
La pandemia ha lasciato una gravissima deficienza collaterale nel modo di comunicare. A cominciare dal fatto che non vengono più diffusi in Italia i dati giornalieri sui contagi e sulla pandemia sostituiti da numeri settimanali. Comunque vada i dati non sono per nulla tranquillizzanti a meno che non si voglia festeggiare o accontentarsi di oltre 100 morti al giorno per la Covid, 719 nella settimana 9-15 dicembre, con + 4,8% rispetto alla settimana precedente [1].
Il dato giornaliero è importante perché permette di intervenire, qualora ce ne fosse la necessità, tempestivamente e non sette giorni dopo. Quindi è molto difficile cogliere l'utilità pratica dell'oscuramento dei dati giornalieri se non quello di accontentare buona parte dell'elettorato e distinguersi dal recente passato. Peccato che non si guarisca dagli effetti del virus non sapendo.
Purtroppo però la situazione più preoccupante non è neanche questa, se mai lo sarà, speriamo di no. Forse le perplessità maggiori dobbiamo indirizzarle guardando verso la Cina dove la diffusione del virus è esplosa.
Partendo da una recente analisi di Smriti Mallapaty su Nature in cui si analizzano modelli previsionali, si osservano scenari più che preoccupanti. Si dichiara con chiarezza che l'ondata attuale della Covid-19 potrebbe procurare un milione di decessi nella sola Cina. I morti si ridurrebbero, secondo i sofisticati modelli matematici utilizzati, fino al 35% qualora si tornasse all'obbligo di mascherine ed a restrizioni temporanee ed anche ad utilizzo di antivirali e quarta dose vaccinale [2].
La previsione di un milione di morti tiene conto solo della causa diretta da Covid-19 e non delle morti collaterali, quelle cioè che sono considerabili indirette a causa dei sovraffollamenti ospedalieri, che già si osservano, e dei ritardi sulle cure per altre patologie.
Secondo l'agenzia di stampa cinese Xinhua sono in rapida ascesa le infezioni su Pechino ed in altre regioni. Quindi per far fronte al quadro che si delinea occorre che anche sulla quarta dose vaccinale si provveda velocemente per proteggere fragili ed ultrasessantenni. A questo proposito si definisce che nei 260 milioni di cinesi con più di 60 anni, solo il 70% ha ricevuto la terza dose, come pure solo il 40% degli ultraottantenni.
L' Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) scrive di come un paese con 1,4 miliardi di abitanti stia tornando alle situazioni dell'inizio della pandemia nel 2020: scaffali di supermercati vuoti, strade deserte, con il fallimento della strategia zero-covid. Pechino sarebbe la città più colpita, con metà popolazione chiusa in casa per precauzione e l'altra metà contagiata dopo che erano state decise, per le enormi proteste sulle restrizioni, di annullarne gran parte di esse. Anche altrove la situazione non depone bene. A Shangai scuole chiuse e didattica a distanza con abitanti in volontario esilio in casa [3].
Si sconta in Cina un basso numero di vaccinati e a questo si aggiunge la bassa efficacia dimostrata dai vaccini cinesi, Sinova e Sinofarm[4]. Circa i vaccini a vettori virali, come quelli usati in Cina, era nota la loro scarsa utilità fin dalla seconda dose se non fosse stato cambiato il vettore virale come previsto nello Sputnik. La ragione individuata era che il vaccinato a cui inoculare le dosi successive alla prima, avrebbe, dopo la prima somministrazione, sviluppato anticorpi anche verso il vettore virale annullandone praticamente gli effetti. Le autorità cinesi potrebbero iniziare a risolvere il problema della copertura immunitaria utilizzando altri tipi di vaccini, e cioè quelli a proteine e ad mRNA. Il primo assicura un più lungo effetto anche contro Omicron e le sue varianti. Il secondo cioè quello a mRNA comunque almeno ulteriori quattro mesi di piena copertura la assicura. Questi vaccini che sarebbero utilissimi nell'uso booster però, pur essendo autorizzati dalle Autorità sanitarie di tutto il resto del mondo, non lo sono in Cina. Altra sottolineatura da considerare è che la faccenda cinese non riguarda solo quella nazione come dimostrato dal primo ceppo del Sars CoV-2 isolato a Wuhan e che si diffuse ovunque sul globo.
Il commento finale di Fausto Fasulo, Co-Head Osservatorio geoeconomia ISPI è: «Se lasciare la Cina chiusa per quasi tre anni ha danneggiato l'economia cinese fino alla revisione dei protocolli medici per l'esasperazione della popolazione, la riapertura improvvisa non solo sta presentando il suo conto in termini sanitari, ma la stessa economia potrebbe risultarne ancora danneggiata» [5] .
Tornando al tema della comunicazione. Nel giro di un paio di giorni registriamo tre modi di presentare la stessa realtà lasciando ad ognuno le riflessioni sul come, malgrado parlino scienziati autorevoli, e malgrado si stia trattando lo stesso argomento da un punto di vista scientifico, si inoltrino informazioni che poi, nei non addetti ai lavori, possono generare confusione se non atteggiamenti verso il contagio in grado di nuocere a se stessi ed agli altri.
Il primo articolo citato riguarda le osservazioni di Gianni Rezza, Istituto Superiore di Sanità e Direttore Generale della prevenzione del Ministero della Salute riportate da Michele Bocci su la Repubblica [6]. Viene sottolineato in pratica di non abbassare la guardia, il virus c'è ancora ed in Cina spaventa tanto mentre da noi dovrebbe avere effetti molto meno preoccupanti per quanto di buono fatto in materia vaccinale. Rezza spiega che si dovrà continuare ad utilizzare buon senso e mascherine nei momenti conviviali o in caso di assembramenti comunque a rischio. Particolare attenzione dovrà ancora essere rivolta verso la vaccinazione per i fragili e gli anziani.
