
Un uomo è stato ucciso a Fermo per aver difeso la moglie da due ultras. Piangiamone la morte: si era rifugiato in Italia per sfuggire alla violenza. La domanda che pongo, oltre la mostruosità di quest'omicidio, è: si è ultras mentre si compie un omicidio? Questi due assassini nella loro comunità sono individuati in base al loro ruolo di tifosi? Non si tratta di demonizzare il tifo. Si tratta di domandarsi se nella vita si possa essere null'altro che ultras, cioè quelli che tifano per quelli che per lavoro giocano. In tutta questa confusione di ruoli e parole non c'è già qualcosa di barbaro?
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