
I sensi di colpa per le grandi e dispendiose abbuffate dei giorni di festa appena trascorsi espongono molto spesso a rimorsi e riflessioni preoccupate per i danni procurati alla salute. Per spiegare l’attitudine ad abbuffate senza limiti, ovvero quel disturbo definito dagli anglosassoni “binge eating disorder”, la Scienza ricorrere a studi genetici che spieghino i meccanismi che inducono il disturbo o che siano responsabili della mancanza di controllo su di esso. Strada necessariamente da percorrere per raggiungere l’obiettivo di porvi rimedio.
Un’ipotesi di spiegazione arriva dall’articolo pubblicato da The Faseb Journal (Federation of American Societies for ExperimentalBiology), CRTC1 deficiency, specifically in melanocortin-4 receptor-expressing cells, induces hyperphagia, obesity, and insulin resistance [1]. La pubblicazione conferma il coinvolgimento nell’obesità dei geni CRTC1 e MC4R. Il CRTC1, un tempo indicato come Trasducer Of Regulated C REB activity 1 (TORC1), è il gene che codifica per il coattivatore di trascrizione regolato da CREB1. Quest’ultimo è un fattore di trascrizione che induce l’espressione genica in seguito a stimolazione ormonale del pathway dell’ adenosina monofosfato ciclico intracellulare (cAMP) [2].
Il melanocortin 4 receptor (MC4R) – recettore della melanocortina nell’uomo codificato dal gene MC4R- è il gene che, se mutato, sarebbe responsabile di un aumento di interesse verso i cibi appetitosi la cui ingestione può essere causa di obesità. Il cosiddetto “craving“[3] ovvero il desiderio di assumere una sostanza o cibo che, se non soddisfatto provoca sofferenza fisica, oltre che psichica, che potrebbe sfociare anche in irritabilità, finanche in aggressività. Il gene MC4R codifica per un recettore accoppiato a proteine G (GPCR) legante l’ormone stimolante gli alfa-melanociti (α-MSH) nei topi. Questo recettore è localizzato sulla parete cellulare con funzione di riconoscimento delle sostanze extracellulari in modo da consentire la trasmissione dei segnali all’interno della cellula. Il recettore MC4R è risultato coinvolto nel rapporto con l’alimentazione, nell’attività regolatoria metabolica e finanche nel comportamento sessuale e nella funzione erettile del maschio.
Si tratta di considerazioni nuove, circa le problematiche connesse all’alimentazione, che possono risultare risolutive in un futuro immediato per la miglior individuazione di rimedi ed anche di indicazioni per un approccio più mirato al problema. Grande infatti è l’attivismo nell’ambito degli studi sui disturbi alimentari dimostrati dalla mole di letteratura disponibile e dall’attenzione che viene rivolta al problema attraverso un approccio che utilizzi le conoscenze più evolute.
I numeri della popolazione coinvolta, che non riguardano solo l’alimentazione ma le patologie che da questo approccio scorretto possono essere causate, sono enormi. Inoltre non si tratta solo di componente legata all’assunzione disordinata di cibo, vi è connesso un problema di salute mentale che negli ultimi anni ha comportato effetti devastanti sulla vita di chi vi incappa, siano essi adulti, ma anche adolescenti e giovani. Si pensi all’anoressia e bulimia nervose, alla crescita che queste condizioni patologiche hanno avuto negli ultimi anni e che si sono sviluppate in popolazioni di diverse etnie ed a diversa estrazione sociale [4]. Si pensi anche ad altra condizione indotta da un diffuso disturbo alimentare, l’obesità [5], che secondo recenti studi, anch’essa in aumento tanto dal far affermare che ormai nel mondo gli individui obesi superino in valore assoluto quelli sottopeso e che entro il 2025 un adulto ogni 5 risulterà obeso. Tale condizione si osserverà a maggior incidenza in alcuni Paesi come Stati Uniti, Australia, Canada, Regno Unito e Nuova Zelanda [6].
