
Il senso di queste note va ritrovato nel tentativo di dare qualche notizia in più e soprattutto di fornire qualche spunto di riflessione sull'Olanda che aiuti a capire il contesto.
In questi giorni il dibattito è stato dominato dall'opposizione netta all'emissione di titoli europei, per fronteggiare la recessione da Covid-19, e che fossero basati sulla condivisione del debito. In particolare se ne è fatto carico Wopke Hoekstra, giovane Ministro delle Finanze che, con determinazione, alla fine dell'Eurogruppo dello scorso 11 aprile dichiarava «non ero d'accordo con gli Eurobond in passato, non lo sono adesso e di certo non lo sarò in futuro» [1].
Vorrei ricordare che i Paesi Bassi hanno una storia importante, un ruolo di guida della storia capitalistica occidentale perché nel XVII secolo, dopo l'Italia e prima della Gran Bretagna, hanno dominato l'economia del tempo. Come ha scritto lo storico Giovanni Arrighi, «gli olandesi si spinsero al punto di diventare i leader di un'espansione commerciale dell'intera economia-mondo europea, trasformando così Amsterdam non solo nella “Venezia del Nord”, […], ma anche nella “Genova del Nord”» [2].
L'Olanda è la quinta economia nell'Europa monetaria e sono il secondo paese al mondo per esportazioni agricole. Il surplus commerciale è tra i più alti d'Europa. Ha un debito pubblico molto bassa e un reddito pro capite elevato, più di 42 mila euro. E questo anche grazie al fatto che hanno un sistema funzionale ad attrarre multinazionali e capitali; un sistema fatto di politiche fiscali molto favorevoli ai capitali e regole più semplici per la gestione delle attività produttive.
Un paese solido insomma, anche se spesso ci si dimentica di una sorta di spada di Damocle rappresentata dai debiti dei cittadini olandesi, un parametro che non viene preso in considerazione dal Trattato di Maastricht per lo stato di salute delle finanze. Infatti come spiega Vittorio Da Rold, osservando il «rapporto tra debito privato e reddito disponibile delle famiglie secondo i dati di fine 2019 e forniti dalla Bce e Commissione europea in Olanda questo rapporto era al 220% mentre in Italia era solo del 55%. […] . Tutto ciò significa che le banche olandesi nel recente passato forse sono state un po' troppo di manica larga nel concedere prestiti al consumo e mutui sulla casa con il rischio di far esplodere una bolla del debito che naturalmente avrebbe conseguenza non solo nazionali ma anche europee. […]. Anche l'ultimo report dell'articolo IV del 2019 del Fondo monetario internazionale sull'Olanda riporta il rischio dell'indebitamento delle famiglie», per il quale hanno invitato a non abbassare la guardia [3].
Ma torniamo all'accoglienza delle multinazionali la cui presenza svolge un ruolo importante nei Paesi Bassi e che nasce negli anni '90. In questi ultimi tempi dall'Italia, dopo Fca, Mediaset, Cementir, Luxottica anche Campari ha preso la via dei tulipani spostando la sede legale [4]. Ma per farla breve questi “buchi neri fiscali”, secondo la felice definizione dell'ex Commissario europeo all'economia Pierre Moscovici, comportano una perdita annuale per l'Italia «di almeno 6,5 miliardi euro di entrate: finiscono nelle casse dei sei Paesi che stando al rapporto dalla commissione speciale sui crimini finanziari TAX3 “facilitano una gestione fiscale aggressiva”. Ci sono anche Cipro, Malta e Ungheria ma olandesi e lussemburghesi sono quelli che ci guadagnano di più impoverendo il resto dell'Unione. La Germania si vede sottrarre addirittura 19 miliardi, la Francia 17» [5].
Ora a parte la faccenda che la politica fiscale si cambia all'unanimità in Europa la prima domanda che mi pongo e alla quale vorrei fosse data una risposta: perché ci stiamo lamentando della politica fiscale olandese (ma anche delle altre nazioni) e da anni continuiamo a far poco o nulla in proposito? La seconda, di conseguenza, ci sono altri interessi che ci impediscono di evitare sottrazioni così importanti al bilancio dello stato italiano e non solo?