Parallelamente a questo articolo ne è comparso un altro il 16 dicembre con un'intervista del Corriere della Sera a Piergiorgio Palù, presidente dell'Associazione Italiana del Farmaco – AIFA e rilanciata dal sito Quotidiano Sanità. Nell'articolo Palù dichiara che
«il Covid non è più una pandemia e neppure un'endemia. Parliamo di un virus che in questa fase mantiene una circolazione diffusa nella popolazione di vaste aree del globo come quello di Dengue e Hiv. Non ce ne libereremo mai. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale assieme agli altri virus respiratori» [7].
La domanda che facciamo noi è: se sui vaccini Palù dichiara che sono fondamentali…ma dichiarando che non c'è più pandemia e nemmeno endemia malgrado i numeri diffusi, come si contribuisce a stimolare la vaccinazione, soprattutto per chi ne ha bisogno?
A questi articoli occorre aggiungere poi l'intervista di Paolo Giorgi sul sito dell'Agenzia Italia a David Quammen, saggista e divulgatore scientifico, già autore del best seller Spillover (Spillover. L'evoluzione delle pandemie. Traduzione di Luigi Civalleri, Adelphi, 2014, pp. 608, € 60,00). L'intervistato che aveva ipotizzato la nascita di una pandemia a causa di un virus modificato da un salto di specie, ha analizzato storicamente quanto accaduto, ha mosso il dito sugli atteggiamenti osservati, ha ipotizzato verso chi di dovere il non aver preso in giusta considerazione le indicazioni che quanto successo dovrebbe aver dato. Inoltre Giorgi riporta le considerazioni di Quammen:
«Le libertà personali (dette anche libertà civili) sono ovviamente molto importanti e ne facciamo tesoro nelle società democratiche. Ma se la libertà personale diventa una priorità assoluta, a scapito della salute pubblica e del benessere delle comunità, allora suppongo che non dovrebbero esistere la patente di guida, i semafori e la polizia. Come andrebbe? Non bene. Il rifiuto delle chiusure temporanee per Covid, dell'obbligo di mascherine e delle campagne vaccinali, è l'equivalente di una sorta di anarchismo da ragazzini applicato al problema di un virus pandemico. […]. Il nuovo approccio italiano ricorda in qualche modo il vecchio approccio americano sotto Trump. Non ha funzionato. Ha solo peggiorato le cose. Alcune persone (anche alcune persone che rispetto, come Joe Biden) hanno detto che “la pandemia è finita”. È una questione di definizioni. Come definisci “pandemia” e come definisci “finita”? Il virus non è sparito. Il rischio per le persone non vaccinate non è sparito”»[8].
In conclusione lasciando al lettore le proprie considerazioni su quanto riportato, uno sguardo ai dati sulla situazione mondiale completano il quadro. Negli Stati Uniti si si è osservato un anticipo dilagante di diffusioni di infezioni respiratorie per RSV, Influenza e Sars CoV-2 come da notizia diffuse dal Center for Diseas Control and Prevention [9]. Parallelamente potete leggere, qui sopra, il diagramma Gimbe aggiornato al 20 Dicembre sul totale dei casi con distinzione per gli ultimi 7 giorni.
Emidio Maria Di Loreto
[1]Monitoraggio indipendente del GIMBE
[2] Smriti Mallapaty; Nature; China COVID wave could kill one million people, models predict, 19 dicembre 2022.
[3] ISPI Daily focus; Cina: ritorno al passato, 19 dicembre 2022
[4] Start Magazine; Sinovac e Sinopharm, il flop dei vaccini a virus inattivato contro Omicron, 17 Gennaio 2022.
[5] ISPI, Daily focus; ibidem, 19 dicembre 2022
[6] Michele Bocci, Gianni Rezza: “La pandemia non è finita, ecco come affrontarla a Natale17 dicembre 2022.
[7] Covid, Palù (Aifa): “Non è più una pandemia e oggi è meno letale dell'influenza”. 22 dicembre 2022.
Occorre ricordare che il dott. Palù aveva espresso pareri sull'eccessivo numero di risultati positivi che provenivano dall'uso della PCR per valutare le dimensioni del contagio (https://www.ilgiornale.it/news/cronache/pal-cos-contiamo-troppi-falsi-positivi-1901730.html). Accadde quando nel primo anno di pandemia, alcuni nel mondo scientifico erano impegnati nel dare informazioni minimizzanti gli effetti di quanto ci stava colpendo. Si ricordi la negazione da molti sulla utilità dell'uso della mascherina, le dichiarazioni sul contagio paragonato all'influenza tradizionale, i convegni nelle aule istituzionali organizzati per negare la gravità pandemica, l'uso di testimonial (il tenore Andrea Bocelli ad esempio), e non ultimo le dichiarazioni delle dott.ssa Gismondi del “Sacco” di Milano, rese al convegno della destra in Germania in cui si lasciava intendere di non sapere cosa contenessero le bare di Bergamo nel momento di massima preoccupazione pandemica quando i cimiteri non riuscivano a tumulare i troppi morti da Covid.
[8] Paolo Giorgi; Quammen: “Arriverà un virus peggiore ma non siamo pronti”, 17 dicembre 2022
[9]Amy Schoenfeld Walker, Just How Bad Is the ‘Tripledemic'?, 16 dicembre 2022.
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