
Come rappresentare il potere senza volto che ci sovrasta, inducendoci ad accettare l'inaccettabile senza che ce ne accorgiamo? Il catalano Albert Serra, una delle personalità più significative del cinema contemporaneo, sceglie in Pacifiction – Tourment sur les Îles (Pacifiction – Un mondo sommerso) di non rappresentare affatto le dinamiche, gli atti, i crimini del potere, ma di farci vivere l'aria impalpabile di minaccia, di paranoia, di ansia che instaura. E ha l'idea geniale di farci aderire al punto di vista di un uomo che dovrebbe essere dentro le “segrete stanze”, un Alto Commissario, che è la carica governativa più importante nella Polinesia francese e, altra idea geniale, di ambientare il film in un paradiso in terra come Tahiti dove lo splendore naturale dei paesaggi, del cielo, del mare, della costa è continuamente ammorbato dal pericolo latente, innescato che accada l'irreparabile. Ossia un'esercitazione nucleare come premessa ad una guerra senza ritorno.
Un film in agghiacciante consonanza con le nostre attuali paure, anche se Serra lo ha ideato due anni prima della guerra scatenata da Putin. L'Alto Commissario di Tahiti (impersonato da uno strepitoso Benoît Magimel) non sa nulla, non è informato di nulla, è scavalcato da un ammiraglio sinistro e odioso che al contrario di lui è perfettamente al corrente dei giochi. E quindi deambula per l'intero film come un sonnambulo, riceve i locali con paternalismo coloniale, celebra i rituali, le parate e i brindisi, sorride, stringe mani, usa sempre il solito linguaggio stereotipato ma è impotente a fronteggiare e anche soltanto a comprendere l'effettiva, concreta realtà che cova dietro le aspre tensioni che stanno fermentando nell'isola (dato che i locali hanno più di un sospetto delle intenzioni del governo francese di rinnovare gli esperimenti nucleari come nel 1996).

Intorno a lui, ai suoi falsi movimenti, Serra fa apparire inquietanti figure come “l'Americano”, onnipresente ad ogni angolo dell'isola, e crea un bellissimo personaggio di transessuale che nessuno nel film definisce come tale, la bellissima Shannah (Pahoa Mahagafanau) che ha un sorriso di misteriosa, insondabile dolcezza e con cui l'Alto Commissario ha un enigmatico rapporto. La tensione cresce in ogni sequenza (alcune sono di una bellezza assoluta, come la gara di surf o quella notturna nello stadio deserto) senza liberarsi mai; le scene si inanellano con un ritmo trasognato, ipnotico. Serra ha realizzato il film nell'estate del 2021, mentre Tahiti era in confinamento causa Covid e ha adottato un sistema di riprese unico e originale, girando con tre minuscole Blackmagic Pocket senza spiegare agli attori che cosa stesse accadendo né quale macchina da presa li stava riprendendo, dandogli istruzioni al momento con un auricolare, così da ottenere dagli interpreti un abbandono assoluto all'atmosfera aleatoria del film.
Roberto Chiesi
Pacifiction – Un mondo sommerso
Titolo originale: Pacifiction – Tourment sur les îles
Lingua originale: francese
Paese di produzione: Spagna, Francia, Germania, Portogallo
Anno: 2022
Durata: 163'
Rapporto: 2,39: 1
Regia: Albert Serra
Sceneggiatura: Albert Serra
Produttore: Pierre-Olivier Bardet, Albert Serra, Montse Triola, Dirk Decker, Andrea Schütte, Joaquim Sapinho, Marta Alves, Laurent Jacquemin
Produzione: Anderground Films, Tamtam Film, Rosa Filmes, Arte France Cinéma, Archipel Productions
Distribuzione in italiano: Movies Inspired
Fotografia: Artur Tort
Montaggio: Albert Serra, Artur Tort, Ariadna Ribas
Effetti speciali: Ariadna Ribas, Xavier Pérez, Alexander Breker, Marco Del Bianco
Musiche: Marc Verdaguer
Scenografia: Sebastian Vogler
Costumi: Praxedes de Vilallonga
Interpreti e personaggi
Benoît Magimel: de Roller
Pahoa Mahagafanau: Shannah
Marc Susini: l'ammiraglio
Matahi Pambrun: Matahi
Alexandre Mello: il portoghese
Montse Triola: Francesca
Michael Vautor: il capitano
Cécile Guilbert: Romane Attia
Lluís Serrat: Lois
Mike Landscape: Mr. Mike (l'Americano)
Cyrus Arai: Cyrus
Mareva Wong: la segretaria
Baptiste Pinteaux: Olivier
Sergi López: Morton
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