Un'altra questione da tener da conto nel groviglio di interessi è la Brexit. Più esattamente, molte delle sedi di istituzioni finanziarie e non londinesi si sono trasferite o lo stanno facendo in Olanda perché vi trovano terreno fertile per fiscalità, regole, l'inglese diffusissimo, studenti da tutto il mondo, ma tutto questo in un'Europa traballante o che si sfalda non è un ambiente favorevole. A maggior ragione se la globalizzazione subirà un arresto e conteranno di più le aree continentali.
L'economia è una questione centrale per il governo di Rutte ma questo non vuol dire che tutti gli olandesi sono dalla sua parte perché ci ricorda Federica Bianchi il caso di «Arnaud Boot, l'economista olandese salito all'onore delle cronache qualche giorno fa quando, nel giro di 24 ore dalle esternazioni poco felici di Hoekstra, convinse i maggiori economisti del Paese a scrivere una dura lettera di critica al governo. “Per questo credo che non solo vadano sfruttati tutti gli strumenti economici che le istituzioni europee offrono ma anche nuovi strumenti di emergenza”» [6].
Una circostanza da valutare e senza che però questo ne giustifichi i comportamenti è quella della diffusione del sovranismo della destra, anche nazi-fascista, in Olanda, il discorso non è diverso per la Germania, come il Partito per la Libertà di Geert Wilders e il Forum per la Democrazia di Thierry Baudet che spingono contro il sud dell'Europa e il governo non vorrebbe dare troppi elementi a loro favore. E per chiudere il cerchio sono quei partiti ideologicamente vicini alla nostra Lega e Fratelli d'Italia che spingono per i titoli di debito europeo.
L'Olanda sta affrontando un duro periodo e, come molti paesi, le sue autorità hanno commesso errori nella gestione dell'emergenza da Covid-19. Sono oltre 34.000 i pazienti confermati dal Ministero della Salute, ma come spiegano i giornali olandesi sono molti di più. I morti al momento in cui scrivo risultano 3.916 e nelle ultime ventiquattrore ne erano stati 165.
Ieri sera il Primo ministro Marke Rutte ha esteso la maggior parte delle misure di distanziamento al 19 maggio. L'unica novità sostanziale è che l'11 maggio tutte le scuole primarie potranno riaprire con i piccoli alunni che andranno ogni due giorni e nel frattempo per gli insegnanti si stanno effettuando test per il virus.
«Lo dico a titolo definitivo: ci troviamo di fronte a dilemmi diabolici», ha detto Rutte e «qualsiasi allentamento delle misure comporta rischi» [7].
Pasquale Esposito
[1] Pietro Del Re, “Chi è Wopke Hoekstra, il falco olandese dell'Eurogruppo”, https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/04/20/news/coronavirus_wopke_hoekstra_paesi_bassi_olanda_ministro_finanze-254535567/, 20 aprile 2020
[2] Giovanni Arrighi, “Il lungo XX secolo”, Il Saggiatore 2014, pag. 151
[3] Vittorio Da Rold, “Pubbliche virtù e vizi privati: olandesi indebitati al 220% sul reddito più pericolosi degli italiani virtuosi (55%)”, https://it.businessinsider.com/pubbliche-virtu-e-vizi-privati-olandesi-indebitati-al-220-sul-reddito-piu-pericolosi-degli-italiani-virtuosi-55/, 15 aprile 2020
[4] Gianluca Zapponini, “Golden Power? Il paradiso (fiscale) non attende. E l'Olanda si beve lo Spritz”, https://formiche.net/2020/04/campari-olanda-ferrero-golden-power/, 20 aprile 2020
[5] Felice Meoli, “Paradisi fiscali in Ue: ecco quanti soldi ci sottraggono Olanda, Irlanda e Lussemburgo offrendo alle multinazionali una tassazione di favore”, https://www.theguardian.com/world/2020/apr/08/amsterdam-doughnut-model-mend-post-coronavirus-economy, 20 aprile 2020
[6] Federica Bianchi, “L'Olanda in crisi d'identità è il nuovo nemico numero uno”, https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/04/15/news/olanda-europa-crisi-1.346831, 15 aprile 2020
[7] “Rutte: Kinderen helft van de tijd naar school, geen evenementen tot 1 september”, https://www.ad.nl/politiek/rutte-kinderen-helft-van-de-tijd-naar-school-geen-evenementen-tot-1-september-br~a82e1b3b/, 21 aprile 2020
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