
La regular season di pallacanestro ha dato il responso: Bologna e Sassari fuori dalla corsa scudetto, Capo d’Orlando retrocessa e Reyer Venezia chiude al primo posto dopo aver sconfitto l’Olympia Milano nell’ultima di campionato. A queste due seguono Brescia, Avellino, Trento, Varese, Cantù e Cremona ai play off.
Il responso non dice nulla di più circa la situazione generale di una pallacanestro che non mostra alcun nuovo segno di risorgimento in un movimento sempre più avviluppato su se stesso, e concentrato su criteri di politica cestistica inefficaci per il suo rilancio. Avevamo lasciato con enormi difficoltà per le piccole società dei campionati minori costrette a far pagare costosi tesseramenti e chiedere anche altri sostegni ai propri atleti. Riprendiamo con questi play off nei quali la sola Avellino, in rappresentanza di centro e sud, vi partecipa. Anche Capo d’Orlando torna in A2 a ridare significato geografico agli spazi lasciati nel campionato maggiore dalle più blasonate Caserta e Roma. Curioso e preoccupante notare che, fra le 8 squadre che si affronteranno nei play off, tralasciando la compagine affidata all’ottimo lavoro del neretese Sacripanti, Cremona, fra le rimanenti sette squadre è quella collocata più a sud! Inoltre a parte la Bologna delle V nere appena fuori dai play off, e poi Sassari, Torino e Reggio Emilia, il resto sono tutte compagini del centro Sud a testimonianza ulteriore di come più ci si allontana dal nord più diventa precaria la collocazione delle squadre del sud nella classifica dei migliori.
Servirebbe un nuovo Giustino Fortunato della pallacanestro, in grado di sviluppare teorie che consentano alle sperequazioni cestistiche della questione meridionale di tornare ad una rappresentanza di questo sport più diffusa sul territorio. Senza scomodare insigni intellettuali del passato, potrebbe essere sufficiente comprendere ed attivare i dovuti accorgimenti che non darebbero frutti solo per il centro sud ma per l’intero movimento.
Se vogliamo questa considerazione è il campanello d’allarme ulteriore per tutta la nazione cestistica, denunciata da tempo, ma senza l’accenno a correttivi che ne possano invertire la tendenza. Non è difficile dedurre che, se larghissime zone sono lasciate senza adeguata rappresentanza nello sport di vertice, a parte qualche eroica presenza che si tiene in piedi tra difficoltà sempre maggiori, viene a mancare quella base larga di praticanti che è la sola salvezza del movimento.
Partecipare ai campionati maggiori, senza più Italiani in campo o quasi, per giunta in ristrettissime aree, non aiuta alla diffusione, all’esempio da seguire, al mettere a disposizione delle nostre nazionali quei talenti giovanili che non hanno neanche la speranza di essere seguiti da istruttori preparati, ormai sempre più rari, a causa delle esigue risorse economiche a loro destinate. Chiaramente l’affermazione della nazionale maschile maggiore nei tornei internazionali più ambiziosi, leggi olimpiadi e mondiali, non è più neanche sperabile perché mancano addirittura le nostre qualificazioni a questi tornei.
Guardare in questi play off qualche partita almeno godibile e qualche segno, anche piccolo, che consenta di continuare a coltivare la passione per questa magnifica disciplina è la massima aspirazione alla quale tendere?
Emidio Maria Di Loreto
CLASSIFICA FINALE Stagione regolare: Venezia 46 punti; Milano 44; Brescia, Avellino 40; Trento 36; Varese, Cantu’ 32; Cremona, Bologna, Sassari 30; Torino, Reggio Emilia 26; Pistoia 20; Brindisi 18; Pesaro 16; Capo d’Orlando 14.
PLAY-OFF: Umana Reyer Venezia – Vanoli Cremona; Sidigas Avellino – Dolomiti Energia Trentino; Germani Basket Brescia – Openjobmetis Varese; EA7 Emporio Armani Milano – Red October Cantù
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie