Parco Lambro 1976 cronaca di un festival lontano

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Ho fatto un viaggio nel tempo, stimolato dalla lettura dell’ottimo saggio di Claudio Pescetelli, Nudi & Crudi, piccola storia dei festival pop italiani, preciso e quasi maniacale resoconto di quella stagione durata un decennio delle grandi e piccole manifestazioni musicali sparse per la penisola, utopiche Woodstock che cercavano percorsi alternativi non solo artistici ma anche esistenziali e politici. Stagione che l’autore racchiude fra il 1968 del Festival Pop di Roma, svoltosi in un Palaeur quasi deserto con artisti del calibro di Pink Floyd, Brian Auger, Captain Beefheart e il 1979 del concerto in omaggio di Demetrio Stratos, all’Arena di Milano, commiato non solo al grande cantante degli Area ma ad un periodo fecondo ed importante della nostra storia.
Leggendo i resoconti della stampa musicale dell’epoca, le interviste ai protagonisti, che sono parte integrante della narrazione, si ha un’idea appropriata del clima dapprima quasi pionieristico poi via via sempre più consapevole della dirompente potenza del mezzo rock come fattore aggregante di una generazione che cercava di dare l’assalto al cielo. Facendo mente locale e cercando di dare una colonna sonora a quelle pagine, ho ritrovato un disco che è forse l’unica testimonianza  musicale diretta  di un festival di quel periodo, Parco Lambro 1976 VI festa del proletariato giovanile Milano 26/29 giugno 1976. Disco che a tutt’oggi vanta una sola ristampa in cd, allegato ad un libro sugli Area di Giampaolo Chiriacò per Stampa Alternativa. Solco dopo solco sfilano fra i migliori esponenti della scena italiana dell’epoca, gli Area al culmine della loro parabola con Gerontocrazia, un quasi ingenuo Eugenio Finardi che in coda ad una nervosa e tirata Musica Ribelle chiede un 3 per cento in più per vincere le elezioni e portare finalmente la sinistra al governo (siamo un anno prima del compromesso storico), Toni Esposito non ancora abbagliato dalla luna, Il Canzoniere del Lazio carico di suggestioni folk, come pure i siciliani Taberna Mylaensis, Ricky Gianco con una rockeggiante Questa casa non la mollerò, l’esilarante Solfeggio Parlante di Paolo Castaldi (la creatività non conosceva limiti e tutti avevano uno spazio) ed i fantasmagorici fiorentini Sensation’s Fix, autori di uno space rock psichedelico ed ispirato. Ma soprattutto gli intermezzi fra un brano e l’altro che testimoniano i momenti di assemblea (fu un’edizione molto turbolenta e fu anche l’ultima), a volte spassosi a volte drammatici  che ricreano veramente il clima di quei giorni in cui iniziavano ad esplodere quelle contraddizioni che portarono qualche mese dopo alla grande rivolta del 1977. Ho fatto allora un piccolo esperimento : ho caricato su un noto social network, un video del brano Just a little bit on the curve dei Sensation’s Fix con l’intento quasi missionario e pedagogico di restituire al mondo una perla forse dimenticata di un tempo in cui la parola marketing non esisteva e la musica non era un prodotto ma un’espressione imprescindibile dell’animo umano… ebbene in pochi mesi più di mille e trecento persone in tutto il mondo hanno potuto apprezzare questa meraviglia.

Mario Barricella

Parco Lambro – LP –  Il Laboratorio – 1976
Claudio Pescetelli – Nudi & Crudi piccola storia dei festival pop italiani III parte – I libri del mondo capellone – 2012
Giampaolo Chiriacò – Area: Musica e Rivoluzione – Stampa Alternativa – 2005
Matteo Guarnaccia – Re Nudo Pop & altri festival – Volo Libero – 2010
Angelo Restelli – Nudi verso la follia – 16mm – 53 minuti – 2004

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