segnale che – guarda caso – proviene da un governo di destra che sembra proprio voler spegnere le speranze di un altro governo di destra.
Stefano Ferrarese
[1] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/01/02/23G00001/sg, 2 gennaio 2023
[2]https://www.ilriformista.it/intervista-a-gaetano-azzariti-il-piano-del-governo-consegnare-il-potere-ai-prefetti-330191/, 17 novembre 2022
[3]https://www.unhcr.org/it/wp-content/uploads/sites/97/2016/01/Convenzione_Ginevra_1951.pdf, 16 gennaio 2023
[4] Franz Baraggino, https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/01/09/sbarchi-nel-2023-e-gia-record-il-54-soccorso-dalla-guardia-costiera-ma-il-il-governo-pensa-alle-ong-che-ne-salvano-il-10/6930215/, 9 gennaio 2023
[5] https://www.ilriformista.it/decreto-piantedosi-incostituzionale-fare-selezione-dei-migranti-sulle-navi-e-sconcertante-parla-il-presidente-emerito-della-consulta-flick-328387/?refresh_ce, 7 novembre 2022
[6] Salvatore Curreri, https://ristretti.org/migranti-il-decreto-contro-le-ong-e-incostituzionale, 3 gennaio 2023
[7] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-migration-policy/eu-asylum-reform/, 17 gennaio 2023
[8]Alessandra Ziniti, https://www.repubblica.it/cronaca/2023/01/04/news/migranti_la_nuova_presidenza_ue_nessun_patto_fino_al_2024-382038455/, 4 gennaio 2023
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