
A tre mesi dagli attentati nella capitale francese, una mostra fotografica ci racconta, con discrezione e rispetto, “il giorno dopo” a Parigi.
Gli attentati terroristici del 13 novembre 2015 e la reazione della gente negli scatti di due fotografi italiani.
Il dolore, l'angoscia e la consapevolezza di qualcosa di terribile negli scatti di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni: “Abbiamo sentito subito forte il desiderio di dare la nostra testimonianza di quell'evento.
Era più che un desiderio, piuttosto un comando della nostra coscienza”.
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
Prima
È sera, e sembra una sera come tante.
Il buio scende sulle cose e le luci si moltiplicano.
La Ville Lumière si prepara a una nuova serata, a una nuova avventura.
La voglia di correre, di gioire, di socializzare, di condividere, di essere pubblico spingono per strada.
Un sorriso s'incrocia con uno sguardo; due mani s'intrecciano; due voci costruiscono un sogno; mille sguardi seguono un pallone; così ognuno sceglie il proprio amore, la propria passione, il proprio modo d'essere.
Mille volti, mille suoni, mille maniere di essere e di apparire, di vestire e di cantare, di mangiare e di bere.
E si spera di poter andare, ancora, verso gli altri senza paura, senza timore, senza terrore….si spera…..
C'è sempre un prima e un dopo; c'è sempre un attimo, un istante, un momento decisivo che cambia il corso degli eventi.
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
Parigi e la fotografia
A novembre con Paris Photo, la capitale francese si trasforma in un irresistibile richiamo per chi ama la fotografia: mostre in ogni luogo, – gallerie ma anche nei bar e nei negozi – incontri, esposizioni, attrezzature, giovani esordienti e mostri sacri della fotografia.
L'atmosfera è gioiosa e apre a nuove esperienze.
Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni hanno da anni in comune la passione per la fotografia.
Si conoscono da anni, Luigi e Giuseppe, e hanno insieme realizzato preziosi libri di fotografie dedicati a eventi della loro terra umbra e non solo. E non potevano mancare l'appuntamento parigino. E poi li attendono amici vecchi e nuovi, fotografi dall'Italia e dal mondo, residenti, viaggiatori, cene e assaggi.
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
Il racconto
Seguiamo le parole di Luigi Loretoni:
“Siamo arrivati a Parigi il 12 novembre e siamo andati in giro per vedere le mostre dei giovani. Per la sera del 13, abbiamo programmato una cena con altri fotografi, anche nostri amici che lavorano e operano a Parigi.
Nel corso della cena abbiamo sentito decine di sirene e abbiamo visto passare decine di auto della polizia e tantissimi taxi. Ci è stato detto, in maniera molto generica, che forse c'era stata una bomba. Insomma non si è percepita la gravità della situazione.
Abbiamo poi preso la metropolitana. Dopo qualche fermata il convoglio è stato bloccato e ci è stato ordinato di uscire dalla stazione e di muoverci a piedi. Arrivati in albergo, lo abbiamo trovato con le serrande abbassate e gli ingressi chiusi. Ci è stato aperto dopo che ci siamo fatti riconoscere. Il portiere, pur senza chiarire che cosa fosse accaduto, ci ha detto che la polizia sconsigliava di andare in giro il giorno successivo. Confesso che ero molto stanco e sono quindi andato subito a dormire. Gli altri miei amici hanno invece ascoltato le prime notizie. Soltanto il giorno dopo, guardando la televisione, ci siamo resi conto della gravità della situazione e soltanto allora abbiamo capito che eravamo a poche centinaia di metri dai luoghi insanguinati dai terroristi delle stragi.
Siamo usciti dall'albergo. Ci siamo allontanati di un centinaio di metri e tutto sembrava normale.
Poi, in fondo alla strada abbiamo visto un assembramento e ci siamo avvicinati e lì abbiamo cambiato la nostra percezione: sangue, segatura, gente che piangeva.
Tutto accadeva compostamente e con una grande dignità: questa cosa mi ha colpito molto”.
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
Le fotografie
Il dolore composto, l'atmosfera drammatica, lo sbigottimento e l'angoscia.
Luigi e Giuseppe sono lì perché amano la fotografia e sono lì davanti all'inatteso. Ecco che i loro scatti osservano, scrutano, raccontano.
Con delicatezza, verrebbe da dire, la macchina fotografica si muove rispettosa dei volti, delle espressioni di dolore, mostrando i segni della violenza.
Com'è strana la vita, sempre; com'è sorprendente. Luigi ha sempre amato il bianco e nero per i suoi scatti, e oggi si ritrova fra le mani una macchina nuova, che vuole sperimentare per l'insistenza degli amici e di suo nipote, grande appassionato di cinema.
Luigi e Giuseppe scattano le loro foto: documentare i fatti e gli eventi; cogliere l'emozione che si sprigiona dai luoghi e dalle persone.
Quante riflessioni si potrebbero fare su queste due possibilità, su queste due impostazioni che, da sole, potrebbero aiutarci a comprendere la magia della fotografia.
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
Per gentile concessione di Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni
La mostra
Le fotografie ora sono lì, sono documento, sono omaggio, sono racconto.
Le fotografie non sono mai un riassunto o chiusura: esse sono l'apertura di una porta nel tempo, di uno spiraglio per raccontare, di un istante appena che conduce il prima verso il dopo.
Il possibile, l'impossibile e il reale s'incrociano in un attimo e la fotografia è lì a cogliere, a volte con gioia, a volte con dolore, il farsi concreto del tempo, l'accadere di qualcosa che poteva non essere.
Loretoni e Cardoni hanno scelto, fra tante, venti foto per costruire la loro mostra (al Caos di Terni fino alla fine di febbraio). Venti foto a colori: un percorso semplice, sentito: la passione dei fotografi – testimoni quasi involontari degli eventi, ci parla di una ferita aperta.
Antonio Fresa
Per saperne di più
Luigi Loretoni
Caos Museum
Luigi Loretoni (Narni 1934) inizia a fotografare negli anni ‘50. Si dedica al bianco e nero, e al racconto per immagini e curando personalmente anche la stampa. Nel 1985 entra a far parte del Gruppo Fotografico Leica con il quale vive importanti esperienze. Da anni la sua attenzione si è rivolta alle manifestazioni musicali che si svolgono in Umbria, in occasione di “Umbria Jazz” (vedi anche la partecipazione al libro: “I colori del Jazz”, Federico Motta Editore).
Non poche sono le sue iniziative editoriali dedicate al racconto e alla valorizzazione del territorio in cui vive (ad esempio il volume: “La valle dei fuochi”).
Giuseppe Cardoni, originario di Gubbio, si dedica alla fotografia fin dagli anni ‘70. La sua predilezione è il reportage in B/N. Col giornalista RAI, Luca Cardinalini, ha realizzato il libro fotografico “STTL La terra ti sia lieve” (Ed. DeriveApprodi, Roma, 2006). E' coautore del libro “I colori del Jazz” (Federico Motta Editore, 2010). Nel 2014 ha pubblicato il libro fotografico “Boxing Notes” (Edizionibam). Ha esposto i propri lavori in numerose mostre personali e collettive.
Luigi Loretoni e Giuseppe Cardoni hanno pubblicato insieme: nel 2008 il fotolibro “Miserere” (Ed. L'Arte Grafica), nel 2011 “Gubbio, I Ceri” (Ed. L'Arte Grafica) e nel 2014 “Kovilj” (Ed. L'Arte Grafica).
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