L’approccio a questa condizione risulterà molto più preoccupante visto che ad essa è associata l’insorgenza favorente di altre pericolose condizioni patologiche come, ipertensione, malattie cardiache, diabete e finanche tumori. Essa è considerata la seconda causa indiretta di morte dopo il fumo, ed è considerata corresponsabile di problemi respiratori, articolari e di invecchiamento precoce. Il doversi arrendere all’obesità dipende non solo dalle particolarità dell’alimentazione ma da un codice genetico che potrebbe anche essere responsabile per un 25% delle manifestazioni di obesità. Tra queste cause predisponenti il gene OB che è responsabile della sintesi di leptina, ormone di natura proteica secreto dalle cellule adipose e regolante il senso di sazietà a livello cerebrale ( gli individui magri avrebbero livelli più elevati di questo ormone). Questo gene grazie all’ormone prodotto è anche responsabile della regolazione metabolica e del dispendio energetico che si riscontra a concentrazioni diverse in soggetti di diversa etnia. Un’altra variabilità genetica che sembra incidere significativamente è correlata ad una diversa concentrazione di amilasi salivare tra un soggetto e l’altro. Questo enzima, che con la saliva inizia la digestione degli amidi, risulterebbe associato anche ad insulino-resistenza quindi ad obesità ed a diabete di tipo 2. Da questa considerazione di possibile associazione di obesità con diabete, è stato coniato il nuovo temine “diabesità”.
Altra letteratura prodotta sull’argomento, anche in periodi più recenti, ha portato Nicola Miglino a scrivere di Binge eating disorder, una manifestazione di disordine alimentare che ha correlazioni con fattori genetici ed ambientali [7]. Le ipotesi allo studio riportano di polimorfismi genetici, alcuni dei quali riconducono ai geni codificanti la melanocortina, studi che però necessitano ancora di chiarimenti circa le modalità di coinvolgimento. Il disturbo è caratterizzato da una perdita di controllo nell’assunzione di cibo, a cui non è seguita l’autoinduzione di vomito che invece avviene nella bulimia, ed anche fattori di rischio biologici ed ambientali che contribuiscono alla sua manifestazione.
Lo studio scientifico pubblicato dalla rivista The Faseb Journal, che individua l’interruttore genico che attiva i soggetti verso le grandi abbuffate, rappresenta sicuramente un avanzamento molto utile nella comprensione di quei meccanismi correlati all’obesità, al sovrappeso e quindi alle condizioni negative per la salute indotte dai disordini alimentari. Il gene CRTC1, da tempo associato alla condizione di obesità ed individuato come interruttore delle abbuffate, se inattivato nei topi induce un significativo aumento di peso attraverso predilezione all’alimentazione di cibi grassi. Dal lavoro di Shigenobu Matsumura, dell’Osaka Metropolitan University, è emerso anche il coinvolgimento chiaro del recettore della melanocortina 4 (MC4R) che se mutato causa obesità mentre il gene CRTC1 ha funzione di regolazione sugli eccessi [8]. I ricercatori hanno ottenuto la prova nei topi separandoli in due gruppi. Uno dei due gruppi murini aveva neuroni con il recettore 4 di melanocortina, quello responsabile di obesità, e CRTC1 non espresso. Dallo studio è emerso che i topi di quest’ultimo gruppo non subivano significative modifiche di peso quando avevano disponibilità di dieta normale. Al contrario, la disponibilità di alimenti ipercalorici e ricchi di grassi li induceva in “abbuffate” e sviluppo di obesità accompagnata da diabete. Forse la strada per individuare cosa spinge all’autolesionismo alimentare è segnata e le conoscenze sul gene CRTC1 possono aiutare. Speriamo che con essa arrivino anche suggerimenti di nuovi rimedi oltre a quelli già noti.
Emidio Maria Di Loreto
Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi necessità sul proprio stato di salute, su modifiche della propria cura o regime alimentare, si consiglia di rivolgersi al proprio medico o dietologo.
[1] The Faseb Journal è il giornale informativo della Federazione delle Società Americane di Biologia Sperimentale. Si tratta di società con sede negli Stati uniti che non ha scopo di lucro ed è una organizzazione che raccoglie le società statunitensi operanti nel campo della ricerca medica e biologica. Si distingue nell’organizzare eventi e nella pubblicazione di letteratura scientifica.
[2] Shigenobu Matsumura, Motoki Miyakita, Haruka Miyamori, Satomi Kyo, Fuka Ishikawa, Tsutomu Sasaki, Tomoki Jinno, Jin Tanaka, Kotomi Fujita e altri, CRTC1 deficiency, specifically in melanocortin-4 receptor-expressing cells, induces hyperphagia, obesity, and insulin resistance, 9 novembre 2022
[3] https://www.stateofmind.it/craving/#definizione-di-craving
[4] https://www.epicentro.iss.it/anoressia/
[5] https://www.thelancet.com/clinical/diseases/obesity
[6] Matteo Garuti, Predisposizione all’obesità: quanto conta e che ruolo svolge la genetica?, 19 dicembre 2016
[7] Nicola Miglino, Nutrienti e supplementi; Binge eating disorder, caccia ai geni coinvolti, 7 aprile 2021
[8] Individuato l’interruttore genetico delle abbuffate. 30 dicembre 2022
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